Scor-data: 15 aprile 1886

Sotto la banca nessuno scampa?

di Saverio Pipitone (*)  

Una breve nota introduttiva. Spulciando fra le leggi della giovane (insomma… 25enne) Italia savoiarda si trova un riferimento – nel 1886 – alla possibilità di costituire banche con caratteristiche sociali. Contrariamente ad altri Paesi, in Italia solo da poco sulla scena sono apparse piccole alternative alle banche prendi-tutto: ovvero Mag e Banca Etica. E’ interessante esaminare (con l’aiuto di Saverio Pipitone) a che punto siamo. Discorso certamente da riprendere. Preciso che, da molti anni, io sono socio di Mag-6, oltre che direttore responsabile del loro mensile «Pollicino gnus», e lì lascio i miei soldini, sempre pochi e di recente pochissimi; per le operazioni più rapide invece mi servo di «Banca etica». (db)

Le povere origini della finanza etica

La finanza etica non ha come obiettivo il profitto e si fonda su un modello operativo diverso o alternativo a quello capitalistico tradizionale. L’obiettivo è la ricerca di una finalità sociale dell’attività finanziaria. Il credito etico utilizza lo strumento dei Community investiment vale a dire forme di investimento fatte nella comunità, in progetti ed attività che portano beneficio diretto alla collettività, specialmente a quelle categorie di persone o imprese, dette non bancabili, che più difficilmente riescono ad avere accesso al credito tramite i circuiti tradizionali. Le caratteristiche della finanza etica sono la partecipazione diretta dei soci alla gestione e alla scelta dei finanziamenti da effettuare; la trasparenza sul modo in cui viene utilizzato il risparmio; un sistema di garanzie di tipo personale piuttosto che patrimoniale; un’attenzione prevalente nei confronti dei progetti delle organizzazioni del terzo settore.

L’origine delle esperienze finanziarie etiche nel Nord del mondo è da ricercare in una delle zone più povere del pianeta: il Bangladesh dove nel 1976 il professore Muhammad Yunus fonda la Grameen Bank (www.grameen-info.org) ovvero una banca che presta ai poveri senza garanzie particolari e chiede un tasso di interesse accessibile. Gli aspiranti clienti devono unirsi a fare parte di un gruppo di cinque persone per ottenere il credito, con l’unica condizione di frequentare un corso di formazione. Il microcredito è un potente strumento che ha permesso a centinaia di persone di liberarsi dall’usura, dalla precarietà, dallo sfruttamento e dal circolo vizioso della povertà, riuscendo a dar vita a piccole attività commerciali. Questo modello bancario si è diffuso in 58 Paesi dei cinque continenti coinvolgendo circa 5 milioni di beneficiari.

La finanza etica in Italia: le Mutue Auto Gestione

In Italia la finanza etica è stata introdotta e sperimentata dalle Mutue Auto Gestione (Mag), cioè cooperative finanziarie auto-gestite senza fini di lucro in cui l’attività di raccolta, di risparmio e di finanziamento è ispirata ai valori della partecipazione, della trasparenza, dell’utilità sociale ed ambientale. La prima Mag è nata a Verona nel 1978 e fino agli anni novanta nascono e si diffondono Mag a Milano (Mag2), Torino (Mag4), Reggio Emilia (Mag6) e Venezia (Mag).

Per diventare “obiettore monetario” delle Mag è sufficiente sottoscrivere una quota di capitale sociale, con una cifra che può variare da un minimo di 25-50 euro ad un massimo di 35-50 mila euro. Il radicamento territoriale è una delle principali caratteristiche comuni a tutte le Mag, in quanto finanziano quei progetti che sono promossi nelle zone che meglio conoscono. Si mette a disposizione dei soci la propria struttura e le competenze, i soci investono il loro denaro in un progetto, l’organizzazione beneficiaria riceve un finanziamento a un tasso che ricalca quello richiesto dai soci più un piccolo margine per le spese generali della Mag. Una volta raccolto il risparmio, le Mag devono tutelare sia il risparmiatore che l’utilizzatore del prestito. Il fatto che entrambi i soggetti siano soci della cooperativa crea un clima di fiducia e di reciproca conoscenza. Le garanzie richieste ai soggetti finanziati non sono solitamente patrimoniali, ma ogni progetto viene sottoposto ad una scrupolosa analisi atta a valutare il rispetto dei principi statutari e le capacità tecnico-patrimoniali dell’impresa. Nello stabilire la realizzazione di un’opera finanziaria le Mag tengono in considerazione due elementi fondamentali: la qualità dell’intervento con il suo fine di utilità sociale e la fattibilità economica relativa alla capacità di produrre reddito. È necessario cercare un punto di incontro e di equilibrio tra la dimensione sociale e la dimensione economica.

