«Piangi, Pierrot»

db sull’ultimo numero di «Julia»

«Un delitto particolarmente feroce» annuncia il tenente Webb a Julia Kendall (se non lo sapete è una criminologa, consulente della procura, soprattutto per la sua esperienza in serial killer). Il morto aveva 27 anni, Todd Parrish: è stato scaricato nella scarpata di una strada con un paletto – casuale o simbolico? – nel cuore.

Sapremo subito che la maglietta indossata da Parrish rimanda al locale Pierrot frequentato da omosessuali. «Un covo di pervertiti, immagino» si lascia scappare (o è voluto?) il tenente Webb. «Immagina male, c’è molta più perversione nelle discoteche cosidette “normali”…» gli replica Bertrand Hayes, ovvero Bert: è un amico di Julia, presente sulla scena per una circostanza fortuita, ma si rivelerà un protagonista quasi decisivo nell’indagine perchè …

Fermi lì anzi fermi qui: in “bottega” raccontare le trame (spoilerare è il termine alla moda) è sconsigliatissimo, figuriamoci per un’indagine poliziesca. In questa vicenda è evidente da subito dove troveremo il colpevole ma chi legge “deve” scoprire poco alla volta il vero movente.

Come sempre la sceneggiatura di «Julia» è impeccabile. Questo numero 261, intitolato «Piangi, Pierrot» è arrivato in edicola ai primi di giugno: 130 pagine per 4,50 euri. Il soggetto è dell’inventore di «Julia» cioè Giancarlo Berardi che, come d’abitudine, ne cura la sceneggiatura con Lorenzo Calza. In questo caso i disegni sono di Claudio Piccoli.

Se il tenente Webb non capisce (o ha paura?) Julia ci guida fuori dall’odio e dall’ignoranza: «Viamo in tempi difficili. E strabici. La cosa più naturale del mondo, l’orientamento sessuale, viene riconosciuta e osteggiata allo stesso modo. I Paesi più evoluti hanno allargato i diritti, hanno adeguato le loro legislazioni alla modernità, riconoscendo le unioni fra individui dello stesso sesso. Si chiama civiltà…».

Il contrario è essere incivili, spaventati, violenti. Omofobi.

Molti passaggi memorabili. E citabili.

Per esempio: «il sole può anche nascondersi» dic Bert e Kline (*) gli risponde: «molto jazz come ragionamento». Ma si sta parlando d’altro. O forse no.

Citabili (cercateli in rete) i versi del «Secondo Preludio» di Umberto Saba che è anche una chiave di lettura per capire sia quel paletto assassino sia il prendersi per mano delle ultime immagini.

Un bel numero di «Julia»: come sempre, un po’ più di sempre.

(*) Elia Kline è un musicista immaginario: in “bottega” è comparso, di sfuggita, qui: Uno splendido 80enne e il giro del giorno in…

Due giorni fa sintonizzandomi su Radiotre (alle 14 c’è Wikiradio, una specie di «Scor-date») ho sentito la puntata dedicata alla nascita di «Ken Parker» – il 4 giugno 1977 – memorabile fumetto di Berardi allora in coppia fissa con Ivo Milazzo. In “bottega” ho scritto (con il mio omonimo, è buffo vero?) di Ken Paker qui: Insuperabile no, però insuperato finora. Se non lo conoscete…. affrettatevi: le biblioteche e le “fumetterie” sono riaperte. 

Di Julia invece ho scritto più volte: Julia: «in direzione ostinata e contraria», Quanto ci servirebbe in Italia qualche Julius Church in più e Lo ridico: «Julia ti amo» . E ogni inizio mese punto l’edicola.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Pierluigi Pedretti

    Ho i primi cento numeri di Julia. Poi ho detto stop, per non affezionarmi troppo ed estenuarmi. Lo stesso feci per il centesimo numero di Dylan Dog. Ken Parker lo incontrai a Pisogne in provincia di Brescia in quei fine’70 e non lo lasciai mai, qualsiasi edizione venisse fuori dopo la sua chiusura. Berardi un gigante della sceneggiatura, e Milazzo una pietra miliare del fumetto italiano. Grazie db.
    P.S.
    Mi scuso per averti confuso per anni con il tuo omonimo, forgiando una sola persona, che univa le mie passioni: fantascienza e fumetto.

  • Fabrizio Melodia

    Ti scordasti della recente storia di Julia ambientata a Venezia, dove fa capolino, in modo assai scanzonato, Giacomo Casanova. Ah stai invecchiando, amico mio. Bravo come sempre, ma ora fai coppia con la Fata Smemorina.

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