Paraguay: indifferenza di stato sul massacro di Curuguaty

di David Lifodi

Il 17 novembre si terrà il processo agli undici campesinos implicati nel massacro di Curuguaty, avvenuto il 12 giugno 2012, quando i sin tierra che avevano occupato i duemila ettari di terra di Marina Cue furono attaccati dai militari e dalle guardie armate del Grupo Riquelme, che rivendicava la proprietà del terreno. Fu quello il casus belli che le destre aspettavano per deporre il presidente Fernando Lugo: si trattò di uno dei punti più bassi raggiunti nella breve vita democratica del Paraguay prima che l’arrivo alla presidenza di Federico Franco e successivamente di Horacio Cartes completassero la restaurazione. Per quanto possa sembrare paradossale, nonostante i campesinos fossero stati attaccati con violenza dai militari, che ne uccisero sei, la morte di alcuni poliziotti nel corso degli scontri fece si che undici senza terra finissero in prigione.

Alcuni di loro, nei mesi scorsi, hanno condotto un lunghissimo sciopero della fame che avrebbe potuto avere delle conseguenze drammatiche, mettendo in gioco la propria vita. Alla fine i contadini sono riusciti ad ottenere almeno gli arresti domiciliari, ma uno di loro, Rubén Villalba, alla metà di ottobre era ancora in sciopero. Il campesino è al terzo sciopero della fame in poco meno di due anni. Villalba aveva ottenuto i domiciliari come i suoi compagni, ma a trattenerlo nel carcere di Tacumbu è stato un altro caso di resistenza ad uno sgombero seguito ad un’occupazione della terra in cui è stato coinvolto nel 2009: in quella circostanza il contadino aveva partecipato ad una protesta contro la monocoltura della soia. Fuori dal carcere la solidarietà nei confronti di Villalba e dei suoi compagni agli arresti domiciliari è cresciuta quotidianamente: a chiedere non solo l’assoluzione dei campesinos, ma anche il recupero delle terre di Marina Cue, usurpate illegalmente dal Grupo Riquelme, un ampio arco di partiti e movimenti riuniti sotto la sigla dell’Articulación Curuguaty. Le irregolarità del processo, evidenzia l’avvocato dei campesinos Vicente Morales, sono state riconosciute anche dalle Nazioni Unite, ma è ancora forte l’incertezza sul futuro dei suoi assistiti. Prima che il processo fosse sospeso, la difesa aveva chiesto che venisse definita la titolarità giuridica del terreno di Marina Cue, in modo tale che il giudizio potesse riprendere in una situazione più definita, ma difficilmente sarà presa una decisione prima di due o tre anni, soprattutto a causa delle forti pressioni esercitate dall’impresa Campos Morombi, di proprietà del Grupo Riquelme, che cerca di aggiudicarsi quel terreno che lo stato aveva già concesso ai contadini tramite l’ Instituto Nacional de Desarrollo Rural y de la Tierra (Indert). Campos Morombi aveva presentato un ricorso alla Corte Suprema di Giustizia sostenendo l’incostituzionalità dell’assegnazione delle terre ai contadini da parte dell’Indert allo scopo di guadagnare tempo. Per i contadini si è mossa l’organizzazione internazionale di diritti umani Fian (Food First Information & Action Network), che ha chiesto la sospensione del processo ai campesinos denunciandone la detenzione arbitraria, le minacce di morte e le torture fisiche e psicologiche in carcere. In particolare, Fian ha richiesto allo stato paraguayano di svolgere un’indagine indipendente sul massacro di Curuguaty, mettere a disposizione dei contadini un’adeguata protezione, porre fine agli sgomberi violenti delle terre ed attuare la riforma agraria. In realtà, Horacio Cartes e il suo governo stanno facendo tutto il contrario. Lo scorso luglio, l’impresa Campos Morombi ha dato vita ad una massiccia operazione di fumigazioni a pochi metri dalle abitazioni e dalle coltivazioni dei familiari dei contadini arrestati e delle vittime per il massacro di Curuguaty. Campos Morombi, di proprietà del senatore colorado Blas Riquelme, recentemente scomparso, sapeva di poterlo fare