«Potere al popolo», non solo una lista

di Andrea Coveri

Ieri sera a Imola si è tenuta un’assemblea di «Potere al popolo» (*) con alcune/i attivisti dell’ex-opg occupato “Je so’ pazzo” di Napoli. Ero curioso di ascoltare ma ahimè troppo malmesso per andarci; spero che qualcuna/o presente ne racconterà in “bottega”. Intanto ecco un riassunto- presentazione di Andrea Coveri del gruppo organizzativo dell’appuntamento imolese. [db].

Può essere utile ripercorrere brevemente le tappe. Comincia tutto il 18 giugno al teatro Brancaccio di Roma, con l’assemblea lanciata dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e dall’avvocata Anna Falcone, avente lo scopo di “riunire la sinistra” alternativa al Partito Democratico. All’appello rispondono, fra gli altri, il Partito della Rifondazione Comunista, l’Altra Europa con Tsipras, Sinistra Italiana, Possibile. Dopo quella giornata, si sono tenute circa 100 assemblee in tutt’Italia, a cui hanno partecipato migliaia di persone per costruirne il programma politico “dal basso”. Quest’ultimo lo si sarebbe dovuto discutere e approvare il 18 novembre nel secondo appuntamento nazionale convocato da Montanari e Falcone. Tuttavia tale processo è stato frustrato dalle scelte di Sinistra Italiana e Possibile, che hanno stipulato un accordo elettorale fra segreterie di partito con MDP, il partito di D’Alema, e hanno fatto calare dall’alto e del tutto parallelamente al “percorso del Brancaccio” questo loro “nuovo” progetto politico, sfociato nella creazione del solito cartello elettorale, con Piero Grasso incoronato leader, e domani pronto a fare da stampella in Parlamento al Partito Democratico. Montanari e Falcone, dopo aver benedetto il percorso avviato dalla triade, si sono tuttavia dovuti rendere conto che il progetto di Fratoianni, Civati e Speranza non poteva che scavalcare di fatto tutto il percorso messo in campo fino a quel momento, sicché hanno deciso di annullare l’assemblea di sabato 18 novembre che avrebbe dovuto dare seguito a tutto il lavoro fatto dalle assemblee territoriali. E’ a questo punto che gli/le attivist* dell’ex-OPG occupato “Je so’ pazzo” di Napoli lanciano un appello per la costruzione di un soggetto di sinistra radicale, antiliberista, alternativo al PD e a tutt* coloro che ne condividono ancora gli ideali di fondo, ma soprattutto in stretta connessione con le lotte e le vertenze che attraversano tutto il Paese nell’epoca della crisi. Un soggetto che non abbia come unico scopo quello di superare una soglia di sbarramento elettorale e che non ha paura di presentarsi già alle prossime elezioni politiche «per dare voce ai senza voce», ai lavoratori e alle lavoratrici, ai precari, ai disoccupati, ai pensionati con la minima e a chi una pensione non la vedrà mai, ai migranti, alle donne e a tutt* coloro che ogni giorno non smettono di tenere accesa la fiamma del conflitto sociale.

La prima assemblea nazionale di «Potere al popolo», che si è tenuta quel 18 novembre al Teatro Italia di Roma, ha visto la partecipazione di quasi 800 persone, testimoniando quanto sia diffusa la voglia di costruire percorsi nuovi, radicali, aperti, che nascano e si sviluppino in connessione con il popolo e le sue esigenze, che tutelino ambiente, sanità, istruzione, lavoro, giustizia sociale. A quell’assemblea non è mancata la partecipazione di alcun* attivist* imolesi interessati/e alla costruzione di un progetto come quello a cui l’ex-Opg occupato “Je so’ pazzo” stava dando avvio.

Da allora qualcosa di imprevedibile si è prodotto. Decine e decine di assemblee sono state convocate in tutte le regioni, scatenando un vero protagonismo dal basso che ha unito reti, associazioni, comitati, attivisti ma anche tante persone che non vogliono più subire governi scellerati. Ne è venuto fuori un programma elaborato collettivamente, a cui ogni gruppo attivo e molti singoli stanno contribuendo con integrazioni e aggiunte, suggerimenti e idee a partire anche dalle istanze che vivono nel territorio di provenienza.

Domenica 17 dicembre si è svolta la seconda assemblea nazionale a Roma, la quale ha formalmente lanciato la lista elettorale «Potere al popolo». Un appuntamento a cui hanno partecipato oltre mille persone, gran parte delle quali, dopo tanti anni di delusioni, hanno ritrovato l’entusiasmo di prendere parte in prima persona a un processo collettivo aperto, radicale, che affonda le proprie radici nelle varie forme di resistenza che si manifestano ogni giorno sui territori e che «Potere al popolo» sta finalmente riconnettendo. L’assemblea ha visto la partecipazione di varie delegazioni internazionali (dell’ambasciata palestinese, di France Insoumise e di Unidos Podemos), di varie personalità del mondo dei movimenti sociali (Nicoletta Dosio dei No Tav, rappresentanti dei No Tap, Haidi Gaggio Giuliani…), di varie vertenze in corso nel mondo del lavoro e della scuola, di intellettuali come Christian Raimo e Francesca Fornario.

