Petizione contro i ladri di memoria

Petizione per ribadire l’importanza delle festività laiche

del 25 aprile, del 1 maggio e del 2 giugno

Onorevoli parlamentari,
i sottoscritti cittadini chiedono che il Parlamento cancelli il comma 24, art. 1, del Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, nel quale si prevede per tre importanti ricorrenze civili (25 aprile; I maggio; 2 giugno) una diversa collocazione o l’accorpamento a una domenica.

25 aprile: simbolo del riscatto e della dignità popolare. dopo gli strazi della guerra e la vergogna dell’occupazione nazista.

1° maggio: simbolo del riscatto e della dignità del lavoro. dopo secoli di lotte e sfruttamento.

2 giugno: simbolo del riscatto e della dignità nazionale. dopo la vergogna della dittatura fascista.

Tutti, o quasi, sanno che il 2 giugno 1946 ci fu il referendum monarchia-repubblica.

Molti, comunque troppi, non sanno che, grazie al 25 aprile, quelle del 2 giugno 1946 furono le prime libere elezioni dal 1924.

Molti, comunque troppi, non sanno che, grazie al 25 aprile, quel giorno, quel benedetto 2 giugno 1946 per la prima volta il diritto di voto fu riconosciuto anche alle donne.

Molti, comunque troppi, non sanno che, quel giorno, il 2 giugno 1946 si votò anche per eleggere l’Assemblea Costituente. Che in un anno e mezzo di intensissimo lavoro, superando, pur mantenendole, profondissime differenze politiche, arrivò ad approvare una splendida Carta Costituzionale ancora oggi incredibilmente fresca e di enormi potenzialità.

Tre date, tre simboli, di cui siamo orgogliosi.

tre date che fanno sentire l’orgoglio di essere italiano.

vogliamo continuare a sentire questo orgoglio.


La decisione del governo di eliminare le festività civili potrebbe considerarsi soltanto un esempio di insipienza politica se non fosse collegata ai correnti attacchi alla Costituzione, ai diritti dei lavoratori, alla libertà di stampa, al rapporto corretto e bilanciato fra i poteri.. Una scelta che evidenzia non solo il disprezzo per la Storia ma annuncia una “cesura” istituzionalizzata della “memoria collettiva di un popolo”.
Ovviamente, pare superfluo ricordare che una festività rimanda a uno o più significati sui quali riflettere.
La “Libertà da ogni forma di oppressione” o il “Diritto al Lavoro “, valori universali, vengono sacrificati all’insegna di una pseudo-economia.
Quello che hanno seminato con grandi sacrifici i “Padri”, per inettitudine, ignoranza culturale ed opportunismo politico, porteranno a una già preoccupante “rimozione della memoria” nonché ad una lesione dei valori sui quali la stessa Costituzione italiana si fonda.

Più che di festività laiche bisognerebbe parlare di festività civili.

Il principio di laicità ispira tutta la Costituzione (è stato ribadito principio supremo in tante sentenze dalla Corte costituzionale; supremo quindi non modificabile, non soggetto a revisione). La laicità tutela ognuno di noi: credente, non credente, diversamente credente.

Eliminando le feste civili si finisce per violare proprio il principio di laicità. Favoriti saranno i cattolici che vedono non intaccate le loro festività. Discriminati gli altri.

Per un cittadino italiano laico e democratico l’abolizione di quelle tre festività equivale a quella di Natale e Pasqua per un cattolico: dunque un fatto gravissimo.

E’ oltraggioso speculare sulla crisi per eliminarle, mentre sarebbe opportuna una mobilitazione antifascista.

Si sollecitano, pertanto, tutte le forze sociali, politiche ed istituzionali a riflettere su un provvedimento che deteriorerebbe non solo un legame generazionale, aprendo uno iato tra la Memoria soggettiva e quella collettiva, ma orienterebbe verso l’Oblio.


Firme

Riccardo Sirello – Savona

Primarosa Pia

Angela Rigoli, Padova

Marcella De Negri, Milano

Rossella Ratti

Silvana Vercelli, Asti

Monica Bancaro, Bolzano

Carla Guidi, giornalista, Roma

Mauro Stroppiana, Canelli

Valeriano Cisini

Carla Cavazzi

Armando Rabaglia

Gilberto Pagani, Milano –www.legalteamitalia.it

Anna Maria Ori, Carpi

Gian Carlo Scarrone, Canelli

Maria Pia Simonetti

Silvia Sorisio

Attilio Vittorio Beltramino, Volvera (Torino)

Domenico Stimolo, Catania

Silvia Buzzelli, Milano

Walter Castaldo

Raul Mordenti, Roma

Prof. Vittorio Rapetti, Acqui Terme

Giancarlo Limone, Milano

Annalucia Messina

Virna Reggio, Belveglio-Asti

Francesca Donati

Margherita Granero, Torino

Ivano Tajetti, ANPI Barona, Milano.

Lia Arrigoni, Verona

Mauro Scrinzi

Nicola Musumarra

Antonio Pioletti, Catania

Corrado La Rosa, Cestas

Adriana Martinelli

Maria Teresa Siri

Gabriella Mossotto, Costigliole d’Asti

Maria Carla Mancinelli, Roma

Luigi Botta, ANPI Legnano

Aldo Borghesi, Issra (Sassari)

Questa petizione è promossa dai componenti del Gruppo DEPORTATIMAIPIU,

luogo di dibattiti e ricerca o diffusione di notizie riguardo l’attività di Associazioni che tutelano la Memoria, o quella di Centri culturali o istituzionali, non solo nazionali, o persone che si occupano di argomenti storici o battaglie civili.

I messaggi inviati dalla mailing si individuano dalla dicitura [r-esistiamo].

Moderatrice unica Primarosa Pia.

chiunque può aderire scrivendo a   deportatimaipiu@gmail.com

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Dò la mia adesione ovviamente.
    Aggiungo a questo bel testo l’invito a riflettere su alcune considerazioni del sempre lucidissimo Sandro Portelli (su “il manifesto” del 23 agosto) sotto il titolo “Cancellate le feste, inizia il saccheggio”
    (db)

  • ginodicostanzo

    Petiziono anch’io….

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