Profughi perché? Solidarietà come?

Non solo Venezia ma anche Ventimiglia: un week end per passare all’azione e ragionare sulle guerre in atto e quelle a venire

di Andrea Cusatelli

MauroBiani-migrantiOrdine

Molte persone, soprattutto le più navigate, si sono ormai convinte che in Italia la sinistra sia, più che a pezzi, apatica e totalmente in coma, se non addirittura morta da più di un decennio. Ovviamente questa sensazione getta sconforto in partiti e organizzazioni istituzionali che guardano a sinistra; coinvolge meno invece i movimenti radicali più giovani, come quello sul diritto alla casa o allo studio, e in generale chi fa un quotidiano lavoro sociale.
Eppure il vento in Europa e nel mondo sembra cambiare, pretende una risposta politica attiva, urgente, responsabile.

La guerra sta arrivando sui nostri confini. Fra pochi giorni scatterà la più grande esercitazione della Nato: sono in preparazione nuove guerre che partiranno soprattutto da Napoli e da Vicenza. Possiamo ancora far finta di nulla? Anche per questo aspettiamo soluzioni dalla Merkel? Certo che no…
Così io credo che domani 11 settembre in tutte le piazze dove si risponderà all’appello della “
Marcia scalza” (è qui: http://donneuominiscalzi.blogspot.it/) con Amnesty International Italia, Cgil, Emergency, Arci, Acli, Terres des Hommes, Mani Tese,
Medici Senza Frontiere… e con le tante persone senza alcuna etichetta, si debba anche guardare al futuro prossimo. E parlare anche delle guerre: le molte iniziate e le altre che purtroppo ci minacciano.

L’appello di Venezia ricorda che è «arrivato il momento di decidere da che parte stare. E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte».
Se dobbiamo solidarizzare con tutte/i coloro che scappano dalle guerre (moltissime persone diventano profughi per questo) non possiamo più ignorare la questione di fondo: chi crea e alimenta queste guerre? E chi crea le catastrofi ambientali ed economiche che producono effetti tragici anche senza l’uso di bombe?

Molte persone giovani – senza tessere o deleghe – a Ventimiglia come in molti altri luoghi sono già impegnate nell’accoglienza di profughi e migranti, anche per garantire il diritto di ogni essere umano alla mobilità. Singole persone, la rete No-Border, una vera auto-organizzazione dal basso stanno conducendo una resistenza civile alla dissoluzione politica dell’Europa. Rivendicano il diritto alla solidarietà, in modo intelligente, ostinato e creativo: ci sono gruppi attivi da anni ma anche molte reti nate o cresciute negli ultimi 3 mesi. Questo movimento talvolta è riuscito a sfruttare a proprio vantaggio (o meglio a vantaggio di profughi e migranti) persino le ipocrisie e le scaramucce all’interno della politica istituzionale europea. Ha in poco tempo intrecciato e costruito un gruppo di pressione sull’opinione pubblica a livello continentale. E’ molto ma ovviamente non basta.

Questo articolato movimento ha organizzato un meeting da domani a domenica sulla spiaggia di Ventimiglia dove molti profughi sono ancora bloccati. Forse un’occasione – per me almeno lo è – per togliersi di dosso chiacchiere e frustrazioni, passando all’azione cioè organizzandosi.

Solidarity without borders! Ventimiglia 11-⁠12-⁠13 settembre Assemblea transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione (ITA)

Qualcosa di più di «una freakkettonata con retrogusto un po’ pietista» (come scrive, con ironia, uno degli attivisti sul blog Ventimiglia_noborders). Un appuntamento parallelo e, se si vuole, più militante e più concreto della pur utile marcia veneziana. Ma in tutti i luoghi io credo che la necessaria domanda sia: oltre a organizzare solidarietà a chi scappa dalle guerre possiamo tentare di bloccare quelle in corso e impedire le prossime?

LA VIGNETTA E’ DI MAURO BIANI

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