RIASSUNTO

(Roba del Pabuda…)

 

faceva un così bel caldo

verso mezzogiorno, l’una:

un caldo senza esagerare,

 ma improvviso, inatteso      

avvolgente, asciutto e sano,

dopo quella prestissima

e dura gelata

ché le scagliette di ghiaccio

sulle ringhiere a sciogliersi

hanno impiegato tutta la mattinata.

quasi mi salta in testa il capriccio

di festeggiare con una pietanza estiva,

ma pomodori, fagiolini e insalata

in casa non c’è

non essendo

il loro momento migliore

a questo principio dell’anno.

verso

le quattro e mezza

non di più

già un freddo serale

mi mordicchia le cosce.

capisco perfettamente

come stanno le cose

ma, da trovandomi sempre

scettico,

preferisco

sincerarmi di persona:

esco sul balcone

per cercare il sole:

è tutto accasciato:

s’è abbattuto ai minimi

finendo quasi dietro

le torri in fondo alla città

poggiato alle mura

di acciaio e cemento profumato

che tengono a debita distanza

i campi coltivati, gli orti, le stalle

e le porcilaie.

emette deboli segnali:

come

fili sottili di luce bianca e gialla:

vanno tutti di sbieco, quasi rasoterra:

non scaldano niente.

ecco, a mio modo di vedere,

quest’avvicendarsi frenetico

delle quattro stagioni

in una sola giornata

è un riassunto

un po’ troppo veloce, sintetico:

va a finire che anch’io

sul più bello m’affastello.

..

(nell’immagine: Gaudi, un dettaglio di Parc Guell, Barcelona)

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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