Quell’11 ottobre, ultimo giorno di libertà…

per i popoli nativi delle Americhe

Come vedrete – alla fine del post – a Pordenone l’11 e il 12 ottobre i popoli «nativi» sono protagonisti. Da tempo circola anche in Italia l’idea che l’11 ottobre di ogni anno

venga scelto per «Una giornata in memoria del genocidio dei popoli indigeni» con risvolti “istituzionali” oltrechè  di solidarietà dal basso (come già ora accade).

Qui sotto trovate il documento-manifesto (varato un anno fa) per la costituzione del «Comitato 11 ottobre» appunto «per l’istituzione della Giornata della memoria del genocidio dei popoli indigeni e per la ratifica della Convenzione Ilo 169» (se non sapete di che si tratta potete leggerla su www.survival.it, il sito di Survival). Io credo che questa proposta potrebbe e forse dovrebbe essere ripresa da un arco di forze internazionaliste e solidali: abbiamo bisogno di memoria e di liberarci dai guasti dell’Occidental-centrismo che continua a imperversare da secoli. (db)

MANIFESTO DI COSTITUZIONE DEL COMITATO 11 OTTOBRE per l’istituzione della Giornata della memoria del genocidio dei popoli indigeni e per la ratifica della Convenzione Ilo 169.

Nell’epoca della globalizzazione “forzata” in cui siamo portati a pensare che sia inevitabile la progressiva e inesorabile omogeneizzazione delle culture e dei popoli, è fondamentale dare voce a tutti i popoli indigeni che ancora oggi, nonostante secoli di genocidio fisico e culturale, continuano a r-esistere e affermare un modo diverso di rapportarsi con la Madre Terra.

Il Comitato 11 Ottobre – formato da gruppi e associazioni che da molti anni si battono per il diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni di tutto il pianeta – si è costituito a Genova il 13 aprile 2008 allo scopo di diffondere la conoscenza di una storia diversa da quella scritta dai vincitori e promuovere iniziative di supporto a tutte le rivendicazioni che oggi, faticosamente, i popoli nativi portano avanti.

Per fare ciò pensiamo sia necessario partire dalla consapevolezza che a una strada lastricata d’oro “scoperta” dai colonizzatori ne è corrisposta un’altra, di lacrime e sangue, sofferta dai colonizzati. La metafora può apparire forte ma di fatto siamo a ricordare un genocidio perpetrato su milioni di persone e migliaia di popoli e culture. Non serve oggi, e non lo vogliono i popoli indigeni, focalizzare l’attenzione e l’analisi su quanto è avvenuto in passato, però ignorare la storia non produce pacificazione ma rancori. La possibilità di costruire un futuro fondato su un vero rapporto di rispetto e incontro reciproco deve partire dal riconoscimento di ciò che è accaduto, e continua ad accadere anche oggi ai popoli indigeni in ogni parte del mondo, dal Botswana al Tibet, dalle Americhe all’Oceania.

A tale scopo il “Comitato 11 Ottobre” si è proposto di realizzare – ogni anno a partire dall’11 e 12 ottobre 2008 – due giornate di incontri ed eventi culturali incentrati sulla resistenza dei popoli indigeni, intesa come fiera conservazione della propria dignità e identità culturale. Il proponimento del Comitato è quello di dare voce ai popoli indigeni con l’intento anche di iniziare uno scambio di pensieri, tradizioni e valori tra le culture. Nel 2008, a Genova, gli eventi hanno visti protagonisti esponenti della cultura nativa americana (scrittori, artisti, danzatori). Ogni anno le manifestazioni porteranno la testimonianza di quanto ancora oggi sia viva la cultura dei popoli indigeni del mondo e di quanto sia importante per loro resistere “in positivo” per realizzare spazi autonomi di sovranità e autodeterminazione così come previsti dalla Convenzione Ilo 169 e dalla «Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni» approvata dalle Nazioni Unite.

Per questo il Comitato 11 Ottobre sostiene la campagna affinché anche il nostro Paese ratifichi la Convenzione Ilo 169, unico strumento giuridico internazionale vincolante su cui i popoli indigeni e tribali possono contare per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

Gli eventi organizzati rappresentano l’occasione per sostenere la campagna di richiesta al Parlamento italiano per l’istituzione di una “GIORNATA DELLA MEMORIA DEL GENOCIDIO DEI POPOLI INDIGENI” in corrispondenza dell’11 ottobre. La scelta di questa data vuole ricordare, in modo simbolico, l’ultimo giorno di libertà dei popoli indigeni americani, nella speranza che il cerchio spezzato si possa ricomporre per le generazioni future.

