Scor-data: 15 febbraio 1946

«Buongiorno Eniac»

di Daniele Barbieri e Riccardo Mancini (*)   

«Conteneva 18 mila valvole elettroniche, 1500 relè e assorbiva 150 mila watt di energia elettrica. Le sue dimensioni erano impressionanti: una fila di armadi alti circa 3 metri, lunga più di 30 metri. Questa macchina enorme era chiamata Eniac, Electronic Numerical Integrator and Computer, cioè integratore numerico e calcolatore di tipo elettronico»: il primo vero elaboratore della storia si inaugura il 15 febbraio 1946. Davvero il primo? Ci furono polemiche. Secondo un tribunale, il merito va a tal Atanasoff e non ai due creatori di Eniac (Presper Eckert e John Monckly). Al di là della cronaca, la paternità intellettuale dei calcolatori viene universalmente divisa fra Von Neumann e Wiener.

Proprio quest’ultimo ci ha lasciato un curioso “testamento” – «God & Golem Inc» nel quale si interroga così: «Ci sono almeno tre problemi nella cibernetica che mi sembrerebbero far scaturire considerazioni religiose: una riguarda le macchine che imparano, l’altra le macchine che si riproducono da sole, infine la coordinazione fra macchine e uomo. Il dottor Samuel dell’Ibm ha redatto un programma che permette a una macchina di giocare a dama e questa macchina impara, o sembra imparare, a migliorare il gioco con la propria esperienza […] Il terzo problema è anche legato alle questioni dell’apprendimento. Concerne le relazioni fra macchine ed esseri viventi e quei sistemi che comprendono elementi appartenenti a tutti e due. Contiene anche considerazioni di carattere normativo e più precisamente morale. […] Infine è strettamente legata a un gran complesso di tradizioni e leggende che riguardano la magia e fenomeni analoghi».

I tre problemi posti da Wiener anticipano (o influenzano?) fortemente il successivo immaginario. Certo sui patemi religiosi pesano le grandi dimensioni di Eniac… un falso problema, come poi si vedrà.

Se chiedete agli appassionati di fantascienza – e fors’anche ai profani – di nominare un calcolatore “ribelle” quasi certamente faranno il nome di Hal 9000, protagonista di «2001 odissea nello spazio» del duo Clarke-Kubrick. Proprio il “babbo” di Hal ci regala un’osservazione interessante: dopo aver osservato che la fantascienza ha praticamente anticipato tutte le grandi scoperte o invenzioni del secolo, nonché le più rilevanti conseguenze delle stesse, aggiunge che «c’è una sola eccezione ed è l’incredibile sviluppo dei micro-chips […] Avevamo scritto di cervelloni giganteschi, mai di micro-cervelli». Non è un errore da poco mister Clarke.

Scontato il ritardo e fatti i conti con il “rimpicciolimento” (tutto il merito va ai transistor), gli scrittori di fantascienza riprendono il confronto con questi metalli che contano, memorizzano, imparano e … urlano, come suggerì il titolo d’una indimenticabile rivista francese di fumetti.

Potremmo dividere il sentiero di lettura sui computer in sei vicoli: i troppo servizievoli; gli ambiziosi; quelli psichicamente fragili; omicidi, giustizieri, poliziotti, ribelli; quelli che vogliono fondere carne e circuiti; la nuova specie. A essere più maligni ancora potremmo ribattezzarli: la mamma buona; la matrigna cattiva; la paura di rimanere orfani; il fratello disturbato o discolo; il figliuol super-prodigo; il padre-padrone.

 

(*) Riprendo questo brano da «Di futuri ce n’è tanti» (Avverbi 2006) che ho scritto con Riccardo Mancini. Non sembri uno “spot” al nostro libro: ne sono rimaste talmente poche copie (una decina mi dice il “magazzino” della casa editrice) che non varrebbe la pena.

C’è polemica sulla data esatta; noi abbiamo trovato e scritto il 15 febbraio. Altri (ora anche Wikipedia) giurano che era il 16; quanto al dopo-Eniac fuori dalla fantascienza, cioè nel cosiddetto mondo reale, credo che quello che è accaduto sia abbastanza noto: infatti tanto il blog che state sbirciando quanto il computer con il quale il post è stato creato sono figliastri o nipotastri di Eniac..

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Talvolta il tema è più leggero che ogni tanto sorridere non fa male, anzi.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 15 febbraio fra l’altro avevo ipotizzato: 1564: nasce Galileo; 1856: nasce Kraepelin (se non sapete chi è… andate a vedere: era la «scor-data» dell’anno scorso); 1860: istituite in Italia le «case chiuse»; 1898: esplosione sul Paine, pretesto per la guerra Spagna-Usa; 1898: nasce Totò; 1914: nuove lotte delle suffragette; 1934: Carl Von Ossetzy nel lager; 1936: «Civiltà cattolica» difende l’invasione dell’Abissinia; 1946: nasce John Trudell; 1982: la catastrofe di Ocean e Hibernia; 1989: l’Armata rossa lascia l’Afghanistan; 1999: catturato Ocalan; 2006: Calderoli ostenta una maglietta anti-islamica. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… e presto vi aggiorneremo. (db)

 

Redazione
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