Odio, o dio, o d’io

Nella puntata 174 di «Ci manca(va) un Venerdì» l’Astrofilosofo – al secolo Fabrizio Melodia – si inzacchera con gli haters ma si riscatta nel finale


«Spesso vengo criticata per i miei post. Vengono fatti dei giudizi pesanti sulla mia persona, mi vengono fatte morali, mi vengono dati insegnamenti, insulti e commenti di ogni genere. ?￰
゚マᄏ‍♀️?￰゚ᄃミ?￰゚ルト?￰゚ルト? Ora, faccio una domanda a tutti voi che mi sta molto a cuore… com’è possibile che un culo, anche se davvero spettacolare, e anche se di Ornella Muti @ornellamuti #ornellamuti .. possa ricevere più Like e visualizzazioni di un post di un bimbo che muore di fame? Forse perché del bimbo non frega molto a nessuno. Mettere un like è inutile.. mentre sul culo, il like è come un Must! Poi sono io quella superficiale… Bisogna dedurre che alla fine dei conti è sempre un pelo di fic.. scusa, un culo scoperto, ciò che piace più di ogni altra cosa. Quella sulla quale vale davvero mettere sempre un bel ?￰゚マᄐ❣️. Wow! #incredibile! #amazing #assurdo #photo #copyright ©️copyright #foto #naikerivelli”». Così scrive sul proprio profilo instagram l’attrice Naike Rivelli, figlia dell’attrice Ornella Muti.
A chi segue i social è noto che Naike Rivelli fa «provocazioni», suscitando clamori a non finire fra moralisti e benpensanti.
Sembra un dato di fatto che un bel fondoschiena, anche se vintage, riscuota molti likes. D’altronde si può mettere un “like” – ovvero un “mi piace” – a un bimbo che muore?
Per alcune persone l’uscita citata è il grido di un drogato in mancanza della sua dose di like quotidiana; per altre Naike Rivelli ha qualche ragione. Come che sia non diminuiscono gli haters, gli “odiatori” che infestano ogni giorno e ogni social. I commenti carichi di odio si distribuiscono su tutto: un culo, un bimbo che muore, una pubblicità progresso.
Una conosciuta «food blogger», Benedetta Rossi, di recente è stata vittima di molti attacchi. Del tipo: «L’unica vera Benedetta in cucina, altro che quella contadinotta…» scrive un fan di Benedetta Parodi. Oppure: «Dovrei essere gelosa di una larga come un comò che non sa neanche parlare? E sono stata anche gentile…». Benedetta Rossi ha risposto con gentilezza e calma: «Sì, è vero, sono una contadinotta. Ogni tanto mi prendono in giro per questo, ma non me ne faccio un problema. In questi ultimi anni sono stata spesso avvicinata da “geni del marketing” che si sono sentiti in dovere di consigliarmi tecniche e strategie di comunicazione più adeguate ai social, secondo loro, per far evolvere la mia immagine in qualcosa di più cool. Non ho dato ascolto a nessuno, ad oggi tutti i miei social sono interamente gestiti da me, Marco e pochi e fidati amici. Sin dal primo giorno ho ritenuto che il buon senso, la coerenza, il rispetto delle persone e la buona educazione siano l’unica strategia da seguire. Non so se sto facendo bene, ma guardando il sorriso di Giulietta, lei che è una vera contadina, vedo serenità, soddisfazione, saggezza e un pizzico di ironia. Io vorrei essere così! Ditemi voi se conoscete qualcuno più cool di lei».

Dopo questo breve volo – o rovinosa caduta, fate voi – nei social resta irrisolto il quesito di fondo: perchè gli haters passano giornate intere a seguire pedissequamente le persone e inondarle di cattiveria? Sono molti i blogger che hanno chiuso perchè non riescono a sostenere i commenti degli “odiatori”: per dirne uno il regista del secondo capitolo della nuova (abbiamo perso il conto) trilogia di Star Wars, Ryan Johnson.
In tempi non sospetti Umberto Eco aveva scritto: «Ora il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l’odio come passione civile. Il nemico è l’amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale. È l’amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell’amico… Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L’odio riscalda il cuore».
Se questa conclusione non vi piace eccone una alternativa, addirittura la Bibbia, in particolare il Levitico (19, 17-18): «Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo ma amerai il tuo prossimo come te stesso». L’ avevate già sentita, eh? Magari in versione abbreviata.
Una terza e ultima possibilità per chiudere in bellezza (forse saggezza) il post? Questo è Paulo Coelho: «Gli haters sono ammiratori confusi che non riescono a capire perché piaci a tutti gli altri».

L’IMMAGINE in evidenza – scelta dalla bottega – è di George Grosz.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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