Militarizzazione… e chi si oppone

Sardegna: 50 indagati per il movimento contro le basi.

A seguire notizie sul convegno «L’impatto delle artività militari sull’ambiente: dalla Palestina alla Sardegna» (27 settembre a Bologna)

SARDEGNA: 50 indagati per il movimento contro le basi militari

Le accuse sono varie: dalle più gravi per associazione con fini terroristici e sovversione dell’ordine democratico a rapina, lesioni, lancio di oggetti, resistenza a pubblico ufficiale.

articolo tratto da Info-Aut

 

Un impianto che traballa quello della Procura di Cagliari che cerca maldestramente di sostenere i fini terroristici di una lotta, quella contro le basi militari, che in Sardegna è sempre stata viva e partecipata.

L’inchiestona – è quasi un eufemismo- riguarda il periodo più vivace delle proteste, quello fra il 2014 e il 2016, in cui più volte le esercitazioni erano state interrotte con l’ingresso all’interno delle basi militari, che aveva visto le proteste contro l’esportazione di bombe prodotte dalla RWM e i presidi sotto le istituzioni complici del devasto ambientale. L’obbiettivo tutte le volte è stato chiaro, ed è quello della dismissione delle basi militari e la bonifica dei territori.

È vero, quando le lotte sono vere e sentite certo che sono collegate, certo che si rigenerano e certo che si rafforzano: ma evidentemente tutto questo è difficile da accettare per chi vuole mantenere l’ordine costituito, è pericoloso perché è una forza, e allora bisogna dire che c’è una regia, che qualcuno ci sta fregando..

Per i comitati che hanno sempre partecipato all’organizzazione delle manifestazioni, una delle condizioni per perseguire questi obbiettivi è sempre la partecipazione degli abitanti della Sardegna: quelli impoveriti, ammalati, controllati a causa delle basi Nato. Ci si chiede di quale terrorismo si parli… C’è qualcuno terrorizzato da questa lotta giusta?

Alla polizia e alla Procura è evidente che non interessa tanto il processo nei tribunali ma piuttosto quello che oggi conta davvero, quello sui giornali che hanno già deciso la verità delle accuse, recitato tutti i nomi e luoghi di provenienza degli attivisti, ricostruito la lotta secondo lo sguardo di chi cerca un terrorista e non di chi guarda a quello che succede, nella società, nella politicità dei movimenti.

Così a qualche giorno dalla fine del Campeggio di Pratobello e a meno di un mese dalla data regionale chiamata a Capo Frasca per il 12 Ottobre, il tentativo è quello di rompere il movimento e insinuare paura.

Per ricordare a questa democrazia in pericolo che la lotta contro le basi è giusta, è da tanto tempo, è necessaria, il comitato A Foras rilancia ancora più forte la manifestazione del 12 ottobre a Capo Frasca.

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte/i le/gli Attiviste/i coinvolti.

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La redazione della Bottega segnala anche:

Quanto è costata la guerra in Afghanistan? All’Italia 7,5 miliardi di euro (fonte: Contropiano)

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L’impatto delle attività militari sull’ambiente – Bologna, 27 settembre

In occasione del Terzo Sciopero Globale per il Futuro #ClimateStrike organizzato da #FridaysForFuture, il #27settembre 2019 alle 19:45, BDS Italia e il Coordinamento Campagna BDS Bologna vi invitano all’iniziativa:

L’impatto delle attività militari sull’ambiente:
dalla Palestina alla Sardegna

Le responsabilità del settore militare nelle devastazioni ambientali. L’importanza delle lotte per la tutela e la difesa del territorio.

Venerdì, 27 settembre

Bologna, Centro Sociale della Pace
Via del Pratello 53

Evento Facebook • Scarica la locandina

Ore 19:45 Apericena di autofinanziamento

Dalle 20:45 Conferenza

“Il movimento internazionale BDS in difesa dei diritti umani”
Introduce e modera: Raffaele Spiga – Coordinamento Campagna BDS Bologna

“Il Terzo Sciopero Globale per il Clima: gli obiettivi del movimento”
Rappresentante di Fridays For Future – Bologna

“Effetti dei cambiamenti climatici sui diritti dei popoli”
Isabella Balbo – Amnesty Bologna

“Il Greenwashing israeliano e i danni dell’occupazione all’ecosistema palestinese”
Alys Samson Estapé – Comitato nationale palestinese per il BDS – Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) Movement

“Le responsabilità del complesso militare-industriale israeliano e le complicità dell’Italia”
Rossana De Simone – Peacelink

“L’occupazione militare della Sardegna: conseguenze economiche, ambientali e sanitarie”
Rappresentante di A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna

A seguire dibattito e conclusioni

Finora hanno aderito all’iniziativa:

Amici della Terra Bologna
Assopace Palestina Bologna
Coalizione Civica Bologna
Circolo Arci Akkatà San Giovanni in P. (BO)
Extinction Rebellion Bologna
Giovani Comunisti/e Bologna
Link Bologna – Studenti Indipendenti
Noi Restiamo Bologna
Potere al Popolo Bologna e provincia
Punto Pace Bologna Paxchristi
Rifondazione Comunista Bologna
Universitari Contro L’Apartheid Israeliana – Bologna
USB Bologna

Per adesioni e informazioni: info.bdsbologna@gmail.com

 

Redazione
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