Pabuda: «Solo Monk»
Il meglio del blog-bottega /149…. andando a ritroso nel tempo (*)
oggi ascolterei
solo Monk.
oggi ho la testa vuota:
se la percuoti con le nocche
se di punto in bianco
soltanto Monk
m’ascoltassi
mi perderei?
può darsi,
ma il rischio
lo stesso, vi giuro,
abbastanza spavaldo,
io quel rischio lo correrei.
ci guadagnerei?
adesso come adesso
ne son sicuro:
qualsiasi cosa
mi suoni da solo
Thelonious Monk,
di dolce o d’asprigno,
di terroso, di bagnato,
di ruvido
o liscio come l’olio,
molto meglio
di quel sordo tonk!
è inutile stare qui
a girarci intorno:
ne ho visti di pianisti,
ne ho sentiti di jazzisti…
ma con Thelonious
mi farei dei giri
che manco io
m’aspetterei
di farli, da solo, quei giri.
ora mi preparo
ad ascoltare
soltanto Monk:
lui da solo
col suo piano:
non voglio sentire
nessuno qui in giro:
siate gentili:
levatevi di torno:
ascolto Thelonious,
mi faccio i miei giri
coi suoi fruscianti vinili,
vado in orbita intergalattica,
poi, magari, con una strana
smorfia sulla faccia, torno
tra voi umani
LE IMMAGINI: La prima ovviamente è una foto di Monk. La seconda è la copertina di un doppio cd monkiano, uscito l’anno scorso: brani registrati nel 1959 come colonna sonora (non venne utilizzata) del film francese di Roger Vadim Les liaisons dangereuses e mai pubblicati. La terza immagine – qui sotto – è la copertina di «Misterioso: viaggio nel silenzio di Thelonius Monk», un bellissimo libro-cd di Stefano Benni (se non sapete chi è rimediate al più presto) con il pianista Umberto Petrin che contiene anche una post-fazione di Franco Fayenz e una discografia ragionata di Michele Mannucci.
(*) Anche quest’anno la “bottega” recupera alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché 14mila articoli (avete letto bene: 14 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]