Poligoni di morte: il governo legalizza

del Comitato sardo Gettiamo le Basi (*)
Con il decreto legge 91 del 25-6-2014 il governo legalizza la contaminazione, affossa il processo sul poligono della morte Salto di Quirra,

garantisce vita eterna e licenza di uccidere ai poligoni concentrati in Sardegna.
Il comitato Gettiamo le Basi, componente del Cnsc (Coordinamento Nazionale Siti Contaminati), fa pienamente suo il comunicato del Coordinamento che denuncia le nefaste conseguenze dell’innalzamento per legge dei valori soglia degli inquinanti, l’equiparazione delle aree militari ai siti industriali, l’instaurazione del principio «chi inquina non paga ma è premiato».
Ricordiamo.
1 – Il decreto mostriciattolo, concepito da governo e Parlamento, era in gestazione dall’agosto 2012. Nel gennaio-febbraio 2013 Gettiamo le Basi denunciò il regalo per militari e grandi inquinatori in arrivo e le devastanti ricadute sulla Sardegna. Parlamentari sardi, Regione, forze politiche hanno finora mantenuto il silenzio totale. Adesso che faranno? Continueranno a tacere o lanceranno le solite vane “parole di fuoco” di rito contro il governo patrigno?
2 – Il cosiddetto Piano di riqualificazione Salto di Quirra, fortemente voluto dalla sarda nomenclatura (dai sindaci ai parlamentari, in particolare del Pd) e riproposto dal governatore Pigliaru in occasione della Conferenza del 18/6, ha in programma l’insediamento e lo sviluppo di un «polo tecnologico industriale» nell’area del poligono della morte. Del tutto verosimile che la “riqualificazione” sostenuta da Regione e variegate autorità locali della Sardegna abbia favorito la nascita del decreto che equiparando le strutture militari ai siti industriali legalizza la contaminazione bellica e concede agli Stati Maggiori licenza di uccidere il popolo sardo.

STOP BIOCIDIO
del Coordinamento Nazionale (Lazio e Abruzzo Siti) Contaminati
Comunicato stampa del 26/06/2014.
Bonifiche. Miracolo del Governo Renzi, 30.000 ettari di nuove aree industriali in Sardegna e migliaia in altre parti d’Italia!
E’ solo un favore ai vertici militari, si alzano i limiti per l’inquinamento dei suoli di 100 volte.
Il governo Renzi moltiplica le aree industriali del Paese ma l’obiettivo non è creare occupazione ma mettere sotto al tappeto la contaminazione dei suoli delle aree militari alzando anche di 100 volte i limiti di legge.
Il decreto 91/2014 pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, chiamato in maniera tragicomica «Ambiente Protetto» dal ministro Galletti, è un vero e proprio vergognoso colpo di spugna sullo stato di contaminazione delle aree militari del Paese. Decine di migliaia di ettari distribuiti in tutto il Paese occupati da poligoni militari, campi di addestramento, caserme, e in cui sono state svolte per decenni attività che possono aver liberato sostanze pericolose (si pensi ai continui brillamenti di cariche nei poligoni) ora vengono equiparati ad aree industriali per i quali la legge prescrive soglie di contaminazione molto più alte.
Il decreto prevede, infatti, che nelle aree militari si deve far riferimento ai limiti della colonna B della tabella relativa alle soglie di contaminazione dei suoli del decreto legislativo 152/2006, quella relativa alle aree industriali, e non già alla colonna A, quella con i limiti per le aree residenziali e a verde.
Per fare un esempio, nelle aree a verde la soglia per il cobalto è 20 mg/kg mentre per le aree industriali è 250 mg/kg, più di 10 volte. Per la sommatoria dei composti policiclici aromatici (fra cui diversi tossici e/o cancerogeni) addirittura il limite per le aree industriali è più alto di 100 volte (1 mg/kg contro 100 mg/kg). Il benzene, cancerogeno di prima classe per lo Iarc – International Agency for Research on Cancer – ha un limite più alto di venti volte (0,1 mg/kg contro 2 mg/kg). Per il tetracloroetilene, un altro sospetto cancerogeno e tossico per il fegato, il limite è 40 volte più alto.
Il tutto in aree che spesso appaiono come ampie zone verdi coperte da macchia mediterranea e boschi! Si pensi a Capo Teulada e a Quirra (Perdasdefogu) in Sardegna oppure a Monte Romano in Lazio (vasto 5000 ettari!).
Il Decreto di fatto impedirà l’alienazione delle aree militari a favore di Regioni e Comuni che li richiedono da tempo per un loro uso civile perché si prevede che in tal caso si debba tornare a considerare la tabella A, quella con i limiti più stringenti. A quel punto chi sarà così incauto da proporre di spendere centinaia di milioni di euro per le bonifiche in presenza di una legge che consente di rispettare la legge con limiti molto più elevati e senza spendere un euro?
(*) Comitato sardo Gettiamo le Basi, per contastti: 346 7059885 -070 823498

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