Scor-data: 13 marzo 1830

Nascita di Antônio Conselheiro

di Mauro Antonio Miglieruolo (*)

01-Corpo di Antonio_ConselheiroOvvero, il comunismo non conosce limiti, né vincoli. Sgorga illimitatamente ininterrottamente con forza incontenibile, poiché è parte dell’essenza umana, delle più tenaci e irrinunciabili aspirazioni dell’uomo.

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02-antonio-conselheiroNon so dire le volte che ho preso in mano la penna e tentato di scrivere su questo straordinario e, in Europa, poco conosciuto personaggio che risponde al nome di Antonio il Consigliere. Cinque volte? Sei? Di più probabilmente. Ogni volta non è bastato il fascino della persona a fornirmi l’impulso necessario a, dopo avere iniziato, continuare. Il mistero e le contraddizioni che il tema nasconde, dopo avermi segretamente sgomentato, finivano con il paralizzarmi.

Confido nell’esercizio della volontà per rompere le barriere e nella forza stessa della storia per andare oltre. Questa volta, o la prossima, sono sicuro che quanto fin qui nascosto dall’intensità contraddittoria degli avvenimenti finirà con il venire alla luce.

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03-Antônio-ConselheiroAntônio Conselheiro, chi era costui?

Se ci si limita a informare utilizzando il minimalismo tipico e arido delle schede burocratiche, è presto detto. Si tratta di un tale Antônio Vicente Mendes Maciel  nato a Santo Antônio do Boqueirão de Quixeramobim (Ceará, Brasile) il 13 marzo 1830 e morto a Canudos (città da lui creata sulla base di una preesistente zona abitata conosciuta con il medesimo nome) il 2 settembre 1897. Wikipedia a proposito riporta che si tratterebbe di un religioso brasiliano, ma a me non risulta avesse ricevuto gli ordini, anche se impartiva sacramenti utilizzando potestà e carisma da sacerdote.

04-indietro Repubblica!Tuttavia se vogliamo dire qualcosa di effettivamente significativo su quest’uomo (che non esito a definire straordinario), bisognerà ricorrere a una diversa impostazione; una non incentrata sui dati, anche se ai dati fedele, ma sui significati, sulle qualità piuttosto che sulle quantità.

Antônio Conselheiro è anzitutto un catalizzatore sociale, l’uomo intorno a cui si raccolgono sia le speranze delle genti, sia l’insieme delle contraddizioni che, in una situazione in movimento, per mezzo di lui tentano di aprire alla storia esiti nuovi e imprevedibili. Antônio Conselheiro è il rivoluzionario che non sa di esserlo, il rivoluzionario che fallisce perché mosso da una ideologia reazionaria che non gli consente di sfruttare fino in fondo e in modo appropriato il carisma e l’intelligenza che possiede. Antônio Conselheiro è l’integralista religioso che entra in urto con la religione essendo riuscito a stabilire un rapporto autentico con il contenuto liberatorio insito in ogni religione e anche nella sua religione; contenuto rovesciato e combattuto dalle gerarchie, che lo utilizzano come belletto, come maschera, come fiore all’occhiello per svolgere il ruolo repressivo che il potere loro affida (per ricevere la ingiusta mercede di privilegi e compartecipazione al potere medesimo). Antônio Conselheiro è il personaggio coerente di una tragedia immensa e nascosta, un rivoluzionario con la rivoluzione (non senza), che incamminandosi su una strada, la percorre fino in fondo, non esitando, quando necessario, a impugnare persino le armi per difendere il proprio progetto. Antônio Conselheiro è l’Uomo, è ogni uomo, l’essenza dell’antico sogno di liberazione, cioè il comunismo, che sconfitto mille volte, altrettante rinasce; e continuerà a rinascere finché non riuscirà a trionfare.

05-canudos02Antônio Conselheiro sono io, siete voi, siamo noi tutti, coloro che la storia interpella per trovare chi assuma su di sé l’incarico di levatrice. Egli è tra i pochi a fornire una risposta attiva e positiva.