Viola Carofalo, portavoce del progetto, dichiara: «Finalmente parte in Italia un progetto politico in totale discontinuità col panorama politico attuale. Abbiamo in programma di fare tutto al contrario. Per troppo tempo la sinistra a parole ha detto di voler difendere i lavoratori, l’ambiente e i diritti sociali e poi ha fatto il contrario approvando le peggiori riforme del lavoro, speculando sui territori con grandi opere inutili e senza un piano di prevenzione e messa in sicurezza del territorio, tagliando servizi pubblici essenziali e alimentando la crescita dei privati, mettendo quindi il profitto di pochi prima dei diritti di tutti. Noi partiamo da chi nei territori non si è arreso e ha costruito reti di solidarietà e mutuo soccorso rispondendo ai bisogni delle persone con pratiche efficaci. Si tratta di partire dall’applicazione dei principi della nostra Costituzione costruendo una rete collettiva che permetta la mobilitazione popolare e che attacchi finalmente la classe dirigente di questo paese promuovendo riforme per redistribuire la ricchezza e ampliare I meccanismi di partecipazione democratica e di controllo popolare dal basso sul funzionamento e l’efficienza di istituzioni pubbliche e private».

Lunedì 18 dicembre è arrivato anche il sostegno diretto del leader di France Insoumise, Jean Luc Mélenchon, che ha dichiarato: «Noi non siamo più soli. Da ogni lato sorgono energie e raggruppamenti a vocazione tribunizia e popolare. La nostra lotta paziente e senza concessioni ha aumentato la fiducia in sé di coloro che non si sottomettono, tra tutti i popoli. E noi aumentiamo la nostra determinazione vedendoli sollevarsi».

«Potere al popolo» è un progetto appena nato, ma che non intende fermarsi; non vede la scadenza elettorale come unica bussola per orientare le proprie scelte ma come un’occasione per dare slancio a un percorso che vuole riunire “il popolo della sinistra” a partire da coloro che hanno subìto la crisi e ogni giorno lottano nei propri territori per rovesciarla addosso a chi l’ha causata.

Sito web di «Potere al popolo»: www.poterealpopolo.org

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/poterealpopolo.org/

(*) cfr in “bottega” Sinistra antiliberista: ieri i “pazzi” a Roma  di Checchino Antonini

Redazione
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2 commenti

  • Da partecipante all’assemblea di ieri a Imola, penso che ci sia dopo tanti anni (ma veramente tanti), l’occasione di creare qualcosa di nuovo (o meglio, la parola giusta è diverso) rispetto alle esperienze passate.
    C’è una visione chiara di cosa è necessario fare per riportare politiche di sinistra reali tra le persone. Questo perchè chi sta portando avanti il percorso di Potere al Popolo (il centro sociale Ex Opg Je So’ Pazzo in primis, ma non solo) queste politiche le sta già mettendo in pratica nei quartieri e nei territori da anni, a stretto contatto con chi ha vissuto la crisi, la mancanza di lavoro, le discriminazioni di genere e di etnia sulla propria pelle, ed altri/e ancora. Solo che finora non ha mai pensato (o voluto?) tradurle in un messaggio politico a livello nazionale.
    Questa è la differenza con le altre proposte politiche della cosiddetta “sinistra”, che sinistra non è più da tempo: la differenza tra chi ripropone compromessi e messaggi ormai svuotati da ogni reale significato pratico, e chi può invece proporre in maniera credibile le proprie idee perchè è da anni che si “sporca le mani” per metterle in pratica!
    Il percorso è appena cominciato e non ha nessuna intenzione di fermarsi alle elezioni, anzi l’obiettivo primario non è il risultato delle urne, ma creare un progetto credibile con cui dare forza alle lotte!

  • Gian Marco Martignoni

    Premesso che non ho mai dato credito alla mistica del Brancaccio, prendo atto che – nonostante il netto spostamento a destra dell’asse politico – anche nelle elezioni del 2018 quanto sopravvive, faticosamente, a sinistra del PD, a differenza di quanto avviene in Europa,non riesce a presentare una lista unitaria, per ragioni che sono davvero inspiegabili. In Francia Melenchon è un ex-socialista e il Pcf fa parte, nonostante molte divergenze , di France Insoumise ; in Germania la Linke è il prodotto dell’unificazione con gli ex-socialdemocratici guidati da O.Lafontaine. Solo da noi impera la logica della frammentazione, o peggio del minoritarismo ad oltranza. Se solo penso a cosa ha significato in negativo l’esperienza fallimentare di Rifondazione Comunista ( ? ),come si può dare ancora credito a chi stava nel gruppo dirigente.quatto quatto,con Fausto Bertinotti.

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