Pena di morte: la storia di Paul David Storey e…

… e due riflessioni sulla pratica del linciaggio negli Usa

Testi ripresi dal notiziario 249 del Comitato Paul Rougeau. A seguire la presentazione, l’indice completo e un appello per chi vuole impegnarsi

 Il boia britannico Albert Pierrepoint

 

PROPOSTA IN TEXAS LA COMMUTAZIONE DELLA PENA DI MORTE DI STOREY

Speriamo che la sentenza di morte inflitta al nero Paul David Storey possa essere commutata in ergastolo, come vogliono i genitori della sua vittima.

Il 9 maggio il giudice Everitt Young ha proposto la commutazione in ergastolo della pena capitale inflitta a Paul David Storey, un nero di 33 anni che il 16 ottobre 2006 uccise a Fort Worth in Texas il bianco Jonas Cherry nel corso di una rapina.

La proposta del giudice Young deve ora essere accettata o respinta dalla Corte criminale d’Appello del Texas, il massimo organo giudiziario di quello stato.

Paul Storey era giunto alle soglie dell’esecuzione fissata per il 12 aprile 2017. Cinque giorni prima, la Corte criminale d’Appello del Texas aveva sospeso l’esecuzione perché l’accusa mentì durante il processo affermando che i genitori della vittima di Storey, Jonas Cherry, volevano la pena di morte (1).

Nella documentazione relativa al processo a carico di Paul Storey tenutosi nel 2008 leggiamo che l’accusatore disse alla giuria: “Naturalmente tutta la famiglia di Jonas Cherry e tutti coloro che lo amavano ritengono che la pena di morte sia appropriata.”

La madre e il padre di Jonas, nella petizione inviata in febbraio al Governatore Greg Abbott e alla Commissione per le Grazie del Texas, avevano scritto di non aver mai voluto la pena di morte per l’uccisore del figlio, bensì l’ergastolo, e di aver detto ciò chiaramente all’accusa.

Noi non vogliamo che un’altra famiglia debba soffrire per la perdita di un figlio o di un congiunto”, hanno scritto i Cherry. “Per i nostri valori etici e spirituali ci opponiamo alla pena di morte”.

L’intervento del giudice Everitt Young è stato accolto con sollievo dal difensore di Storey, il noto penalista Keith Hampton, e dalla madre single del condannato che lotta instancabilmente per salvare la vita del figlio (2).

Aspettiamo dunque il pronunciamento della Corte criminale d’Appello del Texas. Speriamo che sia un pronunciamento per la vita di Paul Storey (3)

(1) Vedi numero 237 del Notiziario.

(2) V. l’appassionato articolo scritto dalla madre di Paul Storey da noi riportato nel numero 236.

  1. In teoria l’accusa in tal caso si potrebbe appellare alla Corte Suprema degli Stati Uniti ma con probabilità vicine a zero di essere ascoltata.

nella foto Michelle Lyons

 

LA PENA DI MORTE AMERICANA É FIGLIA DEI LINCIAGGI RAZZISTI

Negli USA si combatte al pena di morte facendo vedere che essa è figlia della pratica del linciaggio.

Il 26 aprile scorso è stato inaugurato a Montgomery in Alabama il Memoriale Nazionale per la Pace e la Giustizia, un grande monumento i cui vengono commemorati 4.400 linciaggi avvenuti negli Stati Uniti tra il 1877 e il 1950 e viene dimostrato che il linciaggio fu una forma di terrorismo atto a mantenere la supremazia bianca nell’era delle leggi Jim Crow (1).

Bryan Stevenson, direttore esecutivo di Equal Justice Initiative che ha costruito il Memoriale, ha dichiarato che lo scopo del Memoriale è di incoraggiare gli americani a lottare contro un’eredità che ha effetti persistenti nell’attuale sistema di giustizia criminale. Secondo Stevenson, “il nostro obiettivo non è quello di creare contrapposizioni”, ma di “incoraggiare le persone a guardare la verità del nostro passato con più coraggio”.

La costruzione del Memoriale cominciò nel 2010 mentre EJI (Equal Justice Initiative) studiava le migliaia di linciaggi avvenuti nel sud degli Stati Uniti, molti dei quali non erano mai stati indagati. EJI era interessato non solo ai singoli episodi di linciaggio, ma voleva comprendere il clima di terrore cha la pratica dei linciaggi creò nella comunità nera quando sei milioni di profughi neri fuggirono dal sud per il terrore creato dai linciaggi.

EJI mentre costruiva il Memoriale ha condotto un ampio e documentato studio sui linciaggi in America ed ha prodotto un affascinate terribile rapporto in merito (2).

La prima edizione del rapporto intitolato “Linciaggi in America: confrontarsi con l’eredità del terrore razziale” risale 2015. Il rapporto documentava migliaia di linciaggi avvenuti in dodici stati del profondo Sud. in seguito EJI ha ampliato lo spettro della ricerca interessandosi anche dei linciaggi avvenuti al di fuori dei dodici stati del Sud.

Lo staff di EJI si è recato in centinaia di siti in cui avvennero i linciaggi allo scopo di ricostruire al meglio l’atmosfera in cui si produsse il fenomeno.

