Omsizzar: di «mori» in Italia …

di italiani in Usa e di quiz (*)

 

1 – C’era un moro (forse più) con Garibaldi. Arriva da Forlì il contributo di Pietro Caruso.

«La resistenza della Repubblica Romana ha un caduto poco conosciuto, Andrea Aguyar, nero di origine uruguaiana che aveva seguito il generale dall’America latina nella difesa dell’emblema della repubblica tanto agognata. Fra le illustrazioni di George Housman Thomas, corrispondente a Roma fra il 1848 e il 1849 per il settimanale The Illustrated London News, a fianco del generale si nota l’atletico attendente di colore Andrea Aguyar, poi caduto durante la difesa di Villa Spada: tutti e due a cavallo, uno bianco e l’altro nero. C’era chi il pregiudizio non l’aveva neppure 160 anni fa».

Grazie a Caruso e alle torme di imitatori che (si spera) ci subisseranno di notizie «omsizzar» sparite. Restando in tema, chi ci aiuta a rintracciare un altro «moro» garibaldino? Fra i «mille» c’era un nero liberiano: il figlio di schiavi liberati che dà una mano a liberare l’Italia non vi pare una bella storia da inserire nei nostri libri di scuola surgelati ed euro-centrici?

 

2 – A proposito di quiz per stranieri, Hamid Barole Abdu mi segnala che in rete, sotto il titolo «L’esame per ottenere la cittadinanza», gira questo testo di Bertolt Brecht. Se ora qualche lettore pignolo scova data, fonte e traduzione italiana facciamo filotto.

«A Los Angeles davanti al giudice che esamina le domande di coloro che vogliono diventare cittadini degli Usa venne un oste italiano. Era preparato seriamente, ma a disagio per la nuova lingua. Alla domanda “cosa dice l’ottavo emendamento?” rispose esitando: “1492”. Poiché la legge prescrive al richiedente conoscenza di lingua e storia, venne respinto. Tornò dopo tre mesi trascorsi in ulteriori studi, ma ancora incerto sulla nuova lingua. Gli chiesero: “chi fu il generale che vinse la guerra civile”? Con voce alta e cordiale rispose: “1492”. Fu mandato via. Tornò per la terza volta e alla domanda “quanti anni dura in carica un presidente?” di nuovo disse: “1492”. Il giudice, che aveva simpatia per l’uomo, capì che non riusciva a imparare la nuova lingua. S’informò sul modo in cui viveva, seppe che lavorava duramente. Alla quarta seduta il giudice gli chiese: “quando fu scoperta l’America”? E in base alla risposta esatta – “1492” – l’uomo ottenne la cittadinanza».

 

3 – Chi lo ha detto? Altro quiz ma per voi. «È la difettosa atmosferizzazione del sangue la vera causa della degradazione di mente che ha reso la gente d’Africa incapace di prendersi cura di sé». Questa insufficiente respirazione («dysesthesia») va curata: «Fegato, pelle e reni dovrebbero essere stimolati all’attività per aiutare la decarbonizzazione del sangue. Il mezzo migliore per stimolare la pelle

è: primo avere il paziente ben lavato; secondo cospargerlo con olio che va fatto assorbire colpendo il corpo con una cinghia di pelle […]; terzo impegnare il paziente in qualche lavoro duro che lo costringa ad allargare i polmoni». La stessa persona scrive di un’altra malattia diffusa fra gli schiavi: un disturbo mentale chiamato «drapetomania», il folle desiderio di fuggire. Pensate alle ultime e penultime uscite di Oriana Fallaci, Gentilini, Magdi Allam e altri. Potrebbe essere uno di loro? Vi lasciamo senza risposta… fino al prossimo numero.

Ah, se il titolo di questa rubrica vi suona misterioso provate a leggere Omsizzar al contrario…

(*) care e cari

la piccola redazione del blog si riposa un pochino: dal 23 dicembre al 6 gennaio (date forse un po’ banali) non sono previsti i soliti tre “pezzi” al giorno. Ma ovviamente chi di noi vorrà potrà postare qualcosa che appare urgente. Forse lo farò anche io. Ma intanto, per non lasciare troppo bianco in blog, ho recuperato dal mio archivio una quindicina di miei articoli (del 2006-7-8) che non mi sembrano troppo invecchiati e li sto postando uno al giorno senza un particolare ordine di data o di argomento: il testo qui sopra a esempio è apparso (nel gennaio 2008) sulla rivista «Cem mondialità» dove avevo una rubrica intitolata appunto «Omsizzar» (magari ne riparlerò in blog con calma); quanto al quiz la “spiegazione” è in un libro, che non mi stanco di consigliare, «Intelligenza e pregiudizio – le pretese scientifiche del razzismo» di Stephen Jay Gould.

Dal 7 gennaio in blog si torna allo schema abituale. Restano gli appuntamenti fissi: il lunedì Mark Adin (ore 12); martedì fantascienza (io e Fabrizio Melodia); il mercoledì appaltato a Miglieruolo; il giovedì le finestre di David; venerdì Rom Vunner, in possibile alternanza con Maia Cosmica; sabato «narrativa e dintorni» con un racconto o una poesia, le vigne(-tte) di Energu e altro; domenica la neuro-poesia di Pabuda ma anche Alexik. Tutti i giorni molto altro, a partire dalla (da noi amatissima) Maria G. Di Rienzo e dalle urgenze.

C’è una novità nella quale vorremmo coinvolgere… chi se la sente. L’idea è di partire dall’11 gennaio con una «scor-data» al giorno; speriamo di farcela. Se siete da poco nel blog e non sapete cosa sono le «scor-date» … fate prima a leggerne qualcuna che io a spiegarlo. Oppure prendete un libro meraviglioso come pochi: «I figli dei giorni» di Eduardo Galeano, tradotto da Sperling & Kuperf pochi mesi fa (e recensito in blog). Ovviamente una «scor-data» al giorno (e ben fatta) è davvero un impegno gravoso. Perciò cercheremo di dividerci i post fra la redazione e un po’ di esterne/esterni. Se qualcuna/o si candida ad aiutarci e/o ha proposte GRAZIE in anticipo e si faccia sentire (su pkdick@fastmail.it) così ne parliamo.

Mi fermo qui.

Abrazos y rebeldia per un 2013 di intelligenza, dignità e sovversione. (db)

 

Redazione
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