Philip Schultz: «Nessuno in questa famiglia sospetta mai di essere infelice»

157esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Nessuno in questa famiglia sospetta mai di essere infelice;

anzi, più infelici siamo, meno lo sospettiamo.

Mio zio se ne va in giro con un rasoio legato a un laccio rosso

intorno al collo, urlando e pestando sulle cose.

Quando è infuriato, e lo è sempre, si accovaccia a terra

e urla finché ha le vene del collo gonfie come condotti di vapore.

Mamma si chiude in bagno con me e con nonna finché non si è sfogato.

Passiamo molto tempo in bagno senza mai sospettare niente.

Non avevano tutti a Cuba Place uno zio nascosto

in una stanzetta accanto alla cucina che urlava in una radio della polizia e scriveva

lettere ai presidenti morti mentre leggeva riviste sexy tutta la notte?

Non vivevano tutti in una casa dove tutti si sentivano fregati,

ignorati, e senza speranza di redenzione?

[frammento da «Vivere nel passato» in «Il dio della solitudine», traduzione di Paola Splendore]

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra gli ultimi versi inviati quelli da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. Devo con forza smentire la voce che “cicala” sia in vacanza e io stia recuperando suoi vecchi invii; cascasse il naso a Matteo49milioniSalvini se c’è in questo qualcosa di vero. Dunque “cicala” torna presto, non mi far scrivere – sbagliando citazione – che settembre è il più crudele dei mesi. [db]

Redazione
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