Puglia: nuova strage di braccianti mentre a Bologna…

…. scoppia una cisterna e sembra una guerra.

Qui sotto trovate le prime notizie sulla strage di oggi (di nuovo nel Foggiano) e il comunicato del Centro di Iniziativa Proletaria “G Tagarelli” su quanto accaduto sabato; a seguire il comunicato di Vito Totire sulla tragedia di Borgo Panigale

LE PRIME NOTIZIE (intorno alle 19) parlano di un «incidente stradale» sulla strada statale 16, nella località Ripalta, cioè nel Foggiano con 12 morti (tutti braccianti) e tre feriti. Lo scontro frontale è avvenuto tra un furgone carico di migranti rientrati da poco dai campi e un tir carico di pomodori. Vale per questi nuovi morti sul lavoro quanto scritto sabato dal comunicato del Centro di Iniziativa Proletaria “Tagarelli” che potete leggere qui sotto.

Sabato 4 agosto quattro braccianti sono morti nel primo pomeriggio in un incidente a un incrocio sulla strada tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri (Foggia) travolti da un Tir carico di pomodori lungo la strada che percorrevano per tornare alle loro baracche. Intrappolati in un furgone per il trasporto merci; altri quattro sono rimasti feriti, due di loro sono in rianimazione. Tutti provenivano dall’Africa, tutti giovanissimi.

I lavoratori, dopo una giornata di 12 ore di lavoro, tornavano alle loro fatiscenti baracche, in cui lo Stato e i padroni costringono a vivere degli esseri umani.

Non la fatalità ma l’aumento dello sfruttamento è la causa principale degli infortuni e dei morti sul lavoro.

Dietro la politica dell’“unità nazionale” e del “prima gli italiani” si nasconde lo sfruttamento di chi si arricchisce sulla pelle dei lavoratori, la lotta di classe e il contrasto tra oppressi ed oppressori.

Nel 2018 il bracciante, “l’operaio moderno” – al contrario degli oppressi di altri periodi storici, con l’affermarsi dell’industrializzazione “4.0” e dell’aumento della concorrenza fra proletari – non solo non ha possibilità di migliorare le sue condizioni di vita e di lavoro ma cade anzi sempre più in basso, al di sotto delle condizioni della sua classe di appartenenza.

Lo sfruttamento e i morti (sul lavoro, di malattie professionali o a causa di lavoro come quelli in itinere) dimostrano che l’esistenza della borghesia non è più compatibile con lo sviluppo della società. Quindi non di costo del lavoro bisogna parlare ma di costo del capitale che i proletari e le masse sfruttate del mondo pagano ogni giorno sulla propria pelle .

Non basta resistere agli attacchi dei padroni, bisogna organizzarsi per passare al contrattacco.

La lotta economica è un aspetto della lotta tra le classi, esprime un conflitto di interessi tra borghesia e proletariato. E’ una lotta necessaria per limitare lo sfruttamento capitalistico, ma per quanto efficace possa essere, da sola non basta.

L’esperienza ricorda costantemente ai lavoratori che la classe operaia, nella difesa dei suoi interessi materiali, lotta contro gli effetti e non contro le cause del proprio sfruttamento.

Separare la lotta economica da quella politica per la presa del potere politico è sempre stato l’obiettivo della borghesia.

L’emancipazione degli operai deve essere opera degli operai stessi” ed è giunto il momento in cui gli operai e gli sfruttati di tutto il mondo – se vogliono liberarsi dalle catene dello sfruttamento capitalistico – devono cominciare a organizzarsi con un loro partito per distruggere questo sistema di produzione inumano che continua a riprodurre gli operai come schiavi e i capitalisti come padroni.

Centro di Iniziativa Proletaria “G Tagarelli” – Sesto San Giovanni (Milano)

https://it-it.facebook.com/cip.tagarelli

https://ciptagarelli.jimdo.com/

Incidente” sulla tangenziale a Borgo Panigale

di Vito Totire (*)

E’ stato fatto il possibile per la prevenzione?

