Philip Dick, un pericoloso No-Tav

Ricevo e con un misto di stupore, ammirazione e ghigno lo metto subito in blog (db).   

(oggetto) FANTASCIENZA SOVVERSIVA

ciao db
fra le mail di stamattina ho ricevuto un articolo/comunicato riguardante gli ultimi arresti di No Tav, fra i quali c’è un compagno di Milano. Ho trovato particolarmente interessanti le ultime righe: «Infine, e soprattutto, esigiamo l’immediata restituzione
delle opere di Philip K. Dick sequestrate a Mattia nel corso della perquisizione. Se i cinque Digos incappucciati gliele avessero chieste gentilmente, il nostro compagno avrebbe anche potuto prestargliele, ma così è prepotenza bella e
buona! In ogni caso, segnaliamo loro che esistono pure le biblioteche».
Quindi occhio a scrivere di tracce pedagogiche nella fantascienza, che da qui ai “cattivi maestri” il passo è breve
buona giornata
Sandra
PS: i libri del nostro Philip faranno buona compagnia alle 17 (diciassette!) copie di «Digitalis Purpurea», libro (di cui ti parlavo) auto-prodotto di riflessioni femministe su corpo, conflitto e violenza, che furono sequestrate qualche mese fa a una nostra compagna sempre nell’ambito dello stalking sui NoTav

 

Redazione
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7 commenti

  • Come stavo spiegando a un’amica l’altro giorno, non è un caso se i fascisti si sono ripresentati a voler bruciare una libreria, non di certo a distruggere un negozio di elettronica… e tempo addietro avevo recensito proprio il libro di Fernando Baez “Storia dei roghi di libri”, proprio su questo blog, dove si affrontava con serietà e precisione storica tutte le distruzioni di libri dalle tavolette sumere fino alla guerra in Iraq… tutti i dittatori come primo atto bruciano i libri, poichè sono semi di libero pensiero… e il libero pensiero fa paura, soprattutto se esso è pensiero critico…
    e poi davvero non riesco quasi a crederci che la DIGOS sia cosi deficiente da sequestrare dei libri di fantascienza solo per leggerli… sanno anche troppo bene che basta che il ragazzo sporga regolare denuncia e quei bifolchi vengono sbattuti fuori dalla polizia a pedate nel culo, soprattutto quando la segnalazione arriva al prefetto…
    continuate a scrivere di pedagogia e filosofia nella fantascienza, continuiamo a seminare puro buon senso… a dispetto di “quei che non ce comanda, e ghe saria sempre na bruta banda, ma anche i sgheri del Dose i xè i peso ciosoti de peestrina…”
    FORZA COMPAGNI!.

    • grazie Fabrizio
      ho qualche dubbio che nella polizia italiana di oggi si venga sbattuti fuori per abusi (o peggio, vedi Genova 2001) ma lo prendo per un auspicio.
      Confesso però che (nonostante la moglie veneta, per altro assente in questo cruciale momento…) “I peso ciosoti de peestrina” mi lascia un poco perplesso. Gradito un chiarimento
      FORZA COMPAGNI
      db

