Paolo Fierro: «Da Basaglia al Covid»

FRANCO BASAGLIA A 40 ANNI DALLA MORTE È UN PENSIERO ATTUALE.
IL MODELLO LOMBARDO È IL NUOVO MANICOMIO DA ABBATTERE.


Ricordiamo che Medicina Democratica ha lanciato un appello a tutte le forze intellettuali, politiche e sociali affinché si analizzi la vicenda Covid e sulla scorta dei dati raccolti si rilanci la discussione intorno agli elementi fondativi della 833 del 78 , per difendere il bene comune che è il Sistema Sanitario Nazionale, cioè l’assistenza pubblica garantita a tutti. Nel corso del dibattito che ne è seguito si è messo in rilievo il crollo del modello lombardo ,messo in ginocchio dalla pandemia e sbugiardato tragicamente nel suo mito d’efficienza da 16.000 morti , il record in Italia ,un monito per tutte le regioni che intendessero percorrerne le stesse strade. Ma qual è il fulcro del modello lombardo che è andato in crisi? E poi, è solo un modello regionale estremizzato da politiche locali o è diventato un modello di assistenza nazionale? Il centro del sistema lombardo è l’ospedale, che diviene una struttura ipertecnologica, superspecialistica e sempre all’avanguardia nell’applicazione di terapie innovative: una sorta di castello ove si addensano i saperi e le armi più potenti contro i mali del mondo, ma anche un punto di forte attrazione nel mercato della salute o meglio delle malattie . Tutti quanti ricordano Formigoni quando si pavoneggiava dichiarando che gli ospedali lombardi attraggono migliaia e migliaia di pazienti da tutt’Italia e dal sud in Particolare Nella brutta vicenda Covid al contrario la Lombardia ha mostrato che questa guerra contro il virus si perde arroccandosi nei castelli ospedalieri ,per quanto magnificamente attrezzati ma si vince sui territori che le politiche locali avevano desertificato ed immiserito. E così la invincibile sanità lombarda ha esportato ammalati ed ha accettato di buon grado medici provenienti da tutto il mondo, Cuba compresa. Nelle discussioni che son seguite il pensiero è volato anche a Basaglia, alla sua critica radicale all’istituzione totale, il totem sanitario della psichiatria, il manicomio , che egli demolì dalle fondamenta, disvelando il vero fine di un luogo chiuso sorvegliato da un meccanismo autoritario che aveva la sola funzione sociale di segregare gli esseri umani scomodi dal resto della società .Ricordiamo che Maccacaro in parallelo sviluppò una critica radicale alla concezione stessa dell’assistenza sanitaria ribaltando la direzione della sua impostazione : dare priorità alla prevenzione rispetto all’intervento riparativo che richiederà sempre maggiori tecnologie, farmaci costosi e personale ultra specializzato per effettuare le cure e recuperare un danno progressivamente più grave e complesso .Il fondatore di medicina Democratica sviluppò inoltre una critica molto feroce sul concetto di cura impostato dal capitale ,che è sostanzialmente il recupero dei soggetti ammalati all’attività produttiva ,che non corrisponde alla riacquisizione della condizione di salute. Sembravano due percorsi paralleli che colsero quasi contemporaneamente, nel 1978, la legittimazione ufficiale in due leggi ,la 180 e la 833,che hanno segnato la storia di questo paese insieme alla 194. A distanza di 42 anni tuttavia abbiamo registrato al contrario come il nostro Sistema Sanitario si sia arroccato proprio in direzione contraria a quella indicata da Maccacaro mentre il tragitto delle idee di Basaglia sia andato oltre i limiti della capacità di assorbimento e neutralizzazione del sistema ,mantenendo aperta una breccia critica nella normalizzazione perseguita sempre dal potere .Mentre i manicomi sono stati in gran parte cancellati dal SSN, gli ospedali ,modello lombardo , si sono rafforzati su tutto il territorio nazionale . Secondo Ivan Cavicchi c’è stato un errore ,non si sa quanto accidentale, nella stessa stesura della 833 ,ed è stata l’assunzione acritica di una precedente riforma , la legge Mariotti, la 132 del 1968, che non metteva in discussione la concezione autocratica dell’ospedale ma anzi ne esaltava la funzione .Su questa ambiguità iniziale i governanti hanno costruito paradossalmente tutto il progetto dell’assistenza sanitaria italiana , ponendo il fulcro proprio nell’ospedalità e quindi rendendo secondario l’intervento sulla prevenzione, sulle cure primarie , sui territori. L’aziendalizzazione e la regionalizzazione introdotte negli anni 90 hanno poi trasformato gli ospedali in macchine di mercato in competizione tra loro e a livello nazionale. Questo passaggio da un lato ha contribuito all’eliminazione di tutte quelle strutture ospedaliere territoriali nate in epoche passate per esigenze diverse e dall’altro ne ha accentuato il carattere autocratico con l’introduzione del Direttore manager. Questa, per definizione, è una figura monocratica ,impermeabile ad ogni tipo di controllo democratico .Va quindi riconosciuto un tributo alla memoria di Franco Basaglia ,a 40 anni dalla morte, recuperando ,a mio avviso la sua critica radicale verso le istituzioni totali, i manicomi ed applicandola anche alle aziende ospedaliere ,l’attuale totem del SSN . Bisogna smascherare la loro reale natura che con la cura ha ben poco a che fare ma attiene molto alle logiche del profitto e della privatizzazione .
Paolo Fierro, otorinolaringoiatra, Napoli V. Presidente Medicina Democratica

ripreso da: www.facebook.com/groups/1811139522456764/permalink/2730452017192172 (e rilanciato dal sito di MedicinaDemocratica)

 

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Un commento

  • Daniele Barbieri

    mi scuso dell’errore: nel titolo avevo scritto Paolo Ferrero … invece è Paolo Fierro (adesso ho corretto)

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