Pecora elettrica: una libreria che non deve riaprire

di Gianluca Cicinelli (*)

Fascisti e criminalità (probabilmente non sono due entità separate) sono tornati a colpire la libreria Pecora Elettrica di Roma. Più che tornati non sono mai andati via. La libreria avrebbe dovuto riaprire domani dopo l’incendio doloso di sei mesi fa ma qualcuno ha dato alle fiamme nuovamente – alle 3 della notte scorsa – i locali che ospitano migliaia di libri, distruggendo gli arredi interni. Un atto doloso collegato all’episodio del 25 aprile scorso, una data non casuale (**) quando alle 3,20 del mattino una bomba carta era esplosa e l’incendio era divampato all’interno provocando ingenti danni e distruggendo, oltre alla soglia di marmo e alle serrande, tutto il patrimonio di testi e fotografie.

Oltre al fuoco dei libri – che evoca ideologie di un passato purtroppo sempre più minaccioso nel quartiere di Centocelle dove opera la struttura – sono divampate immediate le polemiche all’arrivo del minisindaco del Municipio V di Roma, Giovanni Boccuzzi, contestato dal proprietario della libreria Danilo Ruggieri per la latitanza delle istituzioni che favoriscono il degrado del quartiere nonostante le promesse dei mesi scorsi. Sul posto anche il vicesindaco della giunta Raggi, Luca Bergamo, e il ministro della Cultura Dario Franceschini che hanno assicurato la solidarietà delle istituzioni.

La solidarietà reale è però scattata sui social, dove il tam tam ha consentito la convocazione di una «passeggiata di autodifesa» dei cittadini democratici e degli abitanti di un territorio sempre più vessato da episodi di violenza legata allo spaccio di stupefacenti. La Pecora Elettrica si trova infatti tra la storica struttura sociale occupata del Forte Prenestino e via Palmiro Togliatti, una lunga zona di scorrimento che congiunge il quadrante della periferia sud est della città con le borgate storiche della resistenza romana al nazifascismo.

Il sospetto di un collegamento fra elementi dell’estrema destra e della criminalità del quartiere legata allo spaccio è stato più volte avanzato dalle forze sociali del quartiere ma le loro denunce sono cadute nel vuoto. Soltanto un mese fa era stata incendiata la pizzeria antistante la Pecora Elettrica. L’ipotesi degli investigatori in quell’occasione fu che, essendo le uniche due insegne a illuminare quel tratto della via altrimenti senza luce, gli spacciatori avevano cercato di creare una situazione in cui operare con maggiore tranquilità i loro traffici.

Moltissimi i messaggi di solidarietà e gli inviti a una nuova mobilitazione in favore di Pecora Elettrica: nei mesi mesi scorsi un crowfonding aveva permesso di raccogliere fondi per la riapertura insieme a numerose iniziative anche di altri esercizi della zona (stanchi delle continue vessazioni di gruppi criminali e di estrema destra).

Laura Boldrini, Stefano Fassina, Matteo Orfini e Nicola Zingaretti per la politica, ma soprattutto Michela Murgia, Gipi, Cecilia Strada e Christian Raimo per il mondo della cultura hanno voluto far sentire la loro voce in solidarietà della struttura. Adesso la parola tornerà ai cittadini, dopo il mini-corteo che attraverserà questa zona dimenticata dalle istituzioni di Roma sud. Sono in molti a ripetere sui social che senza una vigilanza attiva dei democratici non solo la zona di piazza dei Mirti ma l’intera Roma sta finendo per assomigliare sempre più a un ghetto, fuori dal controllo della vita civile.

(*) per alganews.it

(**) cfr Roma: rogo contro i libri (antifascisti)

 

ciuoti

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