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06-canudos (1)Mario Vargas Llosa, sulla scorta di quanto narrato da Euclides da Cunha nel testo Os Sertões, lo descrive bene. Volendo descrivere un personaggio tipico della parte più povera del Brasile, terra di eroi, di Santoni, di miracoli e di inaudita miseria, descrive la storia di uno dei più straordinari rivoluzionari delle Americhe. E descrive una altrettanto straordinaria e fascinosa parte del globo la cui immagine ha ispirato e ispira innumerevoli narrazioni. La storia del Consigliere infatti è legata alla medesima terra utilizzata da Guimaraes Rosa per costruire una immensa metafora del mondo quale luogo ideale dove collocare gli attori e le azioni del suo romanzo epico (magico e cavalleresco) “Grande Sertao”. Il Consigliere può sembrare ed è un eroe tagliato su misura alle pagine realistiche e favolose di questo fascinoso romanzo. Un personaggio che in piccolo, per stare nel nostro, si può ritrovare in certe figure ieratiche del Sud d’Italia (ricordo che gli avvenimenti di Canudos si svolgono quasi nello stesso periodo dei Fasci Siciliani) e del Centro Italia (Davide Lazzaretti e i giurisdavidici).

07-canudos_03Ho detto tipico? Bisognerebbe anche definirlo unico, della stessa unicità di “Compare Clemente” (personaggio anch’esso presente in “Grande Sertao”, ma sempre assente nell’azione: ci viene mostrato infatti solo all’ultima pagina del libro). Antônio Conselheiro, come Compare Clemente non si occupa dei corpi, si occupa delle anime. È all’anima che guarda. I corpi non essendo che esteriorità, apparenza, l’abito indossato dall’anima. Ma, qui è il punto, per vigilare sull’anima bisogna custodire i corpi, obbligo inderogabile per chi ha pretesa di riallacciarsi al divino (mondo materiale e divino sono contigui, forse costituiscono addirittura un tutt’uno); e perciò quest’ultimo obiettivo, per un mistico coerente, finisce con il diventare lo stesso che il primo. Anzi, condizione per la realizzazione del primo.

08-guerra-de-canudosAver cura degli uomini come sono, per poter aver cura delle loro anime. Lasciate a se stessi i corpi pericolano e pericolano  le anime; non tanto a causa delle tentazioni presenti nel mondo e per le origini animali dei corpi, sempre pronti a accampare le loro pretese; pericolano a causa delle divisioni tra individui, gruppi sociali e popoli, le quali divisioni si risolvono sempre a danno dei corpi, di corpi privati da regole, senza diritti, spogli di ogni possibilità di manifestazione che non sia quella elementare dei bisogni immediati, corpi torturati e offesi che spezzando i loro rapporti con le anime, si trasformano in veicolo di ogni sorta di alienazione dai loro scopi (custodire le anime).

La memoria del Consigliere è incancellabile.

La memoria del Consigliere è incancellabile.

È questo il senso ultimo della predicazione del Consigliere. L’adesione fondamentalista alla religione cattolica, così com’era intesa ai suoi tempi (un intendimento terribile, agli occhi di noi contemporanei assolutamente inaccettabile) quale strumento per svolgere la funzione dell’aver cura (che appartiene al femminile, ma non è sua capacità esclusiva), del mettere ordine nel disordine (quasi animale) che regna nelle comunità abbandonate a se stesse. Antonio si aggira nel sertao, procedendo di villaggio in villaggio, per garantire questo minimo di ordine, un minimo di conforto religioso a persone lasciate sole dai governi, dalle classi dirigenti e persino dalle  autorità religiose nelle stesse materie inerenti la religione. È a tale fine che battezza, celebra matrimoni, confessa, assolve, prega per i morti… Gli abitanti delle piccole comunità del sertao, oscuramente consapevoli dei suoi scopi e grati per i benefici, lo aspettano con ansia, lo accolgono con fiducia. Antonio è l’unico a interessarsi dei loro destini.

10-imagkkkkesCompare pieno di fervore insieme a un gruppo di seguaci, “aggrappolati” alla magra sua persona, che lo seguono passo passo. A volte passano anni tra una apparizione e l’altra. È vestito di stracci, come per altro ogni nordestino che si rispetti, porta una gran barba, il vestito è il lungo saio dei monaci.

Tra i seguaci c’è di tutto. Onesti contadini e banditi di strada, madri colpevoli di infanticidi, e piccoli uomini inferociti dalle inique persecuzioni degli altri uomini. Quasi tutti sono emarginati, persone senza speranza, alle quali Antonio la restituisce.

