Scor-data: 15 novembre 1880

Viene “avvistata” la Madonna dello schiavo

di Enrico Pili (*)   

A Carloforte, Isola di San Pietro – un tuffo dove passa il tonno di corsa – c’è la Madonna dello schiavo (co-patrona, il primo è san Carlo Borromeo). Grazie a lei mille carolini fatti schiavi a seguito di una delle ultime incursioni barbaresche nel 1798 e deportati a Tunisi per oltre quattro anni, furono liberati: non proprio mille, un centinaio non tornò, una donna fu ammessa nell’harem del Bey. Nella chiesa ottocentesca di via XX settembre c’è la tomba di uno schiavo ignoto. A dire il vero fu specialmente Napoleone che si diede da fare e anche il Re di Sardegna e anche il Papa che però, evidentemente, mandò un emissario: la Madonna, appunto.

[…]

La Madonna dello Schiavo è unica al mondo. Carloforte è l’unico posto al mondo dove si invoca, si venera, si prega una madonna dedicata agli schiavi. E dove, invece del milite, si mette una corona davanti alla tomba dello schiavo ignoto. E si ricorda. Il ricordo non è limitato ai mille tabarkini catturati alla fine del secolo dei Lumi, quando contemporaneamente gli europei traevano lucri incessanti dalla tratta degli schiavi, ma si estende a tutti quelli – decine, se non centinaia di milioni – che avevano subito, e subiscono, la stessa sorte.

Avvista il 15 novembre 1800 da un certo Moretto su una spiaggia fra Capo Bon e Nabeul, la santa polena fu sottratta alla vista dei musulmani e poi segretamente venerata. E qualche anno dopo il ritrovamento le suppliche rivolte dai carolini furono soddisfatte. Così ancora oggi il 15 novembre la Madonna viene trasportata in processione per tutto “U Paize”. Quel giorno dovrebbe essere dedicato – come a gennaio c’è un giorno per ricordare la Shoah – alla memoria dell’olocausto degli schiavi grazie ai quali (al loro sangue e alla loro energia rapinata) oggi funzionano gli elettrodomestici. Una famiglia possiede elettrodomestici che lavorano per un equivalente di circa 30 schiavi.

 

(*) Enrico Pili purtroppo non c’è più. Ci restano i suoi bei libri, il ricordo vivo delle sue passioni mai banali. Questo brano è tratto da «Adesso, a poche ore da qui» ovvero «Reportage dalla Repubblica democratica del Congo» che è stato pubblicato nel 2007 da Carta d’imbarco-Scuola sarda editrice.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 15 novembrefra l’altro avevo ipotizzato: 1202: i crociati a Zara; 1630: muore Keplero; 1717: nasce D’Alembert; 1738: nasce Herschel 1848: a Roma rivolta contro il papa; 1907: primo fumetto a ritmo quotidiano;1917: fucilata Mata Hari; 1985: muore Meret Oppenheim; 1989: in Brasile vince Collor De Mello; 1993: condannato Muccioli; 1998: muore Nkrumah; 2010: si “festeggiano” i primi cento attacchi di droni. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
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