OH! .. .. Lo Zio HO CHI MINH …
di Sandro Sardella
sto leggendo di Jack Hirschman .. “L’Arcano del Vietnam” .. un libro
ritrovato .. scritto negli anni ’70 .. atto di accusa conto l’imperialismo
degli USA .. partecipazione alla lotta .. quasi a mani nude .. di un
piccolo stato per la propria indipendenza ed unità .. un poema audace
complesso cataclismatico .. (traduzione di R. Marzano – Multimedia
Edizioni – Salerno – 2017) …
ad una bancarella ho trovato di Ho Chi Minh .. “diario dal carcere”
(Garzanti Ed. – 1972 . traduzione dal cinese di Joyce Lussu) .. non
è un diario all’occidentale .. sono 115 quartine e poemetti Tang in
stile cinese classico .. scritti nel periodo 28 agosto 1942-16 settembre
1943 durante il quale Ho fu prigioniero della polizia del Kouomintang
nella Cina meridionale ..
la memoria mi ha riportato alle manifestazioni contro la guerra in
Vietnam negli anni ‘60/70 .. agli slogan ritmati sia nella voce che
nell’accelerazione del muoversi dei cortei ..
e poi .. a Milano in via Pasubio angolo via Maroncelli .. c’è una
lapide che ricorda che lì c’è stato Ho Chi Minh ..
pensierino : .. ogni tanto qualche brandello di memoria aiuta e ..
infastidisce chi ha dimenticato e rinnegato gli anni delle lotte e
dei movimenti ..
le parole in uomini come lo zio Ho .. sono vive di intelligenza e
sensibilità .. sono vive di fede di coraggio e serenità .. ..
*
La rosa
La rosa s’apre, la rosa
appassisce senza sapere
quello che fa.
Basta un profumo
di rosa
smarrito in un carcere
perché nel cuore
del carcerato
urlino tutte le ingiustizie
del mondo.
*
Canto al tramonto
Al tramonto del sole,
terminata la ciotola
si sentono da ogni angolo
salire canti e musica.
La prigione di Tsing,
oscura e malinconica
si trasforma d’un tratto
in nobile accademia.
*
Notte di luna
Che fare quando
si è in carcere senz’alcol,
senza un fiore
in una notte dolce
con un tempo stupendo?
Dallo spiraglio, contemplo
la luna che splende
e lei guarda il poeta
attraverso le sbarre.
*
La natura è bella
Pur con le gambe e i polsi
strettamente legati
ovunque sento uccelli
e il profumo dei fiori.
Ascoltare, aspirare
chi può togliermi quanto
fa la via meno triste
l’uomo meno isolato?
Bene, Sandro inserisce tutti gl’ingredienti necessari alla preparazione di una zuppa d’intelligenza. Usa Jack Hirschman, Ho Chi Min e non poche spezie storiche di cui i più “subliminalmente” corrotti hanno perso memoria. La storia, però, non è solo un sapore o una visione della memoria; è “storia” cioè fatti, conflitti, visioni, cambiamenti oppure -concretamente- sconfitte. Infatti, con la sconfitta si afferma anche la rimozione della memoria, la riscrittura degli avvenimenti: La morale la fa sempre il vincitore! Sarà per questo che i fascisti e i fascismi hanno ripreso ad occupare le piazze e i cervelli: aria di restaurazione! Persino la classe operaia si è fatta populista e ancora fascista: Il nemico di classe è stato disperso! Oggi il nemico numero uno è il povero, il senza terra, l’apolide, lo straniero. Si salva l’estetica di Jack Hirschman e quella del carcerato Ho Chi Min ” che Dio lo abbia in gloria!” Ma Dio -per Dio!- abbi pazienza, benedici oltre che i poeti alfieri della libertà, della liberazione, la sempre eterna poesia. Perché senza l’apporto, il sostegno della bellezza, il mondo, l’uomo, non cambia.
Ciao, alla prossima, Michele.
La “zuppa cognitiva” di Sandro Sardella è esaltata da due ingredienti particolari, unici: Jack Hirschman (L’ARCANO DEL VIET-NAM) e Ho Chi Minh (DIARIO DAL CARCERE). Vi è non poco aroma, profumo di contorno nella pietanza, ma per un evento particolare suggerirei di inserire anche Marc Porcu (L’Urlo Dell’Alba CUEC CAGLIARI ED.). Il poeta Franco/Sardo/Tunisino è venuto a mancare la settimana scorsa. La sua grandezza espressiva, resta, così come la sua prassi fatta, espressa anche attraverso il suo lavoro di insegnate nelle periferie parigine. Nella sua poesia memoria, lirica del viaggio per mare, antifascismo e propensione al cambiamento, al futuro sono elementi strategici; l’arte rimembra, abbellisce, denuncia: è capace, però, anche di evocare scenari futuribili. In tempi in cui la tecnologia sembra soppiantare le capacità di percezione e di esplicitazione del “fare” , al pari della scienza, la poesia, non è solo strumento estetico o analitico per cambiare la vità ed affrancarla dal subliminale, bensì strumento di comprensione e di elaborazione, che libera nei non arresi: la visione sodale, kibutzika, Kolchotzika.