Scor-data: 14 luglio 1555

Il papa lo vuole: nascono i ghetti

di d. b. (*)  

«Poiché è oltremodo assurdo e disdicevole che gli ebrei, che sono per propria colpa sottomessi alla schiavitù eterna, possano, con la scusa di esser protetti dall’amore cristiano e tollerati nella loro coabitazione in mezzo ai cristiani, mostrare tale ingratitudine verso di questi, da rendere loro offesa in cambio della misericordia ricevuta, e da pretendere di dominarli invece di servirli come debbano; Noi, avendo appreso che nella nostra alma Urbe e in altre città e paesi e terre sottoposte alla Sacra Romana Chiesa, l’insolenza di questi ebrei è giunta a tal punto che si arrogano non solo di vivere in mezzo ai cristiani e in prossimità delle chiese senza alcun distinzione nel vestire, ma che anzi prendono in affitto case nelle vie e piazze più nobili, acquistano e posseggono immobili, assumono balie e donne di casa e altra servitù cristiana, e commettono altri misfatti a vergogna e disprezzo del nome cristiano….».E via delirando.

Dobbiamo a Giovanni Pietro Carafa, più noto come Paolo IV, la bolla pontificia «Cum nimis absurdum» («Poiché è oltremodo assurdo») l’invenzione del ghetto; dal 14 luglio 1555 venivano istituiti in tutti i territori della Chiesa luoghi chiusi per i giudei che «per loro colpa» furono condannati da Dio «alla schiavitù eterna».

Uno dei pretesti per questa bolla pontificia fu l’usura ma per capire che il denaro è solo un pretesto basta leggere le 13 disposizioni di Paolo IV.

1 – Gli ebrei dovranno abitare in luogo separato dalle case dei cristiani, il serraglio (vecchio nome del ghetto) con un solo ingresso e una sola uscita.

2 – Non dovranno avere più di una sinagoga per ogni città; con l’obbligo di demolire tutte le altre.

3 – Dovranno portare un segno distintivo di colore giallo (un cappello per gli uomini e un fazzoletto per le donne).

4 – Non dovranno tenere servitù cristiana.

5 – Durante le festività cristiane non dovranno lavorare in pubblico.

6 – Non fare gli “strozzini” con i cristiani e non stipulare con essi contratti falsi o fittizi.

7 – Non dovranno far festa, mangiare o conversare familiarmente con i cristiani.

8 – Potranno redigere i libri contabili e le registrazioni relative ad affari con cristiani solo in italiano.

9 – Non potranno esercitare alcun commercio al di fuori di quello degli stracci e dei vestiti usati con esplicito divieto a commerciare «beni alimentari destinati al sostentamento umano».

10 – I medici ebrei non potranno curare cristiani.

11 – Non potranno farsi chiamare con l’appellativo di «signore» dai cristiani poveri.

12 – Dovranno rispettare gli statuti favorevoli ai cristiani in vigore nei luoghi in cui risiedano temporaneamente.

13 – Saranno puniti se contravverranno a queste disposizioni.

Questo sant’uomo di Paolo IV non se la prese solo con gli ebrei ma ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’Inquisizione (istituzionalizzata da Paolo III nel 1542, con l’allora cardinal Carafa a commissario generale) e del Sant’uffizio. Nel mirino i protestanti e gli eretici ma anche i cardinali che non andavano d’accordo con lui.

Però ebbe in particolare odio gli ebrei. Così mandò ad Ancona due commissari straordinari (Giovanni Vincenzo Falangonio e Cesare della Nave) per arrestare e processare gli ebrei marrani (cioè convertiti, più o meno a forza) che erano fuggiti dalle persecuzioni in Portogallo e avevano trovato rifugio lì: nel 1556 ad Ancona furono impiccati e bruciati al rogo 24 di loro.

Di fatto quella bolla resta in vigore sino al settembre 1870 quando il potere temporale del Vaticano si sgretola del tutto.

Da qualche anno sento ripetere come un mantra «le radici giudaico-cristiane dell’Europa»: ma questi tipi che cianciano hanno una pur vaga idea della storia?   

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 14 luglio avevo, fra l’altro, ipotizzato: «La marsigliese» raccontata da Galeano oppure 1877: sciopero generale nelle ferrovie; 1881: ucciso Billy the Kid; 1912: nasce Woody Guthrie; 1933: in Germania legge sulla sterilizzazione coatta; 1938: manifesto degli scienziati razzisti in italia e lo stesso giorno nasce Jerry Rubin; 1968: condannato Aldo Braibanti; 1969: guerra del football fra Salvador e Honduras. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *