Scor-data: 25 marzo 2012

muore Antonio Tabucchi

di franz (*)  

Antonio Tabucchi bisogna leggerlo, e quindi non ne parlo. Chi non lo conosce può iniziare leggendo “Donna di Porto Pim” (che inizia così;”Dopo aver veleggiato per molti giorni e per molte notti, ho capito che l’Occidente non ha termine ma continua a spostarsi con noi, e che possiamo inseguirlo a nostro piacimento senza raggiungerlo mai. Così è il mare ignoto che sta oltre le Colonne, senza fine e sempre uguale, dal quale emergono, come la piccola spina dorsale di un colosso scomparso, piccole creste di isole, nodi di roccia perduti nel celeste…”) o “Sostiene Pereira” (che inizia così: “Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte…”).

e poi, subito dopo, si può incontrare Pereira, che veste i panni di Marcello Mastroianni.

ecco un appassionante viaggio nella letteratura del ‘900 scritto da Antonio Tabucchi:

Il mio tram attraverso il ‘900: Antonio Tabucchi

Supponiamo che oggi abbia affittato un tram, di cui sono stato nominato guidatore, per fare un percorso attraverso la Letteratura del nostro secolo. In questo percorso farò delle fermate a mio piacimento, imbarcando solo i passeggeri che mi vanno a genio. Altre volte, spesso, tirerò diritto, senza curarmi di chi sta aspettando alla fermata. Riceverò improperi e maledizioni, me ne rendo conto, però la compagnia dei trasporti che mi ha consegnato il tram mi ha dato anche un berretto con una tesa di plastica che porta la dicitura “Scrittore”, e a questo punto, forte di questo privilegio, fingo di essere convinto che possa avere un certo interesse, per voi che siete i miei passeggeri, sapere come uno scrittore giudica il secolo in cui vive. Partenza Se io fossi uno scrittore come Georges Perec potrei tranquillamente esaurire il mio discorso con una lunga lista. Perec ha scritto effettivamente un bellissimo testo che è una semplice lista, si chiama J’aime, je n’aime pas (Mi piace, non mi piace), e in questa lista ha rivelato la sua estetica. Però, pensandoci bene, forse risulterebbe difficile liquidare il XX secolo con una lista a base di mi piace e non mi piace. Si tratta di un secolo troppo complesso che insieme piace e dispiace. È il secolo delle contraddizioni, dei contrasti, degli entusiasmi e delle disillusioni. È anche il secolo delle grandi utopie sociali e delle grandi ideologie umanitarie e allo stesso tempo è il secolo dei grandi disastri.
I fermata: manifesto parigino
Il XX secolo, per quanto riguarda la Letteratura, comincia con un manifesto, un manifesto che fu pubblicato nel 1909 su Le Figaro di Parigi, firmato da Filippo Tommaso Marinetti. Si tratta del manifesto del Futurismo. Potrei dire subito che è un manifesto che non mi piace, però preferisco fare altre osservazioni. La prima osservazione che si impone, a mio avviso, è che il Futurismo nasce come teoria, però dietro questa sua teoria si intravede in trasparenza il desiderio di imporsi come attività pratica, come effettivamente successe. Voglio dire che nel Futurismo si verifica un processo di estetizzazione che si riferisce ad ambiti che non appartengono all’arte ma che appartengono piuttosto alla vita, e per meglio dire alla vita di tutti i giorni: alla politica, alla moda e perfino alla cucina. Detto in breve: il Futurismo si conforma e si presenta non solo come un’ideologia onnicomprensiva, non solo come una forma di vedere il mondo, ma anche come una forma di viverlo. Vale a dire: per la prima volta un’avanguardia artistica realizza uno slittamento dalla teoria alla praxis e pretende di intervenire sulla realtà. Però, allo stesso tempo, e mi sembra un aspetto molto importante, il Futurismo si presenta come un’ideologia che non offre punti di divergenza con l’epoca in cui attua. Al contrario, realizza una celebrazione della civiltà industriale, magnifica gli aspetti della modernità e li dilata fino ad assumerli come nuovi miti. Fra i molti aspetti della realtà che il Futurismo mette in risalto in maniera da farli diventare nuovi miti, direi che la Macchina gode di uno statuto privilegiato: si potrebbe fare una piccola storia del XX secolo basata sull’approvazione della Macchina da parte di alcuni e sulla sua condanna da parte di altri. E questi altri sono coloro per i quali essa significa un nuovo e terribile Moloch sui cui altari si immola l’uomo contemporaneo e che vedono in questa Macchina un nuovo mostro. E vorrei citare per lo meno Italo Svevo, il Pirandello di Serafino Gubbio e il Kafka della Colonia penale, tenendo fuori una gran parte dell’Espressionismo tedesco…

continua qui

(qui un bellissimo intervento: “Elogio della letteratura”)

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

  • Oggi in rete Primarosa Pia lo ricordava così:

    – Due anni fa, moriva a Lisbona lo scrittore Antonio Tabucchi. Lo ricordiamo, rileggendo queste sue bellissime parole tratte dal libro ‘Tristano muore’:
    “La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare… un po’ qua e un po’ là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l’altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme… e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c’è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.”
    [Antonio Tabucchi]

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