La dinamica è del tutto diversa; soprattutto il bilancio è meno grave ; ma viene comunque in mente la strage di Viareggio.

Gli incidenti possono accadere anche nel migliore dei mondi possibili e i fatti non sono ancora chiari.

Nella speranza che il bilancio delle sofferenze umane non si aggravi nelle prossime ore, esprimiamo cordoglio a familiari delle vittime e auguriamo buona guarigione ai feriti.

Ma alcuni interrogativi sono doverosi:

  1. Alle 14 con il caldo che c’era il transito di un tir carico di infiammabili era evitabile?
  2. In che condizioni guidavano e lavoravano i conducenti dei mezzi coinvolti? C’è un sindaco in Puglia che ha vietato il lavoro nei campi tra mezzogiorno e le 16; si deve pensare a misure analoghe per situazioni particolari di rischio; non è detto che si risolva tutto ma prima di escludere misure di questo tipo occorre essere sicuri che siano davvero superflue;
  3. Il rischio intrinseco del Tir era segnalato adeguatamente? il mezzo doveva essere preceduto e seguito da segnalatori?
  4. Le condizioni di traffico erano modificabili?
  5. Che provvedimenti saranno presi per mitigare gli effetti dell’inquinamento dell’aria e del suolo?

Auspichiamo una rapida ed esaustiva inchiesta. Ma è necessario un ripensamento delle modalità di trasporto di merci pericolose in termini di orari, modalità di esecuzione, informazione e prevenzione dei rischi territoriali.

Quello che è successo rimarrà una pagina nera nella storia di Bologna.

Si poteva evitare o attenuare l’impatto fino a livelli non così disastrosi?

(*) Vito Totire , a nome del circolo”Chico” Mendes e di AEA (Associazione esposti amianto e rischi per la salute)