Legislazione Mag

Tutto ebbe inizio nell’ottocento quando con i primi movimenti operai e contadini, si introduce nell’ordinamento giuridico la legge – poi approvata il 14 maggio 1886 – sulle società di Mutuo Soccorso. Successivamente nel tempo, le Mag vengono disciplinate con la legge 197 del 1991 sull’antiriciclaggio che rende obbligatorio l’iscrizione all’Ufficio Italiano Cambi (Uic), in quanto riconosciute come intermediarie finanziarie autorizzate, e con ciò si impone un vincolo di capitale minimo pari a circa cinquecento mila euro. In seguito il Testo Unico Bancario del 1994 introduce il divieto per le Mag di raccolta di risparmio presso i loro soci, ma possono continuare a concedere finanziamenti, anche perché questo limite è previsto solo per i soci “persone fisiche” e non per i soci “imprese o persone giuridiche”.

Mag Verona: la prima Società Mutua per l’Autogestione

La prima Mag (www.magverona.it) nasce a Verona nel dicembre del 1978 grazie alle intuizioni dell’avvocato Giambattista Rossi e della giovane Loredana Aldegheri, insieme a cittadini/e, esponenti del sindacato e dell’associazionismo che credevano in un’economia solidale e cooperativistica. L’avventura della Mag inizia da esperienze di fabbriche in crisi e lotte per l’occupazione delle terre incolte da gestire attraverso l’autogestione. In particolare, dalle esperienze di lotta per la terra nacquero le prime cooperative agricole come la Ottomarzo di Sant’Ambrogio di Valpolicella che acquista il casale della Ca’ Verde, un rudere abbandonato, per ristrutturarlo e farne la propria sede. Oggi Ca’ Verde è un agriturismo con uno spazio aperto per feste e incontri pubblici. L’edificio venne acquistato con la raccolta di risparmio fatta tra i cittadini diventati soci della cooperativa. Questo fu un modello innovativo e coraggioso a cui si ispirarono in seguito le altre Mag presenti in Italia (Torino, Milano, Venezia, Reggio Emilia) e la Banca Popolare Etica.

Le diverse realtà Mag

Mag2 Finance (www.mag2.it) è operativa dal 1980 a Milano e in Lombardia. Raccoglie denaro attraverso la sottoscrizione di quote del capitale sociale che utilizza per sostenere associazioni o singole persone attraverso micro-finanziamenti a tasso fisso.

Mag4 (www.mag4.it) dal 1987 opera a Torino, ed è riuscita a costruire un meccanismo a rete in cui diversi soggetti non profit e soci della Mag, raccolgono il denaro come fossero delle succursali sul territorio piemontese. Questi soldi vengono poi depositati in forma di capitale sociale e utilizzati per i finanziamenti. Inoltre, è possibile scegliere la destinazione dell’investimento tra il non profit locale, il commercio equo e solidale e diversi progetti di sviluppo.

Mag6 (www.mag6.it) nasce nel 1988 a Reggio Emilia. Questa Mag si caratterizza per l’impegno in campo culturale oltre che finanziario. Le attività non finanziarie sono la rivista Pollicino Gnus, una libreria specializzata sui temi dell’economia solidale Infoshop Mag6, il Gruppo di acquisto collettivo, la Rete di economia locale, Mag Ambiente e Mag Scuola.

