Rivedendo «Limitless»

recensione di Gian Filippo Pizzo al film di Neil Burger

Limitless-FILM

«Limitless» viene solitamente classificato come thriller, e in effetti del thriller ha tutte le caratteristiche: colpi di scena, inseguimenti, colluttazioni e omicidi, momenti di tensione, intrighi misteriosi, suspense, situazioni pericolose e angoscianti. Più esattamente, si tratta di un technothriller, quel genere che all’azione unisce uno scenario tecnologicamente molto avanzato e vicino alla fantascienza. Ma in questo caso nella fantascienza ci siamo proprio perché all’origine di tutta la vicenda c’è una droga sintetica che amplifica le facoltà mentali (NZT-48 nel film, MDT-48 nel libro), e per questo aspetto all’appassionato non può non venire in mente «Fiori per Algernon» di Daniel Keyes, da cui vennero tratti i film «I due mondi di Charlie» e «Un cuore semplice». La droga di «Limitless» consente di utilizzare il cento per cento del cervello (non solo quel massimo del 20% che ritengono gli scienziati) e quindi di avere accesso e poter organizzare selettivamente tutti i ricordi e le analogie, tanto che basta sentire pronunciare poche frasi di una lingua sconosciuta per poterla parlare. Emblematica in questo senso la scena in cui il protagonista Eddie Morra (Eddie Spinola nel romanzo) si trova coinvolto in una scazzottata e riesce a battere gli aggressori facendo ricorso a immagini che provengono dai film di Bruce Lee, da incontri di pugilato e da videocorsi di difesa personale, elaborando e ripetendo le mosse giuste con estrema velocità. Rispetto a «I due mondi di Charlie», in cui il protagonista sfruttava la sua superiore intelligenza in ambito scientifico e artistico, Eddie si rivolge invece – siamo in tempi “moderni” – al mercato finanziario e riesce ad arricchirsi con la Borsa diventando un magnate con ambizioni politiche; non senza prima essere passato da una parte attraverso gli effetti collaterali della pillola e le crisi di astinenza, e dall’altra dal dover contrastare quanti vorrebbero impadronirsi (anche al prezzo di violenze a assassinii) della NZT. Situazioni che si mescolano attraverso la vicenda in maniera perfetta e logica grazie all’ottima sceneggiatura senza nessuna sbavatura e che vengono rese visivamente da un’ottima regia: pur senza niente di innovativo Neil Burger usa con coerenza e senza invadenza stilemi quali i flashback, le lunghissime carrellate accelerate, il morphing, fino alla bella trovata del mostrare il protagonista duplicato più volte nel suo appartamento (simboleggia ovviamente l’accrescersi delle capacità mentali). Il romanzo di partenza è un discreto thriller, abbastanza ben condotto come trama anche se scritto senza particolare attenzione allo stile: cerca di puntare molto sulla psicologia dei personaggi e sotto questo aspetto risulta un po’ noioso, anche per via di una certa dose di infodumping. A parte alcuni particolari – nel romanzo Eddie si trova a combattere contro l’Fbi ed esponenti politici, nel film contro la mafia russa e il potere economico – la differenza principale tra i due media è data dal finale, che nel libro è tragica mentre nel film è positiva (cosa quest’ultima che dovrebbe essere preoccupante). Il finale ha lasciato perciò spazio a una serie televisiva fra il sequel e lo spin-off iniziata nel 2015 e ancora in corso, ideata da Craig Sweeny, nella quale Eddie divenuto intanto senatore (è sempre interpretato da Bradley Cooper come nel film) risulta però un personaggio secondario, mentre il protagonista è Brian Finch, agente Fbi doppiogiochista. Risultato non eclatante, poiché alla fin fine ci troviamo di fronte a una serie poliziesca come se ne vedono tante in tv. Tornando al film, dobbiamo sottolineare la buona prova di Cooper nel ruolo del protagonista mentre Bob De Niro è sempre superlativo, avendo anche la faccia giusta per il ruolo di tycoon; la regia è perfetta e Neil Burger riesce nell’impresa (che replicherà con «Divergent» più avanti) di riuscire a migliorare il testo scritto.

 

«Limitless»:

USA 2011, 105 minuti, colore

Regia di Neil Burger

Sceneggiatura di Leslie Dixon dal romanzo di Alan Glynn «The Dark Fields», 2001 (in italiano «Territori oscuri», Rizzoli 2011)

Con Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Andrew Howard.

 

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