Il Memoriale Nazionale per la Pace e la Giustizia vuole ora essere un posto sobrio dove la gente si possa raccogliere per riflettere. EJI ha collaborato con artisti quali Kwame Akoto-Bamfo la cui impressionante scultura si presenta ai visitatori all’entrata del Memoriale. EJI poi conduce i visitatori in un viaggio nella storia della schiavitù, attraverso il terrore di linciaggio razzista, con testi, narrativa e monumenti alle vittime di linciaggio in America.

Al centro del Memoriale i visitatori trovano una piazza creata con la collaborazione del Mass Design Group. L’era dei diritti civili è rievocata da una scultura di Dana King dedicata alle donne che hanno sostenuto il boicottaggio degli autobus di Montgomery. Il viaggio nel Memoriale termina con l’illustra-zione dei problemi creati oggi della violenza della polizia e dalla giustizia razzista espressa, con un’opera di Hank Willis Thomas. Il Memoriale mostra scritti di Toni Morrison, le parole Martin Luther King e uno spazio di riflessione in onore di Ida B. Wells.

Il Memoriale comprende oltre 800 steli, una per ogni contea negli Stati Uniti dove si è svolto almeno un linciaggio. Sulle colonne sono incisi i nomi delle vittime dei linciaggi. Il Memoriale non è un monumento ma una realtà in divenire che si estende su una superficie di 2 ettari e mezzo ed accoglie in continuazione nuovi contributi.

Nel grande Memoriale Nazionale per la Pace e la Giustizia di Montgomery sono già passate molte migliaia di visitatori.

(1) Vengono chiamate “leggi Jim Crow” le leggi che furono emanate tra il 1876 e il 1965 in molti stati USA per mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di “separati ma uguali” per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi. Jim Crow è un personaggio nero caricaturale immaginario.

(2) Vedi https://lynchinginamerica.eji.org/report/

LINCIAGGI NELLA CAROLINA DEL SUD

I linciaggi razzisti commessi nel passato sono ormai condannati da tutti ma la pena di morte attuale è ancora affetta da innegabili discriminazioni razziali.

Gli Stati Uniti d’America riconoscono l’orrore dei linciaggi razzisti commessi nel passato ma la pena di morte attuale è ancora affetta da innegabili discriminazioni razziali.

Lo sostiene un’analisi effettuata il 14 maggio in South Carolina da ​​John Blume di Justice 360 ​​e dall’avvocatessa Lindsey Vann che si occupa di casi capitali sull’onda dello scalpore suscitato dall’inaugurazione del grande Memoriale Nazionale per la Pace e la Giustizia di Montgomery in Alabama (1) In tale Memoriale ci sono 800 steli in acciaio rossastro, uno per ogni contea in cui ha avuto luogo almeno un linciaggio. La Carolina del Sud è ben rappresentata con 35 monumenti, alcuni dei quali elencano più di una dozzina di vittime del linciaggio.

Blume e Vann (2) rilevano che la grande maggioranza di coloro che hanno perso la vita per un linciaggio sono stati uomini e ragazzi neri, alcuni adolescenti, accusati di stupro, tentato stupro o “offese” contro le donne bianche. Prima del 1899, nessuna persona di colore fu messa a morte regolarmente in Suoth Carolina dopo essere stata processata per stupro o tentata violenza carnale: ogni persona accusata di tali reati è morta in seguito ad un linciaggio.

Anche dopo il 1899, i linciaggi erano comuni per le offese alla “femminilità bianca meridionale”, che il pubblico riteneva meritasse una giustizia immediata, o quando il sistema di giustizia criminale non emetteva sentenze gradite dal pubblico. Ad esempio, dopo che un giudice ha emesso un verdetto di non colpevolezza in un processo per omicidio della contea di Aiken del 1926 la folla ha sopraffatto il carceriere ed ha linciato i tre imputati.

Il linciaggio si verificava anche per reati minori (la ricerca condotta da John Blume e da Lindsey Vann ha identificato un linciaggio di un uomo accusato di aver rubato una Bibbia e di una donna anziana che presumibilmente lo copriva) o per nessun crimine (ad esempio, i neri non “sanno stare al loro posto” nel sociale / nell’ordine economico).

L’ultimo linciaggio in South Carolina si è verificato circa una settantina di anni fa quando tale Willie Earle fu arrestato perché sospetto di aver ucciso un tassista di Greenville. Il 17 febbraio 1947 una folla bianca si impadonì dell’arrestato che venne ucciso, pugnalato e colpito da armi da fuoco. Dopo che molti degli uomini coinvolti si vantarono del loro ruolo nel linciaggio. 31 uomini bianchi furono processati per aver ucciso Earle. Una giuria di soli bianchi dichiarò gli imputati non colpevoli. L’aula scoppiò in un applauso e il giudice, disgustato dal verdetto e dalla reazione del pubblico, lasciò il suo scranno senza ringraziare la giuria per il suo servizio, come era di prammatica.