  • Carissimo DB,
    dall’alto dei miei attuali studi di legge, posso garantirti che non solo è cosi, ma che anche le pene sono particolarmente severe (Berluska non ha toccato questo elemento, pertanto presente anche nel TULPS Testo Unico Legislativo Pubblica Sicurezza e nel famigerato codice Rocco del 1934, in cui dagli articoli 35 in su viene dettagliatamente espresso) e che dopo la condanna non ti possono riprendere in nessun corpo statale.
    Che poi per Genova abbiano fatto “pettini” questo è assolutamente innegabile, per proteggere i fascisti, come ora e come allora, si fa questo e altro.
    In altri casi, molti carabinieri sono stati sbattuti fuori dall’Arma, ne ho conosciuti personalmente che hanno pagato duro la propria violenza per tanto provata in sede processuale e confermata in appello.
    Purtroppo il vero problema è che molti, nei pestaggi e negli abusi della polizia, non sporgono regolare denuncia, soprattutto a seguito di pacifica manifestazione.
    E vorrei ricordarti come in realtà tutto ciò non fa altro che il sapiente gioco dei Padroni, come testimonia la feconda ed efficientissima Strategia del Terrore che dalla nascita della nostra Repubblica ha insanguinato l’Italia e sappiamo per conto di chi.
    Purtroppo Palmiro Togliatti ha fatto un errore madornale a graziare i fascisti e a non sottoporli a giusto processo come i gerarchi nazisti a Norimberga.
    E purtroppo, a parte i militanti comunisti ed ex partigani come lo storico sindaco di Venezia Giaquinto, non è mai stato abbastanza denunciato e perseguito il reato di “apologia di fascismo”… anzi, è stato persino più volte messo alla berlina perchè ritenuto da certi intellettuali quale un “sopruso”.
    Purtroppo ora il colpo di Stato è sempre più alle porte e i fasci neri stanno marciando al grido di “riprendiamoci l’Italia”.
    E nessuno li ferma.
    Comunque ti confermo che la legge prevede tante belle pene per chi commette abuso di potere.
    Solo che il sistema è pachidermico (a tale proposito t’invito alla proficua lettura del codice di procedura penale, che ti renderà edotto su molte cose, ma va a finire che prima o poi ci scriverò un articolo divulgativo per far capire che non siamo gli anglosassoni e che le lunghezze del Sistema sono a dir poco endemiche).
    Comunque, promesso, appena ho due soldini da parte mi prendo la seconda laurea in giurisprudenza…
    Per quanto riguarda “ciosoti peso dee peestrina”, non sono altro che una metafora che usa l’immagine della popolazione di Chioggia unita a quella di Pellestrina, che sono un misto tra gli abitatori del profondo di lovecraftiana memoria e i baccelloni de “L’invasione degli ultracorpi”, ad indicare quelle persone a cui interessa solo il proprio orto casalingo e poi il resto del mondo si fotta… un atteggiamento assolutamente antisociale e antipolitico che ha portato questo paese, come altri, alla catastrofe e che, molto sinceramente, ormai non sopporto più.
    I miei omaggi 😀

  • Da tutto questo omaggiarsi e spiegare, che ho letto con piacere, ho capito solo le seguenti due cose:
    1) L’urgente necessità di copiare il post sul mio blog;
    2) che finalmente qualcuno ha trovato il termine adatto per definire la sostanza dell’atteggiamento persecutorio assunto dalla magistratura, per conto dello stato, nei confronti dei resistenti NO-TAV: stalking. Non sarebbe male renderne edotto il procuratore capo di Torino, che ha il capo voltato costantemente da tutt’altra parte. Dice al servizio della legge, vedremo se anche attento a questa parte della legge: gli abusi dei custodi della legge!

  • come saranno invidiosi gli altri scrittori per non essere stati sequestrati…

    • ci sono molte storie vere e altrettante leggende su poliziotti, carabinieri e altri sbirri alle prese con i libri. Una delle vicende più celebri è l’ordine che arrivò agli sgherri di Pinochet: “distruggete tutto quello che ha a che fare con Cuba”… e loro obbedirono alla lettera; non rimase in Cile un solo libro, rivista o fascicolo a esempio che parlasse del cubismo. Una farsa dentro la tragedia.
      E’ bello però pensare (come accade nel romanzo e film “Fahrenheit 451” o, parlando invece di radio sovversive nel film “Lavorare con lentezza”) che qualche tutore del presunto ordine… usi la testa: e invece di bruciare i libri o distruggere radio… legga, ascolti, pensi, capisca e alla fine passi dall’altra parte. Perciò vecchio Philip….- “facce er miracolo”.

      • Il post di Daniele, compreso il suo commento qui sopra, mi fa pensare all’episodio raccontato dal sacerdote domenicano Frei Betto nel suo libro “Battesimo di sangue”, in cui racconta la persecuzione del regime militare brasiliano contro i domenicani. A proposito dei rapporti tra Frei Betto e il guerrigliero Carlos Marighella, il militare che interroga il frate domenicano gli chiede, nel corso di un dialogo surreale: “Ma lei è per la bibbia di Marx?” e Frei Betto, di rimando: “Sono per la bibbia di Gesù, Sono però i gesti concreti di giustizia che ci salveranno. Marighella era in quell’ordine di idee legato alla giustizia e all’uguaglianza”. E ancora: “Ma lei vuole il comunismo?” E Betto: “Lotto contro la violenza della borghesia nei confronti dei lavoratori, contro le strutture della società capitalista e la dottrina della chiesa non scarta il diritto degli oppressi a difendersi. Ho letto Marx, Engels, Guevara, Mao… noi domenicani quando vogliamo conoscere una teoria abbiamo imparato che è meglio andare direttamente alla fonte”.

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