Nucleare, «ScanZiamo le Scorie» sul piede di guerra

«Abbiamo prodotto le osservazioni. A Scanzano Jonico non passerete»

della redazione di «Controlacrisi.org» (*)

Il 15 luglio è stata avviata la procedura di valutazione ambientale strategica sul deposito unico delle scorie nucleari. Il termine ultimo per intervenire nel procedimento era fissato per il 13 settembre di quest’anno. Nelle regioni interessate, tra cui Basilicata, Sardegna, Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Puglia, Toscana, Lombardia e Marche, i vari gruppi ambientalisti stanno mobilitando attivisti ed esperti per opporsi al progetto.

Dalla Basilicata arriva il “No” di ScanZiamo le Scorie. «Un’opera che se realizzata distruggerebbe la storia e l’economia del nostro territorio. Per questo è necessario che i Lucani si oppongano, come nelle 15 giornate di Scanzano del 2003, per dire no al deposito di scorie in Basilicata» scrive in una nota il portavoce Pasquale Stigliani; «tutti possono far sentire la propria voce partecipando con proprie osservazioni alla consultazione aperta fino al 13 settembre sulla valutazione del programma nazionale
sulla gestione dei rifiuti radioattivi» prosegue. L’associazione ha elaborato 10 osservazioni validate per gli aspetti tecnici dalla “Commissione Scientifica sul Decommissioning Nucleare” presieduta dal professor Massimo Scalia e da Giorgio Parisi, «che condivideremo con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Basilicata e le altre Associazioni Ambientaliste in un incontro che si terra’ il 1 settembre».

«Auspichiamo che il lavoro tenuto possa essere utilizzato integralmente» si augura l’associazione, anche perché le osservazioni tengono conto di diversi aspetti contenuti negli obiettivi del programma nazionale. La “soluzione geologica”, già contestata dal territorio di Scanzano, venne respinta per motivi tecnici, tra i quali anche quelli illustrati nell’audizione parlamentare del nobel Professor Carlo Rubbia.

(*) ripreso da www.controlacrisi.org

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