Scor-data: 2 novembre 2001

Cvm, unico killer? Eppure la chiamavano MoRtedison…

di d. b. (*)  

«Impuniti» ovvero «Perchè le tragedie italiane restano senza colpevoli»: così nel 2006 la rivista «L’Europeo», diretta da Daniele Protti, intitolò un numero dedicato a «stragi e disastri che nella storia italiana del dopoguerra sono rimasti soltanto con le vittime e nessun colpevole accertato». Una delle storie raccontate s’intitola «Porto Marghera 2001» ovvero quando il 2 novembre 2001 – sul calendario è il giorno dei morti – arrivò «il più alto risarcimento mai pagato da un’azienda» (il che presuppone una colpa, direbbe un profano) «ma gli imputati tutti assolti». In sintesi: 157 operai furono certamente uccisi dal cancro ma l’unico killer era il Cvm (cloruro di vinile monomero, non carcerabile dagli umani in quanto sostanza chimica) con complici e mandanti ignoti.

Che il Cvm fosse cancerogeno da tempo gli scienziati – e dunque anche i vertici di Montedison, Enimont ed Enichem – lo sapevano: quantomeno dal 1969 e dai successivi esperimenti (tenuti segreti) affidati nel 1972 al celebre oncologo Cesare Maltoni.

Lo sapevano anche gli operai che iniziavano ad ammalarsi e poi a morire.

Alcuni libri hanno provato a indagare, prima e dopo il processo, cosa accadeva a Marghera. Uno fra i primi fu lo sconvolgente, sin dal titolo, «Mortedison» che uscì nel 1973 da una piccola casa editrice che subito scomparve. Gran parte del libro racconta – con una sequenza fotografica – di un fantoccio “nudo” legato a una croce e con una maschera antigas che venne legato ai cancelli del Petrolchimico durante lo sciopero generale dell’industria il 27 febbraio 1973 nel tentativo di rompere un silenzio che coinvolgeva anche i vertici sindacali.

Un altro libro importante, di Paolo Rabitti, uscì nel 1998 dalla napoletana Cuen: «Cronache dalla chimica: Marghera e le altre», aveva la prefazione di Felice Casson, pubblico ministero al processo contro Montedison. Non solo a Marghera dunque: il Cvm e il suo “cugino” Pvc (polivinil cloruro) uccidevano anche a Ravenna, Terni, Brindisi, Bollate, Villadossola, Ferrara, Rosignano, Ferrandina, Assemini, Porto Torres, Borgaro e Samarate? Una domanda che, a livello ufficiale, non ha avuto una chiara risposta.

Anche dopo il processo alla Montedison sono usciti libri importanti e vale segnalarne almeno due. Il primo (da Feltrinelli) è «Petrolkiller» di Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese; in appendice «i documenti segreti delle aziende chimiche». Il secondo s’intitola «Processo a Marghera» con interventi di Dario Fo e Moni Ovadia, scritto a 6 mani da Nicoletta Benatelli, Gianni Favarato, Elisio Trevisan venne pubblicato da Nuova Dimensione con l’associazione Gabriele Bertolazzo. Dentro la tragica vicenda della «Mortedison» vi sarebbe infatti anche una piccola-grande storia da raccontare, quella dell’operaio Gabriele Bertolazzo… E bisognerà farlo in una prossima «scor-data».

(*) Su un’altra Montedison, quella di Mantova, consiglio la lettura di un recente volume «Fango nero» (ne ho parlato qui: Cancro enfisema fumo intossicazione silicosi) di Sergio Mambrini: intreccia molte storie ma da lì parte, cioè da una fabbrica dove gli operai dicevano che Cefis – il padrone si chiamava Eugenio Cefis – non era un cognome ma una sigla; per l’appunto Cancro Enfisema Fumo Intossicazione Silicosi…

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 2 novembre fra l’altro avevo ipotizzato: le riflessioni di Eduardo Galeano sul «giorno dei morti»OPPURE 1901: elette 4 donne in Galles e Inghilterra; 1917: dichiarazione Balfour; 1944: cade la «repubblica» di Alba; 1945: famoso discorso di Oppenheimer; 1950: muore G. B. Shaw; 1963: ucciso Ngodinh Diem; 1965: Norman Morrison si uccide davanti al Pentagono; 1975: assassinato Pasolini; 1979: ucciso Mesrine; 1983: esercitazione «Able Archer» della Nato, si sfiora la guerra mondiale.E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • La vicenda del CVM a Marghera è una ferita aperta… una chimica di morte che ha lasciato una scia di morti passati al cui confronto Chernobyl è solo una bevuta di assenzio… e un sentiero futuro lastricati dalle tombe degli infetti e di coloro che continuano a respirare l’inquinamento presente.
    Purtroppo, in questi casi, operai e forza politiche e ambientaliste non potevano non farsi la guerra su fronti più diversi.
    Con gli operai a difendere la chimica di morte, invece che schierarsi duramente con le forze di Sinistra, con i Sindacati ed RSU tutte, con i movimenti ambientalisti, per obbligare gli industriali fraudolenti e menefreghisti, attenti solo al loro effimero guadagno, a investire su chimica pulita, ricerca e sviluppo.
    Ciò non è stato, tutto ciò che rimane è una zona profondamente letale, una vera e propria zona di morte, inquinata e inquinante.
    Rovine di fabbriche a cielo aperto, abbandonate e dislocate.
    E disoccupazione a mille, senza alcun perdono.
    Un vero e proprio disastro, di cui tutti sappiamo bene chi ringraziare.
    E oltre a questo, il danno e la beffa, troppi impuniti al processo… troppi criminali a piede libero, e non solo per vizi del sistema.
    Per fortuna, recentemente, un pò di giustizia è stata fatta, per i morti per mesotelioma d’amianto nella cantieristica Fincantieri a Marghera… condannati i dirigenti di Fincantieri e alcune personalità poltiche di spicco, per omicidio, collusione mafiosa, danni ambientali e violazione di ogni norma sulla sicurezza dei lavoratori.
    Magra consolazione, ma per lo meno c’è.

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