11-imkkagesAntonio non giudica, non critica nessuno. Cancella il passato affinché anche quei derelitti possano a loro volta cancellarlo, per poter riuscire a vivere nel presente, rinnovati, rovesciati nella personalità, riplasmati dall’azione da fabbro d’Antonio, il fuoco in persona, che trasmette fuoco e tensione redentrice, il cui potere (a parte il Carisma) si fonda essenzialmente sull’ACCETTAZIONE. Ognuno che arrivi da lui, sa che sarà accolto con severità, ma anche con benevolenza, se si metterà in condizione di meritare benevolenza: non è il passato che conta, ma il presente. Non i buoni propositi che ognuno può formulare con scarso sacrificio e quasi nulla efficacia; ma la dolorosa trasformazione di sé stessi, pagando il prezzo di dolore e d’angoscia che attuarla comporta. È d’uomini che il Consigliere si intende e si occupa; di Dignità e Resurrezione, di Rinascite, di vite migliori, di vite piene, leggere, senza più pesi: della felicità degli esseri. Una volta che si sia arrivati a lui non è possibile altro che mantenersi sul sentiero a cui si è stati incamminati, avendo chiesto luce, guida, umanità e avendoli ottenuti. Il Consigliere non giudica, non valuta le colpe del passato se non per valutare le possibilità che ognuno ha di emanciparsene. Egli anzi ripulisce le persone da quelle che crede siano loro colpe, e fa vedere come in effetti non si tratta che di errori commessi in circostanze che sta a loro fare in modo che più non si ripetano. Offre un sollievo alle anime tormentate, oppresse dalla vergogna, dal rimorso, dalla costrizione del vicolo cieco in cui si sono cacciate.

Soldados da guerra

Soldados da guerra

Briganti da strada ferocissimi, madri snaturate, topi in forma d’uomo, diventeranno non solo dirigenti ineguagliabili della comune di Canudos, ma rimarranno fedeli fino all’ultimo alla comunità e al Consigliere, affrontando le atroci torture dei soldati vittoriosi e la morte. Le torture vengono inflitte come punizione e per i più incredibili motivi. Torturati anche solo per rivelare il sepolcro del Consigliere. I militari non sanno nulla effettivamente della comune di Canudos, sanno solo questo: che il Consigliere rappresenta un pericolo sia da vivo sia da morto; che trovare e distruggere il suo cadavere costituisce l’unico sigillo che possa sanzionare e rendere effettiva la loro vittoria.

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13-thAntônio Vicente Mendes Maciel  è arrestato nel 1876 dalla polizia di Itapicuru, Bahia, per sospetta attività criminale (per il potere, anche il potere religioso, ciò che egli fa rappresenta il crimine peggiore: ridare dignità a coloro a cui la dignità è stata tolta). Subito dopo l’arresto viene condotto a Fortaleza. Il giudice locale, verificando l’assenza di accuse circostanziate, lo libera. Antônio torna subito a Bahia e riprende la propria attività in favore della fede e dei poveri.

Nel 1877 nel Nordest una gravissima crisi alimentare, determinata da una lunga siccità, ridurrà alla fame centinaia di migliaia di brasiliani. Molti villaggi vengono abbandonati. Si registrano persino casi di cannibalismo. Il disastro economico si trasforma in un disastro sociale, che facilita la trasformazione di Antonio da Capo Religioso in Capo Religioso & Politico e ne assicurerà il provvisorio successo. Nel 1882 l’Arcivescovo di Bahia emette un’ordinanza che vieta ai sacerdoti di consentirgli l’accesso ai luoghi di preghiera e caratterizza Antônio Conselheiro come apostata e come pazzo. Le masse reagiscono attribuendogli maggiore considerazione. È ormai percepito come un santo e un Messia. Il passaggio decisivo che lo spinge alla radicalizzazione però si verifica con la caduta della monarchia (l’Imperatore Pedro Secondo viene deposto nel 1889).

14-FC’è poco apprezzamento nel Consigliere per la Repubblica (una repubblica borghese, diretta da ufficiali, come non diffidarne?). Non appena arriva la notizia dell’iniziativa vittoriosa dei militari radicali, toni e contenuti della predicazione diventano accesi.

