RR: Franklin e i bisogni

Giorni fa ho girato a un po’ di amiche ed amici questa frase di Benjamin Franklin: “nessun uomo dovrebbe possedere più di quanto gli sia necessario per vivere; il resto, di diritto, appartiene allo Stato”.

Mi sono arrivate un paio di risposte, per esempio questa di RR (se non sapete chi è… andate in coda) che mi chiede di metterla sul blog. Detto fatto. Segue dibattito? Chissà.

«Io ho bisogno di molto. Molto più di altri che hanno altri bisogni in misura superiore a quelli miei. Non ho bisogno di quell’erba di cui ha bisogno qualcun altro, tipo Giovanardi, ho letto. Senza parlare di eroina o tabacco. Però ho bisogno di poco, ma discreto vino. E ogni tanto un super alcoolico. Ho bisogno di molta musica, anche notturna, da godere in cuffia, per non disturbare chi sta dormendo accanto a me. Ho bisogno di un computer dove consultare quello che incuriosisce me e meno altri. Ho bisogno di libri e giornali. I miei bisogni sono accresciuti non solo dal consumismo, ma dalla mia cultura, dalle mie debolezze. Franklin non aveva bisogno di tutta l’energia elettrica di cui oggi abbiamo bisogno, per esempio con il freezer o con la lavastoviglie. Mie nonne, antenate non tanto lontane, andavano al fiume a lavare i panni. Oggi no, per fortuna. C’è la lavatrice che altri popoli non hanno che in piccola misura. Auguro che quei popoli abbiano nuovi bisogni soddisfatti.

Chi stabilisce cosa è necessario per vivere?

Come si organizzano i consumi necessari ai singoli?

Controllarsi, non eccedere… Giusto. Ma ancora si tratta di scelte e criteri personali.

Mi piace avere la radio anche in bagno. Anche durante la doccia. Ho sottoscritto la dichiarazione di dipendenza da Radiotre. ( Scaricate e firmate dal sito di Radiotre Rai). Io e mia moglie amiamo i fiori. Mio fratello non li prende neanche in considerazione.

Potremmo costruire dei giardini pubblici, organizzati secondo gruppi di apprezzatori di certi tipi di fiori e non di altri, da godere in certe ore, previo appuntamento. E se mi scappa di mettere il naso sui petali?» – Reazionario Rodin

Come ho scritto il 3 aprile presentandolo su questo blog RR non rimanda a
Rossana Rossanda né a Ronald Reagan, ex presidente degli Usa, resuscitato. Sta
invece per Reazionario Rodin ed è il soprannome scherzoso che si è attribuito
un amico (per nulla reazionario ma, mi sembra, moderatamente progressista e
assai “pensoso”come appunto la celebre statua di Rodin),giornalista ora in
pensione (db)
Redazione
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Un commento

  • A proposito della frase di Franklin queto è il commento di Donata: “Il problema è chi decide quanto è necessario per vivere ad un uomo….per gli abituati agli agi è tanto…. per chi vive in Congo è poco… per i rifugiati del Darfur quasi nulla. Chi decide quanto è giusto? Dio parla di una misura sul dare… il mio papà mi aveva insegnato che il mio bisogno dipende anche da quello degli altri”.
    Concordo sull’inquietudine. A puro titolo di informazione: escludo (per motivi anagrafici) che il babbo di Dona sia Karl Marx.

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