Ricardo Flores Magón: alle radici della rivoluzione messicana

Il 21 novembre 1922 Ricardo Flores Magón scompare in un carcere statunitense. Alle radici dei suoi ideali libertari il celebre motto Tierra y Libertad

di David Lifodi

È il 21 novembre 1922 quando Ricardo Flores Magón muore nel carcere statunitense di Leavenworth (Kansas): qualcuno parla di un decesso maturato in circostanze poco chiare, ma la storiografia prevalente sostiene che sia stato assassinato.

Ricardo Flores Magón si trovava in carcere, condannato ad una pena di 20 anni, per  aver scritto, insieme a Librado Rivera, un manifesto dedicato agli anarchici del mondo. Ancora oggi il magonismo rappresenta una corrente di pensiero di ispirazione indigeno-libertaria, non a caso anche gli zapatisti del Chiapas ritraggono spesso il suo volto nei murales che abbelliscono i municipi autonomi e le sedi delle giunte di buon governo. Nato nel 1873 a San Antonio de Eloxochitlán, nello stato messicano di Oaxaca, Ricardo Flores Magón fonda nel 1900 il quotidiano Regeneración, da cui prende le mosse per denunciare la proprietà privata come “l’origine di tutti i mali sociali”. Tra i principi fondanti del magonismo, oltre agli ideali antiautoritari, figurano nuove soluzioni per la riforma agraria. Anche la piccola proprietà era ritenuta reazionaria da Ricardo Flores Magón, per questo propugnava la restituzione delle terre ai contadini e alle comunità indigene tramite l’esproprio, all’insegna del celebre motto Tierra y Libertad.

Pur rappresentando la principale forza di opposizione al porfiriato, il magonismo non riuscirà ad imporsi, nonostante il suo avanzato progetto di riforma sociale. Più volte, nel corso della sua vita, Ricardo Flores Magón conoscerà il carcere. La prima il 22 maggio 1901, per insulti al presidente, anche se, già nel 1892, era stato detenuto per un breve periodo, dopo aver partecipato ad una manifestazione contro Porfirio Diáz. Anche l’esilio caratterizzerà la vita di questo figlio del Messico ribelle, a partire dal 1904, quando si rifugia in Texas, per evitare la persecuzione del governo messicano, ma anche negli Stati uniti è ritenuto persona non gradita ed è costretto a fuggire in Canada. All’insegna dello slogan Gobernaos por vostro mismos, Ricardo Flores Magón aveva compreso che occorreva condurre una doppia lotta: da un lato quella contro Porfirio Diáz, dall’altro creare le condizioni per un rovesciamento del capitalismo in Messico e in tutto il continente latinoamericano. Convinto che la rivoluzione messicana dovesse assicurare a tutti pane, terra e libertà, Ricardo Flores Magón si adoperò per far  nascere un legame con i lavoratori che vivevano negli Stati uniti, all’insegna di un mondo operaio unito senza differenze di razza, lingua e cultura. È per questo motivo che, anche in Texas, si preoccupa di diffondere il quotidiano Regeneración e, nel 1911, si pone alla guida del levantamiento anarchico della Bassa California, con la presa delle città di Mexicali e Tijuana e la pubblicazione, da parte della Junta Revolucionaria Anarquista, di un manifesto anarco-comunista. Tra coloro che facevano parte della Giunta vi erano Librado Rivera, Anselmo L. Figueroa e il fratello Enrique Flores Magón, ma tra i seguaci del magonismo spiccavano inoltre, tra gli altri, indigeni come Fernando Palomares e Ignacio Gutiérrez, piccoli commercianti come Carrillo Puerto e operai e impiegati come Baca Calderón e Cándido Donato Padua, ma anche il poeta guerrigliero Práxedis G. Guerrero.

Tra il 1914 e il 1916 Ricardo Flores Magón entra ed esce altre volte dal carcere, non prima di aver fortemente criticato gli Stati uniti per aver fatto il loro ingresso, a partire dal 1916, nella prima guerra mondiale. Nemmeno la proposta di indulto da parte del governo messicano riesce a smuoverlo dai suoi ideali. “Pentirmi? Non ho sfruttato il sudore, il dolore, la fatica  e neanche il lavoro altrui. Non ho oppresso una sola anima, non ho nulla di cui pentirmi. Stando così le cose, non rinuncerò all’ideale, venga quel che venga”.

Ancora oggi, Ricardo Flores Magón è ricordato per la sua intransigenza e per essersi posto, nel contesto della rivoluzione maderista, dalla parte dell’alternativa anticapitalista e libertaria, proprio come gli zapatisti. L’Ezln di oggi, come il magonismo di allora, rappresenta un’alternativa critica nel Messico della rivoluzione in corso.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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