Religione a scuola? Fuori dall’orario obbligatorio

di Antonia Sani (*)

L’IRC “DEVE” ESSERE COLLOCATO AL DI FUORI DELL’ORARIO SCOLASTICO OBBLIGATORIO, È QUESTO CHE DOBBIAMO OTTENERE

«Per farli scegliere da grandi, scegli l’ora alternativa».

Con questo slogan l’Uaar – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti – ha iniziato una campagna su tutto il territorio nazionale.

Siamo alla consueta polemica, su uno dei pochi punti in cui non ci sentiamo in sintonia con l’Uaar. L’ora alternativa è da contestare. Essa infatti rafforza sempre più la presenza dell’IRC (insegnamento religione cattolica) nell’orario scolastico obbligatorio. È frutto di un marchingegno indegno costruito dalla ministra Franca Falcucci; accettato dal Vaticano e difeso dai prelati docenti di IRC… purché la disciplina “alternativa” non sia tale da farsi preferire all’IRC. (Esempi ne abbiamo avuto parecchi in anni recenti e meno recenti). Altri difensori di questo marchingegno sono i COBAS della scuola che lo difendono in quanto garantirebbe uno stipendio annuale a un numero di precari inseriti in graduatoria ma ancora distanti dall’incarico annuale… La nostra battaglia (parlo a nome del CRIDES romano e di tante battaglie combattute col Comitato Nazionale Scuola e Costituzione) è sempre stata la collocazione dell’IRC al di fuori dell’orario scolastico obbligatorio. La nuova LIP (Legge di iniziativa popolare per la Scuola della Costituzione) sostiene questo punto in difesa della laicità della scuola. La campagna va combattuta in questa direzione. Non ci sono alternative a un insegnamento confessionale che deve aver luogo nelle sedi a ciò deputate. Unica protesta possibile in nome della laicità della scuola è la richiesta di uscita di chi non si avvale durante l’Irc, o la permanenza senza alternative (coatta per alunni minorenni privi di autorizzazione dei genitori) nell’edificio scolastico. La Repubblica italiana, laica e democratica dovrebbe intervenire per impedire che la difesa della laicità debba spingere nella scuola statale a simili scelte. La Corte Costituzionale non ha mai parlato di “ora alternativa” ma di “stato di non obbligo” (sentenza 203/1989) per chi non sceglie la frequenza dell’IRC. Troppo poco per garantire la laicità della scuola. Genitori e studenti devono riprendere la mobilitazione in tal senso per riuscire a ottenere (in presenza del vigente Concordato!) la collocazione dell’IRC al di fuori dell’orario scolastico obbligatorio.

(*) pubblicato anche su www.italialaica.it/

LA POSIZIONE dell’Uaar è qui: Ora di religione | UAAR

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

Rispondi a Francesco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *