Scor-data: 15 ottobre 1926

Nasce Michel Foucault

di Fabrizio Melodia (*)

«Il valore della critica storico-politica della repressione sessuale e dei suoi effetti sulla realtà è stato considerevole. Ma la possibilità stessa del suo successo era legata al fatto che si dispiegava sempre all’interno del dispositivo di sessualità, e non al di fuori o contro di esso […]. Tutta questa “rivoluzione” del sesso, tutta questa lotta “antirepressiva” non rappresentava niente di più, ma anche niente di meno […] di uno spostamento e un capovolgimento tattici nel grande dispositivo di sessualità»: così Michel Foucault in «La volontà di sapere» (traduzione di Pasquale Pasquino e Giovanna Procacci, Feltrinelli, 1978, pp. 116-7)

Scordarsi di Michel Foucault? Non per molte/i, non per me. Come si potrebbe? Sei stato un libero pensatore con il coraggio di immergersi completamente e liberamente nella ricerca, ottenendo risultati strabilianti.

Un’opera titanica che delinea la storia del sesso, del crimine, della follia e delle prigioni, oltre che delle istituzioni scolastiche, ovvero tutte quelle organizzazioni sociali sostenute da una struttura primigenia. I punti di partenza erano alcune idee di Friedrich Nietzsche e la linea di ricerche sulla burocrazia e le strutture sociali proprie di Max Weber, senza dimenticare la teoria del “panopticon” di Jeremy Bentham, un carcere ideale dove un carceriere fosse in grado di sorvegliare tutti i detenuti rimanendo fisso in una posizione (fonte d’ispirazione anche per molta fantascienza carceraria).

Foucault ha avuto il coraggio di affrontare argomenti ritenuti scabrosi, senza mai perdere di vista la visione portante della “archeologia del sapere” a dimostrare come i saperi siano un prodotto del potere in un determinato tempo e in un determinato modo.

Ha dimostrato, ribaltando la visione marxista, che il potere non è qualcosa che appartenga completamente a una determinata classe che domina e spadroneggia sull’altra ma un “reticolo”, dove tutto scorre e si perde.

Dunque i movimenti di liberazione sono il circolo continuo del potere che produce il sapere, in una ragnatela di relazione e significati sempre più complessa e non sempre facilmente determinabile?

«Nei periodi ellenistico e imperiale, il concetto socratico del “prendersi cura di sé” divenne un tema filosofico comune, universale. La “cura di sé” fu accettata da Epicuro e dai suoi seguaci. dai cinici, dagli stoici come Seneca, Gaio Musonio Rufo, Galeno. I pitagorici si interessarono molto al concetto di una vita ordinata e comunitaria. La cura di sé non costituiva una raccomandazione astratta, ma una attività ampiamente diffusa, una rete di obblighi e servigi resi alla propria anima»: è Foucault in «Tecnologie del sé. Un seminario con Michel Foucault» (a cura di Luther H. Martin, Huck Gutman, Patrick H. Hutton, traduzione di Saverio Marchignoli, Boringhieri, 1992, p. 23).

La ricerca sulla cura di sé ha prodotto risultati notevoli, una messa in pratica delle sue teorie reticolari, la cura di sé del sapere e del rendersi consapevoli della stratificazione delle strutture linguistiche e sociali in dati periodi storici.

La cura di sé è un’attività concreta di volersi bene.

Il sapere è comprendere come esso sia stato tenuto per un tempo in circolo solo da alcune strutture – quali a esempio la Chiesa cattolica – e la liberazione in realtà avvenga dialetticamente e reticolarmente nel linguaggio.

Lui stesso, analizzando il concetto di “episteme” (“sapere che si fonda sopra”) pone in luce le strutture soverchianti che si pongono sopra al libero sviluppo del sapere e della cura della persona.

«Sono un artificiere. Fabbrico qualcosa che alla fin fine serve a un assedio, a una guerra, a una distruzione. Io non sono per la distruzione, ma sono a favore del fatto che si possa passare, che si possa avanzare, che si possano abbattere i muri»: così Michel Foucault in «Io sono un artificiere» del giugno 1975 (in «Conversazioni. Interviste di Roger-Pol Droit», a cura di Fabio Polidori, Mimesis Edizioni, 2007).

PER APPROFONDIRE

  • Vittorio Cotesta, “Linguaggio potere individuo: saggio su Michel Foucault”, Dedalo, Bari 1979.
  • Jean Baudrillard, “Dimenticare Foucault” (1977), a cura di Pietro Bellasi, Cappelli, Bologna 1977.
  • Hubert L. Dreyfus e Paul Rabinow, “La ricerca di Michel Foucault” (1983), trad. Daniele Benati, Mauro Bertani, Ivan Levrini, Ponte alle Grazie, Firenze 1989 (con un’intervista e due saggi di Michel Foucault).
  • Pier Aldo Rovatti (a cura di), “Effetto Foucault”, Feltrinelli, Milano 1986.
  • John Rajchman, “Michel Foucault: la libertà della filosofia”, Armando, Roma 1987.
  • Maurice Blanchot, “Michel Foucault come io l’immagino” (1986), trad. Viana Conti, Costa & Nolan, Genova 1988.
  • Gilles Deleuze, “Foucault” (1986), traduzione di Pier Aldo Rovatti e Federica Sossi, Feltrinelli, Milano 1987; Cronopio, Napoli 2002.
  • James Miller, “La passione di Michel Foucault “(1993), trad. Elena Campominosi, Longanesi, Milano 1994.
  • Jeannette Colombel, “Michel Foucault. La clarté de la morte”, Editions Odile Jacob, Paris 1994.
  • Didier Eribon, “Michel Foucault”, traduzione di Andrea Buzzi, Leonardo, Milano 1994.
  • Judith Revel, “Foucault, le parole e i poteri”, Manifestolibri, Roma 1996.
  • Paul Veyne, “Michel Foucault: la storia, il nichilismo e la morale”, traduzione di Massimiliano Guareschi, Ombre corte, Verona 1998.
  • Pierre Billouet, “Foucault”, Les Belles Lettres, Paris 1999.
  • Claudia Dovolich, “Singolare e molteplice: Michel Foucault e la questione del soggetto”, Franco Angeli, Milano 1999.
  • Francesco Barani, “Michel Foucault: diritto, potere, follia”, ETS, Pisa 2000.

(*) Ricordo – per chi si trova a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 15 ottobre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1582: muore Teresa d’Avila mentre si riforma il calendario; 1887: nasce Lina Merlin; 1894: Dreyfus in carcere; 1966: nasce il Black Panther Party; 1978: muore William Eugene Smith; 1987: assassinato Sankara (in blog l’anno scorso); 2000: Cecenia, rapito Antonio Russo; 2007: sentenza a Los aAngeles su mafioso da estradare; 2009: fermato dai carabinieri Stefano Cucchi. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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