Scor-data: 18 febbraio 1934

«Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone»

di Barbara Romagnoli (*)

«Sono nera, lesbica, femminista, guerriera, poeta, madre». È così che si presentava Audre Lorde, nata il 18 febbraio 1934 nel quartiere di Harlem a New York, da genitori originari di Carriacou nei Caraibi, e morta dopo una lunga lotta contro il cancro nel 1992 a soli 58 anni.

É stata di recente ricordata in Italia in un incontro dal titolo «Il valore della differenza – L’attualità del pensiero di Audre Lorde – Convegno Internazionale di studi» [Bologna, 2006] ma purtroppo è ancora poco conosciuta e pochissimo tradotta in italiano. Audre Lorde «ha sfidato razzismo, omofobia, sessismo e classismo con grande impegno ed efficacia, partecipando in modo trasversale ai movimenti sociali che hanno segnato la seconda metà del secolo scorso, non solo in America: Black Arts e Black Liberation, Women’s Liberation e Lesbian and Gay Liberation. Convinta internazionalista, Lorde ha creato connessioni fra donne all’interno degli Stati Uniti, nei Paesi caraibici, sua origine, in Europa, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda» – scrivono nell’introduzione al convegno bolognese e non c’è dubbio che Lorde è stata una donna spiazzante, anticonformista, anticipatrice di alcune tematiche importanti, come quando scrive sul potere erotico femminile nascosto e svilito dalla cultura occidentale. Del resto Audre amava dire che «non si può smantellate la casa del padrone con gli attrezzi del padrone»: un monito rivolto a chi vorrebbe fare le rivoluzioni senza sovvertire linguaggi e immaginari, senza entrare in reale conflitto con il sistema maschilista e patriarcale che le donne subiscono. Audre ha fatto tanti mestieri, dall’infermiera all’impiegata, dall’operaia alla bibliotecaria e ha poi insegnato inglese all’Hunter College di New York, viaggiando in tutto il mondo per tenere conferenze e seminari. Ha scritto tantissimo, molte poesie. Le sono stati dedicati alcuni bei film: «A Litany for Survival: The Life and Work of Audre Lorde» Ada Gay Griffin [Usa, 1995], «The Body of a Poet – A Tribute to Audre Lorde» di Sonali Fernando [Gran Bretagna, 1995] e «The Edge of Each Other’s Battles: The Vision of Audre Lorde» di Jennifer Abod [Usa, 2002].

Audre non aveva dubbi, le nostre visioni sul mondo cominciano con i nostri desideri perché se «i padri bianchi ci hanno detto: penso, dunque sono. La madre Nera dentro ciascuna di noi – la poeta – sussurra nei nostri sogni: sento, dunque posso essere libera. La poesia conia il linguaggio per esprimere e autorizzare questa esigenza rivoluzionaria, l’adempimento di questa libertà. […] Perché non esistono nuove idee. Ci sono soltanto nuovi modi di farle sentire – di esaminare cosa sembrano queste idee vissute di domenica mattina alle sette, dopopranzo, durante l’amore sfrenato, facendo la guerra, partorendo, piangendo la nostra morte – mentre soffriamo per le vecchie brame, combattiamo i vecchi ammonimenti e le paure di restare silenziose e impotenti e sole, mentre saggiamo nuove possibilità e forze».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata», di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione la gente sedicente “per bene” ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 18 febbraio avevo ipotizzato: 1516: nasce Maria Tudor; 1518: Cortes salpa per il Messico; 1546: muore Martin Lutero; 1564: muore Michelangelo; 1898: a Troina (e pochi giorni dopo altrove) proteste e morti contro il «caro-pane»; 1906: nasce Pierina Scaramella; 1940: nasce Fabrizio De Andrè; 1950: il «mostro» di Primavalle; 1957: gli inglesi impiccano il leader keniota Wachiuri; 1967: muore Jules Oppenheimer; 1984: concordato Craxi-Vaticano; 1991: neve nel Sahara; 1993: Wojtyla invia una lettera a Pinochet per le sue «nozze d’oro»; 2000: un rapporto dei coltivatori canadesi contro l’industria dei cereali. E chissà, a cercare un poco, quante altre «scor-date» salterebbero fuori ogni giorno.

Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

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