Blume e Vann affermano che è sbagliato dire che il linciaggio è un fenomeno del passato. A loro avviso il linciaggio è stato sostituito da un sistema legale che continua a infliggere la pena di morte in maniera sproporzionata agli imputati neri accusati di crimini che coinvolgono vittime bianche: la razza della vittima continua a essere un fattore determinante per essere condannati a morte.

John Blume e Lindsey Vann hanno esaminato i casi capitali in South Carolina dal 1977 ad oggi ed hanno trovato che l’81% di tutte le condanne a morte sono state imposte a imputati accusati di aver ucciso una vittima bianca.

Il braccio della morte della South Carolina contiene attualmente il 56% di afroamericani, sebbene gli afroamericani rappresentino meno del 30% della popolazione dello stato.

Blume e Vann hanno anche messo in rilievo diversi casi in cui uomini di colore sono stati condannati a morte da giurie tutte bianche (con giudici, accusatori e avvocati difensori bianchi), facendo apparire l’aula (almeno apparentemente) più simile a un linciaggio che a un tribunale.

Le radici razziste della pena capitale sono vive e vegete? George Santayana ha detto che “coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo”. A meno che non si affronti e non si riconosca la brutta storia linciaggio, non c’è speranza di ridurre gli effetti perniciosi della razza che continuano ad infettare la pena di morte della Carolina del Sud.

(1) Vedi articolo precedente.

2 – Vedi http://theitem.com/stories/how-southern-lynching-gave-birth-to-south-carolinas-death-penalty,308233

Noura Hussein rischia la pena di morte in Sudan.

PRESENTAZIONE del «Foglio di Collegamento» (numero 249)

   Già da una prima scorsa potrete vedere che dobbiamo ancora darvi notizie negative riguardo alla pena capitale e le altre violazioni dei diritti umani in Paesi culturalmente molto diversi da noi come quelli islamici, ma anche negli Stati Uniti, unico Paese occidentale che conserva la pena di morte.

In Europa occidentale la pena di morte è stata seppellita nella storia. Eppure nel nostro continente nel secolo scorso non si scherzava: leggete la singolarissima vicenda di Albert Pierrepoint, il boia britannico che ha impiccato – con perizia professionale – centinaia di condannati… pur essendo Pierrepoint del tutto scettico sul potere deterrente della pena di morte!

Ci sono molte notizie negative, è vero. Ma guardiamo anche alle notizie positive, come può essere quella della maturazione di una specie di rigetto della pena capitale da parte di Michelle Lyons, una donna che ha assistito, per lavoro, a oltre 280 esecuzioni compiute in Texas negli ultimi 12 anni.

Prima di salutarvi, un’avvertenza importante: molti degli articoli che pubblichiamo riguardano vicende che si evolvono nel tempo, su cui torniamo più volte a distanza di mesi o di anni. Le note a piè pagina rimandano ai numeri precedenti del Foglio di Collegamento nei quali si è parlato degli stessi argomenti: è facilissimo accedere a tali numeri nel sito www.comitatopaulrougeau.org

In un momento oscuro per i diritti umani anche nel nostro Paese, vi esorto ad andare avanti con coraggio e vi saluto cordialmente

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

PS. Nessuna nuova, fino ad ora, per Larry Swearingen e Tommy Zeigler, i condannati che seguiamo più da vicino, ma potrebbero essercene all’improvviso anche in piena estate. Dobbiamo tenerci pronti a mobilitarci in loro favore.

 

SOMMARIO

Forse Khalid Sheik Mohammed non verrà condannato a morte

Due correi condannati a morte in Georgia: uno ucciso il 4 maggio

Dopo tre rinvii, il Texas riesce ad uccidere Juan Castillo

Proposta in Texas la commutazione della pena di morte di Storey

Fratta e uno dei suoi complici vicini all’esecuzione

Il Nevada riuscirà ad ucidere Dozier volontario per l’esecuzione?

Oltre che in Nevada anche in Nebraska c’è chi vuole morire

Michelle Lyons ha assistito a 280 esecuzioni in Texas

La pena di morte americana é figlia dei linciaggi razzisti

Linciaggi nella Carolina del Sud

Donna somala lapidata dagli integralisti islamici

Sudan: sposa bambina violentata uccide il marito: condannata a morte

Abolita la pena di morte per i reati ordinari in Burkina Faso

Il più famoso boia britannico non credeva più nella pena di morte

Notiziario: Bielorussia, Cuba, Indiana, Iran, Mauritania, Missouri    

Sito Web del Comitato Paul Rougeau: www.comitatopaulrougeau.org

Pagina Facebook: Amici e sostenitori comitato Paul Rougeau contro la pena di morte

Scriveteci all’indirizzo paulrougeau@tiscali.it per comunicarci il vostro parere su quanto scriviamo, per chiederci ulteriori informazioni riguardo ai temi trattati, per domandarci dell’andamento delle nostre campagne in corso, per comunicarci il vostro accordo o il vostro disaccordo sulle posizioni che assumiamo.

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 3 giugno

un registro dei condannati a morte (del boia britannico Albert Pierrepoint)

 

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E’ di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente !

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Redazione
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