La maturazione è rapida. Il miscuglio di idealismo messianico e contadino, di tensioni egualitarie e tensione antirepubblicana lo porta, nel 1893, a compiere l’atto decisivo che determinerà quella che è passata alla storia come la guerra di Canudos. Con un gruppo di seguaci si stabilisce nei pressi della città di Monte Santo, in una zona denominata appunto Canudos. Il gruppo, con il suo accentuato atteggiamento d’ostilità al potere centrale, diventa un polo di attrazione per gli abitanti della zona. Un anno dopo la cittadina gode già di ottomila nuovi residenti. Nel 1895 la popolazione è cresciuta fino a superare le 30.000 anime. Ha due chiese e una scuola, la comunità prospera. Sottratta ai vincoli feudali, sottratta anche al peso delle disuguaglianze borghesi, una nuova civiltà sembra in procinto di nascere.

15--CANUDOS01Tutto a Canudos è organizzato all’insegna del comunismo. Escluse le persone, che non possono essere proprietà di nessuno; esclusi i beni d’uso personale, il resto è in comune. La meta dichiarata è l’Aldilà, ma per arrivarci occorre sia preparata nell’Aldiquà, per mezzo di una fratellanza vera che non nasce dall’esortazione o dalla predicazione, ma dalla pratica quotidiana del lavorare insieme per un Tutto dal quale poi trarre il necessario e giusto per ognuno. Non ci sarà Paradiso domani, nel passaggio dalla vita alla Nuova Vita, se prima gli uomini non si saranno educati per farne l’imitazione in terra.

Progetto orribile per ogni sorta d’autorità, a principiare da quella religiosa. Il governo centrale inquieto per le voci che giungono da quella lontana e poco controllata periferia dell’impero, manda un primo distaccamento di poche centinaia di soldati per verificare l’effettiva pericolosità della situazione. Il distaccamento viene annientato. I pochi superstiti riferiscono di essere stati presi di sorpresa da un’orda di straccioni disarmati incuranti d’ogni pericolo. L’autorità centrale invia un nuovo distaccamento, molto più numeroso, armato persino di cannoni. Anche il secondo distaccamento è costretto a ritirarsi. Sconfitto.

16-ù08I militari allora fanno le cose in grande. Inviano un vero e proprio esercito. Ma anche questo esercito non può nulla contro la determinazione dei seguaci del Consigliere. Canudos può solo essere presa per fame, assediandola (verrà presa in effetti solo dopo che gli assediati avranno esaurito cibo e munizioni). Nella speranza di accelerarne la caduta, si cerca di inserire elementi di divisione promettendo premi a chiunque deciderà di lasciare la città accerchiata. Nel corso delle settimane che dura l’assedio una sola famiglia verrà fermata dai militari. Ma è una famiglia che stava tentando di entrare, non d’uscire. Il prestigio del Consigliere è tale, tale la forza dell’idea che sorregge Canudos, che nessuna defezione si realizza nella file dei comunardi. Anche quando ormai è certo che la partita è persa.

17-Antônio Conselheiro em Belo MonteL’idea di comunismo fatica sempre a attecchire, ma una volta attecchita è assai difficile sradicarla. Bisognerà piegarsi, come nel caso di Canudos, all’esercizio di una violenza senza limiti, priva di ogni legittimazione e senso umano.

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Si è detto all’epoca della tragedia (lo ripete lo stesso Vargas Llosa) che per la stessa repubblica la sconfitta di Canudos è stata una tragedia, una gravissima perdita. Si è lamentato, a questo proposito, l’incomunicabilità tra le parti e la difficoltà dei militari di comprendere la vera natura della comune di Canudos. Che solo nelle forme era reazionaria, il suo senso complessivo non era volgersi al passato (all’Imperatore Pedro Secondo), ma proiettato verso il futuro. L’utilizzo dell’energia mobilitata dal Consigliere avrebbe moltiplicato quelle del nascente nuovo stato brasiliano.

araquem_Os cavaleiros do sertões acossados entre a tradição

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Ritengo tali valutazioni completamente prive di fondamento. I militari brasiliani, il cui orientamento radicale era ispirato agli ideali della borghesia, avevano, con sano istinto di classe, se non capito quantomeno intuito i pericoli che quell’esperienza rappresentava per la nuova classe dominante. Lo sviluppo di Canudos sarebbe inevitabilmente avvenuto a spese della repubblica e in favore di equilibri politici e sociali più avanzati. Si sarebbe ripetuta in Brasile la medesima tragedia che, a un certo punto, aveva portato alla caduta dei Giacobini. La Rivoluzione Francese, sotto di loro, raggiunti i confini della forma di democrazia borghese, mostra i suoi limiti (limiti di classe). La repressione inizia a investire anche le masse che spingono per procedere oltre il quadro di compatibilità “democratica”. I Giacobini sono costretti a varare misure repressive contro i sanculotti, misure che alienano loro la simpatia della parte più radicale della popolazione. Si apre a quel punto la strada alla reazione Termidoriana e a quella progressiva involuzione che, alla fine delle guerre napoleoniche, porterà alla restaurazione (e alla necessità di almeno altre tre rivoluzioni prima della stabilizzazione del regime borghese).