Bologna, 6.8.2018 , ore 19

Redazione
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Un commento

  • da Vito Totire
    APOCALISSE A BORGO PANIGALE – NON DIMENTICARE IL 6 AGOSTO 2018
    Un gravissimo incidente sul lavoro si verificò il 6 agosto 2018 sulla tangenziale a Borgo Panigale. La dinamica dell’evento non è stata approfondita adeguatamente; la procura della repubblica, come in altre circostanze , si è fermata ad una analisi superficiale e pressappochista culminata nella affermazione del pm incaricato secondo cui si doveva chiudere in fascicolo senza individuare imputati né responsabilità.
    E’ STATO “ASSOLTO” IL LAVORATORE CHE GUIDAVA IL MEZZO ESPLOSO MA NON è STATA NEANCHE MINIMAMENTE PRESA IN ESAME NE’ IMPUTATA LA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO RISPETTO AL FATTORE DI RISCHIO TURNI – RIPOSI – DISTRESS…
    Visto che il lavoratore non telefonava, non c’era nulla altro su cui “indagare” ?
    La organizzazione del lavoro è “innocente” ?
    Per la città fu un trauma scoprire che carichi così pericolosi potevano rovinare sulle case , abitazioni o posti di lavoro, determinando danni e lutti enormi (DUE MORTI,145 FERITI, DANNI INGENTI).
    Le attuali proposte istituzionali sul “passante di mezzo” sono sulla stessa lunghezza d’onda della condotta assunta dalla procura della repubblica. Sono proposte che non vogliono mettere in discussione l’attuale modello di sviluppo e vogliono a questo sacrificare il territorio e la salute dei cittadini.
    La “soluzione” non è devastare e cementificare il territorio subordinadolo a un sistema di movimentazione coatta delle merci che sta diventando sempre più paradossale e mortifero sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo;
    il traffico veicolare deve essere preso in esame come una organizzazione del lavoro e deve essere adeguato alle esigenze del territorio e non viceversa.
    Dunque il traffico deve essere ripensato in termini di ecologia, ergonomia e sicurezza sul lavoro.
    Molti incidenti , i più gravi, sono proprio connessi a una organizzazione del lavoro dei conducenti dei mezzi pesanti del tutto inaccettabile dal punto di vista della sicurezza, della salute e della ergonomia; se eliminiamo questi incidenti e infortuni, compresi quelli cosiddetti “In itinere” (anche essi legati quasi sempre a condizioni disergonomiche – dai colpi di sonno alla ossessione del “just intime” – e a vetustà e mancata manutenzione dei mezzi) le strade italiane diventerebbero molto più sicure.
    Ma soprattutto: occorre ELIMINARE LA DEVASTANTE MOVIMENTAZIONE COATTA DELLE MERCI CHE RISPONDE A INTERESSI ECONOMICI “PARTICOLARI” CHE NON TENGONO IN NESSUN CONTO LA QUALITA’ DELL’ARIA , LA SALUTE E IL RISPETTO DELA INTEGRITA’ DEL TERRITORIO.
    Altrimenti, se vogliamo produrre vino nel Vulture e imbottigliarlo in Veneto (ALLA FACCIA DEL DICHIARATO KILOMETRO ZERO !) CI SARA’ SEMPRE BISOGNO DI ALLARGARE AUTOSTRADE E CEMENTIFICARE-IMPERMEABILIZZARE SEMPRE DI PIU’ TUTTO IL SUOLO E IL PAESE.
    Da questo punto di vista le ultime proposte circolate a riguardo della “mitigazione” dell’impatto ambientale sono grottesche; e grottesco ancora di più è che se ne facciano carico soggetti che si dichiarano di “sinistra” : vernici che “assorbono” l’inquinamento, stazioni per ricariche elettriche, coperture filtranti, pannelli fonoassorbenti ecc.
    Sono proposte subalterne a un modo di produzione che non si vuole mettere in discussione anzi che si vuole fare accettare addolcendo la pillola.
    L’esperienza del’aeroporto di Bologna dimostra e consiglia che i decisori politici responsabili dello status quo danneggiano gravemente la salute e devono essere mandati a casa.
    Tentare di ridurre il rumore oltre che una ipotesi illusoria (o peggio gestita col criterio della “monetizzazione”come per l’aeroporto) significa ragionare su uno solo dei problemi del’impatto ambientale; proporre espedienti assurdi e inefficaci per la riduzione dell’inquinamento significa non comprendere che l’unico modo per evitare l’incremento di patologie (broncopolmonari, cerebrali e cardiovascolari) tra i residenti nelle aree attraversate da grandi volumi di traffico (l’incremento è documentato da numerose e inoppugnabili indagini epidemiologiche) sarebbe attaccare un bocchettone e un tubo di tanti kilometri quanto è lunga la tangenziale a ogni auto in entrata; solo così si potrebbero filtrare i gas di scarico e non con i “giochi di prestigio” magnificati di recente anche dal gruppo Coalizione civica.
    Peraltro si apprende dai quotidiani che la conferenza dei servizi si aggiorna a dopo le elezioni comunali; non ci pare che questa conferenza sia stata allargata a tutti gli aventi diritto ma si cercherà di interferire con la fase finale della stessa per portare quegli elementi di chiarezza che mancano nell’approccio che il “Palazzo” ha riservato alla questione riducendola ad una diatriba tra partitini alla ricerca di voti.
    AL MOMENTO RITENIAMO CHE LA TANGENZIALE DEBBA ESSERE MESSA IN SICUREZZA E DEBBA ESSERE CONTROLLATA CON I MEZZI DELLA VIGILANZA ISPETTIVA SULLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E SUI LIVELLI DI FLUSSO (COME PER L’AEROPORTO) ANCHE IN UNA CORNICE CHE PREVEDA NUMERO CHIUSO E CONTINGENTAMENTO DEI TRANSITI .
    Poi : gli alberi, le ricariche elettriche, la fonoassorbenza vanno bene, ma per suggellare scelte radicali a monte e non per imbellettare una catastrofe ambientale e sanitaria come quella già in atto destinata a peggiorare col cosiddetto “passante di mezzo”.
    Vito Totire, Rete per la ecologia sociale
    Bologna, 6.8.2021

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