Ecco un elenco delle prime adesioni al Comitato 11 ottobre: Associazione A SUD (Roma), Associazione Akicita (Bergamo), Associazione Aica (Ravenna), Associazione ECOcentrici (Roma), Associazione Gaia Terra (Roma), Associazione Huka Hey (Pordenone), Associazione Hunkapi (Genova), Associazione Il Cerchio (Coordinamento nazionale), Associazione Kiwani-Il Risveglio (Firenze), Associazione Sesto Sole (Bergamo), Associazione Soconas Incomindios (Torino), Associazione Wambli Glesca (Ravenna), Centro di Documentazione sui Popoli Minacciati (Firenze), Coordinamento Ligure Donne Latino Americane (Genova), Gruppo Heyata (Vicenza), Gruppo Osimo-Ancona, Gruppo di solidarietà “Time for Peace” (Camogli), “MAPUCHE”, Associazione d’amicizia con il popolo Mapuche (Como)…

ED ECCO IL TESTO DELLA MOZIONE

La Camera,
premesso che:

nel 1982 l’Organizzazione delle Nazioni Unite istituì il Working Group on Indigenous Populations;

il 27 giugno 1989 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) adottò la Convenzione 169 concernente i popoli indigeni e tribali in stati indipendenti;

l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 1993 Anno Internazionale dei Popoli Indigeni;

nel 1995 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il periodo 1995-2004 Decennio Internazionale dei Popoli Indigeni e successivamente proclamò il periodo 2005-2014 Secondo Decennio Internazionale dei Popoli Indigeni;

il 13 settembre 2007 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni;

evidenziando che:

il genocidio iniziato il 12 ottobre 1492 e perpetrato per cinque secoli sui popoli indigeni è costato la vita a milioni di persone e ha provocato l’estinzione di centinaia di culture, lingue, tradizioni, stili di vita e conoscenze;

la diversità culturale dei popoli indigeni ancora oggi costituisce la stragrande maggioranza della diversità culturale dell’umanità e che tale diversità culturale è una ricchezza che è necessario trasmettere alle generazioni future;

nonostante la costante attenzione del sistema delle Nazioni Unite, nella concreta pratica politica degli Stati troppo spesso difettano, o sono completamente trascurati, gli universali princìpi di giustizia, democrazia, rispetto per i diritti umani, eguaglianza, non discriminazione, buon governo e buona fede nei confronti dei popoli e delle persone indigene;

centinaia di popoli indigeni e oltre 370 milioni di persone indigene in tutto il mondo sopportano quotidianamente estese violazioni dei diritti sanciti dalla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, dalla Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni e dalla Convenzione Ilo 169;

la possibilità di costruire un futuro di pace, fondato su un vero rapporto di rispetto e incontro reciproco fra i popoli indigeni ed il mondo non indigeno, può essere possibile solo partendo dal riconoscimento di ciò che è accaduto in passato, e continua ad accadere anche oggi, ai popoli indigeni in ogni parte del mondo, dall’Africa all’Asia, dalle Americhe all’Oceania;

la data dell’11 ottobre 1492 può essere simbolicamente considerata l’ultimo giorno di libertà dei popoli indigeni;

impegna il governo:

a istituire la “GIORNATA DELLA MEMORIA DEL GENOCIDIO DEI POPOLI INDIGENI” in corrispondenza dell’11 ottobre di ogni anno a venire.

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Redazione
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  • SARINA ALETTA MI SEGNALA

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    “VIENE IL CERVO AL MIO CANTO”
    monologo poetico drammatizzato
    POETI NATIVI AMERICANI FRA SUONO PAROLA E IMMAGINE

    Prigionieri di artifici letterari, inaccessibili ai non “addetti ai lavori”, siamo conquistati dalla “magia” dei “CANTI DEGLI INDIANI D’AMERICA” come dalla voce poetica di molti popoli che vivendo ancora a contatto con la Natura conservano capacità di sintesi per noi irrimediabilmente perdute: essenzialità e immediatezza che faticosamente rincorriamo immaginando di poter “acchiappare” la Poesia.
    Maggiormente colpisce in questi canti il respiro universale che, indipendentemente dalle distanze di tempo e di luogo, rivela un’unica mente e un unico cuore.
    Nella ventennale ricerca attorno alle “POTENZIALI DRAMMATICHE NELLA POESIA”
    non mi è stato mai difficile assemblare in un solo “affresco” autori, latitudini e periodi diversi, rafforzandosi in me la convinzione che, oltre apparenze formali e avidità, nell’interesse di pochi, le necessità primarie, il pensiero e i sentimenti d’ogni creatura possono naturalmente armonizzarsi.
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    ESIGENZE TECNICHE:
    Lo spettacolo è realizzabile in teatri tradizionali, in palchi all’aperto e in vari spazi scenici come in sale di piccole dimensioni. Le musiche possono essere registrate o eseguite dal vivo. Impianto luci, amplificazione e schermo per proiezione video.
    BREVE NOTA BIOGRAFICA
    Sarina Aletta lavora nel campo dello spettacolo come attrice-cantante, regista, autrice ed è critico e insegnante di Arte Scenica. Scrive inoltre d’arte figurativa e nell’ambito dell’indagine sociale.
    Contatti: tel. 328.90.32.491 – sarinaletta@libero.it

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