19-guerra-de-canudos02Vere alternativa dunque non esistevano. I conflitti di classe (e quello esploso in Brasile era appunto un conflitto di classe) sono inconciliabili. Non possono che risolversi con la sconfitta di uno dei contendenti. Pertanto se Antônio Conselheiro fosse anche solo sopravvissuto e avesse raccolto intorno a sé, condizione per la sua ulteriore sopravvivenza, un fronte più ampio del pur vasto mondo contadino (un fronte in grado di coinvolgere la piccola borghesia radicale delle città), la borghesia avrebbe effettuato un immediato passo indietro e lavorato per la fine della sua stessa repubblica.

Dai fatti di Canudos  si può trarre, come accade in tutte le rivoluzioni ben condotte, anche quando sconfitte, una doppia lezione. La prima, già detta, sul carattere inconciliabile degli scontri di classe (a qualsiasi livello); la seconda: le azioni dei dirigenti organici alle classi possono pure essere tatticamente sbagliate, ma mai sbagliate del punto di vista dell’interesse complessivo (strategico) di classe.

20-guerra-de-canudos-flavio-de-barros1È per questo motivo che posso a cuor leggere affermare che l’azione del Consigliere, non è dissimile da quella di Rosa Luxembourg, Gramsci, Miguel Enriquez (MIR cileno), i quali, con diverso grado di consapevolezza e ruolo diverso, hanno tutti percepito l’essenziale della congiuntura politica nella quale erano immersi e che ha finito con il travolgerli. Nessuno di loro si è tirato indietro nel momento cruciale e decisivo. Consapevoli che se pure le convenienze di quel che facevano non sarebbero stati per loro, il proletariato ne avrebbe comunque beneficiato. Se non altro quale esempio e insegnamento; quale esperienza per fornire possibilità di nuova più avanzata esperienza. Intelligenza accumulata da mettere in campo alla prossima occasione. O alla prossima ancora.

È bene che le masse sappiano: che sappiano quel possono fare quando decidono di rompere gli indugi e non avere più paura di affrontare la borghesia. Di Affrontarla non più come Quarto Stato, ma come Primo Stato, gruppo sociale egemone, che prende nelle proprie mani la direzione della società e dà avvio a una nuova storia: a tutta un’altra storia.

Probabilmente qualcuno penserà e mugugnerà e obietterà che Antônio Vicente Mendes Maciel lo ha fatto per Dio e in nome di Dio, non per il proletariato e la maturazione storica del proletariato. Mi chiedo però, per chiederlo a voi, se tra le due cose vi sia effettiva differenza… se contano i limiti di un uomo o la purezza delle azioni e delle relative intenzioni.

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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

  • Credo che il comunismo misticismo di Miglieruolo, rispettabile ed anche commovente, sia diverso dal comunismo dei rivoluzionari che cita, Gramsci, Miguel Enriquez ed altri. Parlando del sertao bahiano dove si trova Canudos e interessante vedere o rivedere i films di Galuber Rocha, Antonio Das Mortes ed altri.

  • C’è chi storce il naso anche rispetto al “comunismo” di Che Guevara. Io no. Io sono di bocca buona. Io dico: dieci, cento, mille Antônio Conselheiro. E un miliardo di comunismi semplici del tipo che alberga nelle profondità del cuore degli uomini.
    Sono anche un po’ praticone. Mi interessa poco l’enorme corpo di scritti Marx-engelsiani. Quel che veramente mi interessa sono le azioni, contraddittorie e spesso poco ortodosse, con le quali le masse, giorno dopo giorno, lavorano per modificare lo stato di cose esistenti.
    Noi, o altri dopo di noi, un giorno farà la rivoluzione. Ma solo perché quei miliardi e i folli del calibro del Consigliere l’avranno fatta giorno per giorno, con i mezzi a loro disposizione, mettendo in gioco le loro vite.
    Inorridisco pensando a certi eccessi di quell’ormai lontano carismatico. Ma lo ringrazio pure per aver osato fare quel che io non trovo né il coraggio, né la strada per fare.

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