Quanti mnemoni ci sono in questo blog?

Una quasi recensione (preventiva) all’Urania che presto uscirà con una prima antologia, che a mio parere non dovete perdere, di Robert Sheckley

«Può un uomo ammalarsi per carenza di Plutarco o morire per insufficienza di Platone? […] Conosco un uomo che ha trovato il coraggio solo dopo che gli avevano parlato di Epaminonda e una donna diventata bella solo dopo aver sentito narrare di Afrodite».

Ma di cosa sto parlando?

Vi riassumo (con tutti i rischi delle sintesi) «Lo mnemone», una delle storie di questa antologia – che vorrei prooooooprio compraste – di Sheckley così vi fate una opinione da soli.

Inizia così: «Fu un gran giorno, per il nostro villaggio, quando lo mnemone arrivò. Ma non lo riconoscemmo, lì per lì perché lui ci nascose la sua vera identità. Disse di chiamarsi Edgar Smith e di essere un restauratore di mobili […] Fino a quel momento non avevamo mai conosciuto nessuno che avesse qualcosa da nascondere».

Al villaggio pensano che sia un poliziotto: «La signora Marsini era del parere che le domande fatte da Smith sulla polizia stavano a dimostrare che lui stesso era un poliziotto».

[…] «Un giorno lo accompagnai su un’altura. Era una giornata bellissima. Smith contemplò il panorama e dichiarò che era splendido.

Mi richiama alla mente quella frase famosa di William James – disse – Come era? Ah sì “Un panorama sembra imprimersi nella coscienza più di qualsiasi altro elemento della vita”. Eh? Molto appropriato, non ti pare?

Chi sarebbe questo William James? – domandai.

Smith mi guardò e strizzò l’occhio.

Ho per caso fatto quel nome? E’ stato un lapsus».

[…] Di lapsus in lapsus in paese cominciano a sospettare che Smith sia uno mnemone, cioè che faccia parte di una «minoranza clandestina». Siamo in una società che – come scoprirete leggendo il racconto – ha deciso di vietare la memoria perché «la storia andava riscritta e la letteratura regolarizzata, potata, addomesticata, resa ordinata o abolita del tutto». Là dove regna il pensiero unico e semplificato con ogni evidenza Montaigne, Shakespeare, Aristofane sono un pericolo per chi comanda. E una risorsa invece per il 99%. «Il passato è una parte necessaria di noi e toglierci quella parte significa mutilarci in modo irreparabile».

Non vi dirò altro di questo racconto.

Però spero che abbiate abboccato. Che giochi sull’avventuroso o sia più politico, che usi la fantascienza («Giardiniere di uomini») o no («Cipolle e carote»), che sia semplice («Sente qualcosa quando faccio così?») o in apparenza complicato («Nota sulla percezione delle differenze immaginarie») – tanto per citare 4 racconti che troverete in questa prima antologia che Urania porta in edicola – Sheckley è un mago di parole e di trame.

Come ho scritto in blog, un anno fa, recensendo «La settima vittima» (Nottetempo editore) – cfr Sheckley, magazziniere di mondi – «per un trentennio Sheckley fu un rabdomante delle storie: puntava la sua bacchetta che quasi subito vibrava facendo sgorgare acque purissime e mai viste prima». Beh, ogni tanto anche lui “toppava” (come si dice a Roma) e l’acqua non era pura al 100% ma… quanti rabdomanti-acquedotti conoscete che non sprechino neppure una goccia?

Ho scritto altre volte di Sheckley in blog: in particolare vi consiglio Lo stile Aion nel suo massimo splendore) dove lo saccheggio e ho anche adattato un suo lungo racconto, «L’accademia», per una sorta di performance (qui in blog vedi Gli alienometri) a due voci che ogni tanto porto là dove ci sono sciagurate/i che mi ascoltano.

In definitiva, se ancora non conoscete Sheckley…. tenete d’occhio l’edicola e fate questo primo assaggio: le papille del cervello godranno e, se avete gusti simili ai miei, le pietanze successive vi piaceranno ancora di più.

 

Redazione
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3 commenti

  • carissimo, ma è sicuro che lo comprerò… scherzi? 😀 ma è anche probabile che molti racconti li abbia già… ho guardato a casa quelli in mio possesso e lo confronterò… 😀

  • l difetto delle recensioni “preventive” come quella che ho fatto qui sopra è ovviamente non avere il libro sotto mano. Ora ce l’ho (7,50 euri ben spesi)
    Dunque vado a precisare e completare quanto scritto.
    1 – In edicola questo Urania-Millemondi (448 pagine) si intitola «AAA Asso decontaminazioni interplanetarie e altri racconti».
    2 – In mezzo a molti racconti divertenti (evviva) ma poco “impegnati” ci sono un paio di capolavori nel senso stretto del termine: in particolare il mai abbastanza lodato «Il magazzino dei mondi» (che se non ricordo male meritò una lunga citazione di Umberto Eco, molti anni fa).
    3 – Ci sono almeno due racconti dei quali ho perso la memoria; vado a riscoprirli con gran gusto (yuk-yuk).
    4 – A completare il libro una breve prefazione di Giuseppe Lippi.
    (db)

  • «Mun Mun»., assolutamentre da leggere

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