nella più completa impunità. L’impresa ha atteso che si alzasse il forte vento denominato matatodo affinché il veleno delle fumigazioni si diffondesse più facilmente. I contadini, raggiunti immediatamente da nausea e mal di testa (in particolar modo i bambini), hanno denunciato che le fumigazioni sarebbero proibite quando soffiano venti forti. Le provocazioni, però, non finiscono qui. Di recente, altri quattro contadini sono stati indagati per il caso Curuguaty, tra cui il padre di un campesino ucciso dalla polizia in occasione dello sgombero del 12 giugno 2012 e il fratello di un senza terra, anch’esso ucciso dalla polizia a seguito dei fatti di Marina Cue e che ha altri due suoi fratelli agli arresti domiciliari. È evidente, denuncia l’Articulación Curuguaty, che lo stato vuol impedire ai familiari delle vittime e dei contadini incriminati di assistere al processo, che peraltro si terrà a Saltos de Guairá e non nella capitale Asunción, dove avrebbe ottenuto una maggiore visibilità, secondo quanto aveva chiesto la difesa dei campesinos. Nel frattempo, agli inizi di ottobre, un gruppo di oltre cento sin tierra ha occupato nuovamente il terreno di Marina Cue per chiedere l’immediata attuazione della riforma agraria. La stampa filogovernativa ha cercato di screditare i contadini sostenendo che avrebbero sparato non appena sono intervenuti i militari, in un episodio che avrebbe potuto concludersi tragicamente come avvenne il 12 giugno 2012. In realtà, non è stata trovata alcuna arma da fuoco nell’occupazione e, inoltre, i contadini hanno ribadito che un eventuale sgombero sarebbe illegale perché Marina Cue è terra pubblica. La sfida al governo è lanciata: “Si nos van a matar”, dicono, “nos matarán tranquillamente, no los enfrentaremos”. In effetti Horacio Cartes e i suoi sgherri sono pericolosi, senza scrupoli e, oltretutto, hanno forti legami con i narcos, tanto che lo stesso mandatario è definito dai movimenti sociali come un narcopresidente. Il 16 ottobre scorso,  a circa 40 chilometri da Curuguaty, nel dipartimento di Canindeyú, è stato assassinato Pablo Medina, corrispondente del quotidiano filogovernativo Abc Color. Medina da tempo era sulle rotte dei trafficanti e indagava sui rapporti tra questi e gli alti vertici della politica paraguayana, nonostante fosse senza la scorta da oltre un anno. Aldo Zuccolillo, padre padrone del quotidiano, di Última Hora e La Nación,  noto per le sue simpatie stroniste e per violare costantemente i diritti fondamentali dei suoi giornalisti (vedi il caso di Paulo López, anch’esso reporter di Abc Color, arrestato, torturato e poi rilasciato dalla polizia all’inizio di gennaio solo per essersi recato presso la Comisaría Tercera Metropolitana di Asunción, dove intendeva seguire la situazione di alcuni manifestanti detenuti al termine di un corteo di protesta contro l’aumento del costo del biglietto del trasporto pubblico), ne era a conoscenza, ma si è guardato ben dall’intervenire. Si tratta del terzo giornalista ucciso in meno di un anno , sempre ad opera del narcotraffico. Curuguaty è una zona calda non solo per la questione agraria, ma anche per il traffico della droga: per ammissione dello stesso Luis Rojas, a capo della Secretaría Nacional Antidrogas (Senad), ci sono solo otto agenti che sono costretti a fronteggiare almeno trenta organizzazioni criminali dedicate al commercio della cocaina. Soltanto otto agenti della Senad impiegati a Curuguaty: semplice mancanza di risorse, oppure una scelta deliberata da parte del governo?

Tutto ciò mentre a Curuguaty e in tutto il Paraguay la situazione sta diventando ogni giorno più preoccupante in tema di diritti umani, civili, sociali e politici: la solerte Organizzazione degli Stati Americani (Osa), sempre pronta a mobilitarsi quando si parla di Cuba, Boliva o Venezuela, in questo caso, cosa sta facendo?

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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