Paraguay: apartheid nell’erogazione dell’acqua

Il servizio idrico del paese potrebbe essere gestito da un’impresa israeliana

di David Lifodi

Almeno fin dalla scorsa estate la municipalizzata israeliana Mekorot, specializzata nell’erogazione del servizio idrico, è interessata a fare il suo ingresso nel mercato dell’oro blu latinoamericano, in particolare paraguayano: si parla di un investimento per circa 1300 milioni di dollari nell’ambito della Ley de Alianza Pública Privada, varata dal presidente del paese Horacio Cartes per privatizzare tutte le risorse e i beni del paese. Eppure, questo non è l’aspetto più grave della vicenda. Il fatto più sconcertante è che Mekorot si trova sotto accusa a livello internazionale per aver praticato una vera e propria apartheid nella distribuzione dell’acqua nei territori palestinesi, una metodologia discriminatoria che avrebbe già utilizzato in altri paesi.

L’impresa israeliana, che sostiene attivamente gli insediamenti illegali dei coloni in Palestina, ha ricevuto l’autorizzazione dal presidente Cartes per installarsi nella capitale Asunción, in quattro città dell’Alto Paraná e nella conca del lago Ypacaraí. La discriminazione di Mekorot non avviene solo ai danni dei palestinesi: in Argentina si sarebbe attivata per la distribuzione di acqua potabile nelle zone più ricche del paese, lasciando però a secco, o comunque solo con l’acqua corrente, quelle più povere. L’etilizzazione della distribuzione dell’oro blu trasformerebbe l’acqua in un diritto esclusivo da elargire solo a chi se lo può permettere: per questo, se Mekorot si stabilisse in Paraguay, contribuirebbe anch’essa alle forti disuguaglianze sociali già presenti nel paese. Nata nel 1936, Mekorot si è presto trasformata in un’impresa al servizio dell’apartheid: di fatto le comunità palestinesi a cui la municipalizzata ha rifiutato di distribuire l’acqua sono state costrette ad abbandonare i propri insediamenti. In questo senso, Mekorot è un’impresa che contribuisce al processo di pulizia etnica nei confronti dei palestinesi: la trasformazione dell’oro blu come strumento di esclusione (i palestinesi sono obbligati a pagare un prezzo molto più alto degli israeliani per l’erogazione del servizio idrico) prospetta uno scenario di esclusione e violazione dei diritti umani anche nel già poverissimo Paraguay. Oltre al più piccolo paese del Cono Sur dell’America Latina, Mekorot è interessata al mercato brasiliano e messicano. In Argentina, è stato un escrache a smascherare l’impresa israeliana, che rifiutava di investire denaro e risorse per riparare il vecchio sistema di tubature di La Plata: nel corso di un corteo di protesta, la gente si è rifiutata di pagare l’aumento delle bollette che avrebbe finito per finanziare crimini e vessazioni di Israele nei confronti del popolo palestinese, come ha denunciato la Federación de Entitades Argentino Palestina (Feap). L’Olanda ha cancellato un memorandum di intesa già stipulato con Mekorot dopo esser venuta a conoscenza dell’apartheid ampiamente sostenuta dall’impresa ai danni della Palestina. In Paraguay il problema principale consiste nell’erogazione dell’acqua. Mekorot offrirebbe i propri servizi, a partire dalla tecnologia utilizzata per la desalinizzazione, ad un prezzo molto alto, che il governo del paese farebbe poi pagare ai cittadini. Purtroppo, i passi diplomatici tra i due paesi sembrano già più che avviati. A fine ottobre l’ambasciatrice israeliana Dorit Shavit è stata ricevuta in udienza dal presidente Horacio Cartes e si è compiaciuta per l’ipocrita neutralità assunta dal Paraguay nell’ambito del conflitto israelo-palestinese. Non solo: Dorit Shavit ha prospettato ulteriori possibilità di collaborazione con il Paraguay in ambito di energia e sicurezza interna. Horacio Cartes ha ringraziato, prima dissociandosi dalla condanna del Mercosur in merito ai massacri dei civili nella Striscia di Gaza, e poi emettendo un timido comunicato in cui auspicava genericamente una maggiore collaborazione tra Israele e Palestina per giungere ad una pacifica risoluzione del conflitto. Ovviamente, in questa circostanza, la diplomazia paraguayana si è ben guardata dall’utilizzare termini quali  “occupazione militare israeliana”. In precedenza, Mekorot aveva già mostrato quali avrebbero potuto essere i suoi servizi in un incontro avvenuto tra il suo direttore generale, Amiram Ohayon, e il vice presidente del Paraguay Juan Eudes Afara: in quell’occasione si era parlato di una possibile cooperazione, in termini di nuove tecnologie, tra l’impresa israeliana e l’Empresa de Servicios Sanitarios del Paraguay (Essap), con il beneplacito del Ministerio de Obras Públicas paraguayano. L’ingresso di Mekorot in Paraguay non è l’unico aspetto negativo della Ley de Alianza Pública Privada. L’impresa spagnola Isoluz Corsán, tramite la filiale argentina Iecsa, è stata incaricata di svolgere progetti di estrazione petrolifera e di alta ingegneria nel paese, mentre le multinazionali brasiliane specializzate in edilizia e grandi opere, Queiróz Galvao, Oas, Odebrecht, Andrade Gutierrez e Camargo Corrêa, già sognano appalti miliardari in un paese  ormai a sovranità territoriale limitata e dove i diritti civili, politici e sindacali sono ormai una chimera.

Mekorot rappresenta nel peggiore dei modi l’occupazione e l’oppressione israeliana contro i palestinesi sul loro stesso territorio: di fronte all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che stabilisce un’erogazione di almeno cento litri quotidiani agli abitanti di Gaza e della Cisgiordania, l’impresa israeliana non ne somministra più di quaranta. Le autorità paraguayane garantiscono che per ora con Mekorot si sono svolti solo dei negoziati, ma Horacio Cartes mira a svendere il paese e ci sta riuscendo benissimo.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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