Mag Venezia (www.magvenezia.it) dal 1992 raccoglie denaro e promuove anche altre iniziative come la campagna Bilanci di Giustizia relativa ai consumi delle famiglie, e l’apertura di sportelli informativi, chiamati Stilinfo, a Mestre e a Venezia per dare consigli ai cittadini sui nuovi stili di vita.

Mag6 Reggio Emilia

«La logica dominante del massimo profitto possibile soffoca sempre più le iniziative individuali e collettive. È necessario riappropriarsi della gestione e del controllo diretto dei propri risparmi evitando che possano venire utilizzati per rinforzare l’ingiustizia sociale. Il fine è quello di raccogliere il denaro di tante persone per investirlo in attività mirate e coerenti con i propri principi sociali». Da questa affermazione il 16 novembre 1988 viene ufficialmente costituita, davanti al notaio, la società cooperativa per la Mutua Auto Gestione “Mag 6 Servizi – Soc. Coop. a.r.l.” i cui soci fondatori sono, in buona parte, i componenti del gruppo di lavoro che hanno preparato il progetto. La Mag6 di Reggio Emilia è una cooperativa fondata sulla partecipazione e l’uguaglianza tra i membri. Raccoglie denaro dai soci e lo presta a realtà che operano territorialmente nel campo della promozione sociale. Nell’erogazione di un prestito si fa attenzione alla qualità sociale dei progetti e al rapporto fiduciario, mantenendo comunque il controllo sulla solvibilità dei prestiti concessi. Altre caratteristiche sono la partecipazione e la territorialità, anche se il raggio di azione arriva fino in quei territori dove esistono rapporti personali di fiducia. Accanto all’attività finanziaria della Mag6 si sono attivati nel tempo altre iniziative economiche e culturali. Nasce un servizio di consulenza aziendale e Mag Formazione rivolta al mondo giovanile e all’economia sociale. Nel 1995 si costituisce l’Associazione Mag6, contenitore di diverse attività: la rivista Pollicino Gnus; la libreria Infoshop; il Gruppo di acquisto collettivo; la Banca del Tempo Temporeggio per scambiare competenze, tempo, beni, senza l’uso del denaro, ma avendo come unità di misura il tempo utilizzato; Mag Ambiente per l’educazione ambientale sul risparmio energetico, fonti rinnovabili e riciclaggio. L’obiettivo è costruire una rete di persone, gruppi, imprese, che intendono relazionarsi in modo equo e solidale, condividendo ciò che sono e ciò che hanno (denaro, tempo, competenze, informazioni, prodotti, servizi), unendosi su valori comuni (pace, solidarietà, ecologia, intercultura, critica al modello economico dominante), ma valorizzando al massimo le proprie diversità e lavorando insieme per il benessere della collettività.

Il coordinamento delle attività Mag6 è diretto da un consiglio di amministrazione a cui possono partecipare i soci che lo desiderano. Quando viene presa una decisione «cerchiamo di raggiungere una posizione condivisa. Se non ci sono le condizioni per decidere, ci diamo tempo ulteriore per confrontarci e rimandiamo il momento decisionale. Solo raramente arriviamo a decidere attraverso una votazione a maggioranza».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sulla data 15 aprile avevo queste ipotesi: 1452: nasce Leonardo Da Vinci; 1701: nasce Eulero; 1828: Goya muore in esilio; 1920: nasce Szasz; 1936: rivolta in Palestina contro gli inglesi; 1947: Robinson è il primo afroamericano a rompere la «color line» nel baseball; 1955: solo ora il governo dc revoca una circolare fascista contro i protestanti; 1955: brutta giornata per il pianeta, apre il primo Mc’ Donalds; 1967: muore Totò, stesso giorno «destituito» De Lorenzo; 1968: nel porto di Napoli si sfiora il disastro con un sottomarino nucleare Usa; 1980: muore Sartre; 1987: sparisce Federico Caffè; 1989: 96 morti allo stadio di Sheffield; 1990: muore Greta Garbo; 1995: assassinato Iqbal Masih; 1996; le truppe russe si ritirano da Grozny; 2011: ucciso Vittorio Arrigoni. E, a cercare un poco, molte altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme (non abbastanza per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
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