Per chi è dalle parti di Varese oppure…

vuole copiare un bel programma di cinema “sociale”

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«Un posto nel mondo»: percorsi di cinema e documentazione sociale (*)

…The unknown runners, La legge del mercato, Triangle, Diamante nero, Come il peso dell’acqua, Squola di Babele, Il bambino che scoprì il mondo, Dheepan, Non essere cattivo, Il sale della terra, Striplife e molto altro fino al 9 dicembre.

«Non è facile, neppure per una manifestazione che arriva alla quattordicesima edizione, assemblare un programma vario, stimolante e soprattutto coerente con l’idea che aveva guidato nel 2002 la nascita di questo progetto, che rimane ancora oggi quella di “parlare” a un territorio e un tessuto sociale tendenzialmente benestante e produttivo, che però ha visto scomparire la grande fabbrica e nascere e subito soffrire imprese artigiane, fabbrichette, lavoro nero e presto, come ovunque, fare i conti con la crisi. Attraverso un percorso articolato con film invisibili, documentari scomodi, riflessioni urgenti e piccole provocazioni nei confronti di una provincia culturalmente pigra, abbiamo cercato di comunicare la necessità di incontrare e raccontare contraddizioni, conflitti, speranze per conoscere meglio il nostro tempo e i suoi equilibri instabili, dove anche se spesso non li vogliamo vedere crescono disagi, disuguaglianze, diritti negati, nuovi bisogni. Come può, una manciata di film e reportage, testimonianze e riflessioni, essere utile a costruire nuove consapevolezze? Aiutarci a raccogliere nuove sfide, a rispondere con idee efficaci e buone pratiche? A quale pubblico si deve rivolgere e con quali strategie?

Il gruppo di lavoro che da anni continua a trovarsi attorno a un tavolo, per dare vita pazientemente anche a questa edizione della rassegna, prima di tutto cerca di dare visibilità a tematiche di attualità e a temi ineludibili (come l’urgenza di lavorare per la pace e la possibile convivenza) anche nella nostra realtà e cerca di dare le possibili risposte, costruendo un progetto di rete certamente debole ma vivo e originale. Ma sceglie, giustamente, anche di legarsi strettamente al lavoro di associazioni e operatori del mondo del lavoro, del sociale, della scuola che tutto l’anno, con impegno e passione, lavorano su questi temi, raccogliendo utili esperienze sul campo che però devono essere comunicate alla collettività, condivise il più possibile, diventare patrimonio comune.

Leggere e raccontare la realtà, mostrarla con la forza e l’immediatezza delle immagini, rifiutare i luoghi comuni e scavare con curiosità nel cuore delle metropoli o nelle periferie inospitali può diventare veicolo di nuove emozioni di fronte al vuoto di idee che accomuna vecchie politiche e nuove chiusure ideologiche, sia nella risposta a indubbie emergenze che a precari equilibri sociali. Le sezioni del lungo percorso (“Il racconto della realtà”, “L’Africa che corre”, “Sguardi sul lavoro”, “Percorsi di pace”, “Storie di integrazione”,“Famiglia, affido e accoglienza” e “Riflessioni sul clima”) e il libretto – che tenta di dare il possibile orientamento – in verità si intrecciano e dialogano tra loro, superando quegli steccati che spesso impediscono risposte efficaci ai problemi di oggi sempre più interconnessi e globalizzati. Senza contare che, con le suggestioni di un film premiato a Cannes, o il lavoro di filmmaker indipendenti, possiamo ugualmente provare a guardare dentro di noi…

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Gli organizzatori

Il progetto 2015 è promosso da ACLI, ARCI, CGIL,COOP Lombardia, Filmstudio 90 con la collaborazione di ACP Balerna, AFRICA&SPORT, AUSER, Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, Cooperativa Sociale Mondi Possibili, CPIA, L’Albero di Antonia, Legambiente, Name Diffusion, Petali dal Mondo, Unicef, Università del Quadrifoglio, Yacouba

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I luoghi

Varese: Sala Filmstudio 90, Via De Cristoforis 5; Cinema Teatro Nuovo, Via dei Mille 39 – Sala ARCI, Via Monte Golico 14; Sala ENAIP, Via Uberti 44 – Sala Montanari, Via Bersaglieri 1; Università degli Studi dell’Insubria, Sala “Granero-Porati”, Via Dunant 3.

Balerna (Svizzera): Sala ACP, Via S. Gottardo 102

Besozzo: Sala Letture del Comune, Via Mazzini 12

Busto Arsizio: Sala Quadrifoglio, Via Lodi 20/A; Salone Oratorio SS. Apostoli, Piazza Don Paolo Cairoli, 2

Cadenazzo (Svizzera): Centro Mövat, Via Camoghé 57

Gavirate: Sala Consiliare, Via De Ambrosis 13

Quinzano di Sumirago: Circolo ACLI, Via San Pietro 33

Tradate: Cineteatro Paolo Grassi 4K, Via G. Bianchi 1

Viggiù: Salone SOMS, Piazza Artisti Viggiutesi 5/6

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Uno sguardo al programma

La rassegna prende il via giovedì 5 novembre con una proiezione speciale che si terrà all’Università dell’Insubria: si tratta di The unknown runners di Boudewijn de Kamp, un documentario all’insegna dello sport e dei bravissimi maratoneti keniani, inedito per l’Italia e sottotitolato appositamente in italiano dall’associazione AFRICA&SPORT. Storie di lotte, speranze, sacrifici e di sogni da realizzare. Insieme a Transcend e Yema e Neka il film dà vita a una sezione, chiamata “L’Africa che corre” che si lega idealmente anche ai percorsi africani della recente rassegna “Di terra e di cielo”, l’altro progetto di rete che intreccia con “Un posto nel mondo” fertili contaminazioni.

Non a caso un’altra sezione, “Riflessioni sul clima” riprende in tre appuntamenti (due conferenze, rispettivamente con Frank Raes e Stefano Caserini e un’incontro con la presentazione di tre dialoghi in forma di documentario a cura di Fulvio Fagiani e Andrea Chiodi) la tematica ambientale e pone attenzione ai cambiamenti climatici e al futuro della terra.

Il tema del lavoro invece irrompe alla Sala Filmstudio 90 venerdì 6 novembre, con la programmazione in prima visione del film La legge del mercato di Stephane Brizé, dove uno straordinario Vincent Lindon, giustamente premiato a Cannes come migliore attore, affronta il dramma della disoccupazione e per trovare risposte si deve anche porre dilemmi morali imprescindibili dal punto di vista etico. Altre serate dove il lavoro è centrale vedranno la presentazione di Triangle di Costanza Quatriglio, premio Cipputi al Torino Film Festival, e il prezioso Piduguralla, la città della calce, ambientato in India e diretto da Adriano Zecca, che interverrà in due serate (il 3 dicembre all’ACP di Balerna e il 4 dicembre alla Sala Montanari) dove presenterà i suoi lavori e la sua esperienza di regista impegnato in ambito sociale.

Il tema delle migrazioni, della convivenza e dell’integrazione culturale ricorre in numerosi appuntamenti, a cominciare dal lucido e coinvolgente Diamante nero, diretto dalla francese Céline Sciamma e presentato a Varese il 9 novembre al Cinema Nuovo in una serata che prevede anche un momento conviviale. Replicato in tre città (Balerna, Busto Arsizio e Besozzo) Come il peso dell’acqua di Battiston, Liberti, Paolini e Segre è un esperimento dedicato da RAI 3 all’anniversario della strage di Lampedusa che unisce in modo originale cinema, teatro e reportage. Squola di Babele di Julie Bertuccelli presenterà invece con due serate a Viggiù e Varese la realtà ricca di sorprese di un istituto multietnico di Parigi.

Il tema dell’accoglienza è raccontato sia dal cinema, con il bellissimo cartone animato brasiliano Il bambino che scoprì il mondo (a Tradate il 29 novembre) che dall’intenso spettacolo teatrale con Maria Amelia Monti La lavatrice del cuore, proposto da Petali dal Mondo al Cinema Teatro Nuovo di Varese il 12 novembre. Peraltro ritroviamo il tema dell’infanzia anche nel documentario davvero “di strada” Il segreto, dove alcuni bambini di Napoli sono pedinati dalla telecamera mentre ricercano, per un fine che ci sfugge, alberi di Natale dismessi, e in quello diretto da Walter Veltroni (che presenterà il film in sala) I bambini sanno, capace di far parlare 39 bambini dal nord al sud Italia su temi come solidarietà, pace, futuro, amicizia. E ancora in una vera sorpresa, nel commovente film venezuelano Pelo Malo, premiato in molti festival internazionali, che segue il giovane Junior nelle periferie di Caracas.

Il cinema di fiction regala altre suggestioni, da Dheepan, Palma d’Oro a Cannes, alla travagliata Grecia di oggi raccontata da A blast, dal famoso Non essere cattivo (candidato italiano all’Oscar) a Bekas, in viaggio per la felicità del regista iracheno Karzan Kader, applaudito al Festival di Giffoni, un film simpatico e struggente, in programma il 20 novembre all’oratorio di Quinzano di Sumirago. Ma ci sono anche famosi documentari d’autore, come Il sale della terra di Wenders e Salgado, che regalano grandissime emozioni, mentre vivaci reportage indipendenti, presentati dagli stessi registi, ci portano direttamente al cuore dei conflitti: è il caso di Striplife (girato a Gaza) o di Capulcu, voices from Gezi (girato a Istanbul) che danno voce a chi ha davvero pochi massmedia in grado di raccontare storie spesso invisibili.

Interessanti e preziose altre serate, come quelle che presentano Rifiutati dalla sorte e dagli uomini di Vieri Brini e Emanuele Policante (Busto Arsizio, 13 novembre, presente il regista Vieri Brini) dedicato alla piaga del gioco d’azzardo e delle slot, e A tempo debito di Christian Cinetto (Varese, Sala Enaip, 19 novembre) dove una troupe entra in una casa circondariale e realizza un film con i detenuti. A Varese, invece, a detenuti e operatori della casa circondariale verrà proposta la proiezione di Quasi amici. Sempre a cura di Coop Lotta, ad Albizzate si parlerà di politiche giovanili e prevenzione, e si potrà vedere il provocatorio Smetto quando voglio.

Presentato nella sezione “Percorsi di pace” anche uno spettacolo teatrale sul filo della memoria, Il tascapane, dove vengono messe a confronto due anime della Grande Guerra, quella di Pietro, contadino pacifista, e quella di un impetuoso Ungaretti, che sceglie invece di combattere sul Carso.

Ancora da segnalare, nel ricco programma, un incontro che si terrà all’Università del Quadrifoglio di Busto Arsizio (con Luca Masera, esperto di diritto internazionale dell’immigrazione) e la serata con Giulio di Meo, che presenterà con slides il libro e la mostra fotografica dedicati al popolo Saharawi.

Info: Filmstudio 90, 0332.830053

https://shar.es/15ALnn

(*) Questo post è una sintesi di quanto scritto da Giulio Rossini, anima del Filmstudio-90.

 

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