Scor-data: 29 agosto 1944

Un giorno in guerra fra Vicenza, Aosta, l’Ossola, Bologna…

di Maria Rosaria Baldin (*)

Il 29 agosto 2013 dovevo fare commissioni a Vicenza e sono andata in corriera. Al ritorno, un sollecito autista mi ha detto che doveva bucare lui il biglietto, in quanto l’obliteratrice non funzionava e stampava una data sbagliata. Dopo essermi seduta ho controllato la data impressa e era… 29 agosto 1944! Il primo pensiero è stato: «Ma che buffa macchinetta!». Il secondo: «Devo conservare il biglietto, fra un po’ d’anni lo rivenderò ai collezionisti e farò i soldi». Il terzo mi è venuto guardando il panorama: «Com’era Vicenza nel 1944? Ah già, c’era ancora la guerra…». E da lì ho cominciato a riflettere su questa città, sui cambiamenti avvenuti, sulle strade, gli edifici, la gente… E mi è venuta voglia di scoprire quello che è successo quel martedì 29 agosto 1944.

Qui sotto troverete quindi una raccolta di fatti, non solo vicentini e quasi tutti guerreschi, visto il periodo…

Il primo fatto riguarda il vicentino Marco Citton, nato a Semonzo di Grappa (Treviso) il 22 luglio 1925 e fucilato a Marano Vicentino il 29 agosto 1944: era uno studente di soli 19 anni. Iscritto al quarto e ultimo anno dell’istituto magistrale “Mario Tomolo” di Bassano del Grappa. Dopo l’armistizio era diventato staffetta di collegamento fra Bassano del Grappa, dove abitava, e le formazioni partigiane di montagna, che riforniva di armi. Il ragazzo era stato sorpreso e arrestato dai tedeschi alle 10 del 6 agosto ’44, nella strada tra Semonzo e Mussolente, proprio mentre stava trasportando in una borsa un mitragliatore Sten e una pistola Beretta. Incarcerato prima nella caserma di Bassano e poi trasferito a Marano Vicentino, Marco Citton fu rinchiuso nell’edificio delle scuole, adiacenti la chiesa parrocchiale, e sottoposto a pesanti quanto inutili interrogatori. Ebbe modo di scrivere una lettera alla fidanzata Rosetta, poi la sera del 29 agosto fu prelevato da alcuni soldati tedeschi. Condotto in aperta campagna, il ragazzo fu eliminato con colpi di fucile alla schiena. Il suo corpo fu ritrovato il giorno dopo sul luogo dell’esecuzione, l’attuale Via Pasubio.

Ed ecco le sue ultime lettere.

«Marano Vicentino, 22 agosto 1944

Carissimi di famiglia,

dato che ancora mi è possibile scrivervi nuovamente, vi esorto a pregare sempre e porgervi unitamente a parenti e conoscenti i miei più cari saluti. Io qui sono nelle mani di Dio, e sia fatta la sua volontà. Non inquietatevi per me e accettate le Divine Disposizioni dettate per me, e qualunque cosa accada, ricordatevi sempre che sono in grazia di Dio e che ciò mi dà la forza della rassegnazione per ogni qualsiasi eventuale evento. Salutatemi particolarmente il nostro caro don Francesco e ditegli che sempre mi ricordi nella sua preghiera. Caramente Vi saluto, Vostro Figlio e Fratello

Marco».

Questa è l’ultima lettera di Marco Citton alla fidanzata, scritta alle 7 di sera il 29 agosto, tre ore prima della fucilazione.

«Mia carissima Rosetta

Sebbene io sia in una spasmodica attesa di una conclusiva decisione sulla mia sorte, tu mi sei alla mente continuamente come il mio angelo tutelare. Sono certo che in questi strazianti momenti tu preghi assai per me. Anch’io prego molto ed anche per te, affinché il buon Dio, che finora mi ha sempre sorretto, ti dia la forza necessaria per sopportare con cristiana rassegnazione questo penoso distacco, e affinché tu accetti in pari modo qualsiasi sia la sorte che attendo. Ti prego inoltre di fare delle S.te Comunioni per me, ed invocare la S.ta Madre di Dio affinché mi preservi in vita e che un giorno futuro possa io darti quella felicità che tanto meriti. Ti amo molto, e continuamente l’affetto che ho per te, aumenta sempre più, e nonostante l’insuperabile barriera che ci separa, mi sembra di averti sempre a me vicino, stretta fra le mie braccia.

In special modo quando prendo al mio cuore la tua medaglietta, che tanto conforto mi reca. La mia vita è nelle mani di quel Dio che tutto vede e tutto può. Dovrebbero già essere venti giorni che il mio corpo avrebbe dovuto giacere esanime, ricoperto di poche zolle di terra; Dio però, che molto ho invocato, volle diversamente, e se ora mi sai ancora in vita, ringrazialo tanto e rifugiati presso di lui, e pregalo tanto affinché ancora mi presenti, e che possa un giorno ritornare al mio focolare e ridare letizia a tutti coloro che mi amano. Non pensi mai quale gioia e quante lagrime di commozione verseremo se un giorno potremo ancora riabbracciarci liberi e felici? Codesto giorno io lo invoco tanto, e prego molto, affinché esso possa giungere. Ricordami tanto o mia più che cara Rosetta e specialmente ricordami nelle tue preghiere, non stancarti mai di pregare, prega sempre. E se Dio mi vorrà con sé, prega tanto per l’anima mia, poiché, io lassù, contraccambierò largamente, e ti aspetterò, per essere allora uniti non per la vita, ma per l’Eternità. Se i miei genitori ti arrecheranno ancora dispiaceri proferendo chiacchiere e male mormorazioni altrui, perdonali, e se per te non potrai fare ciò per me che tanto ti amo. Sono sicuro però e specialmente la mamma mia che è tanto buona, che se ti conoscessero personalmente ti amerà come me. Finché possibile, ti farò pervenire sempre mie notizie.

Rosetta mia, ti saluto e ti bacio tanto

tuo Marco

il 29.8.1944».

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Sempre in provincia di Vicenza, lo stesso giorno: a Malga Zonta un gruppo di partigiani catturati dai nazifascisti vengono fucilati.
Nella foto qui sotto il gruppo poco prima della esecuzione con, indicato da una freccia, il comandante partigiano Bruno Viola detto “Marinaio”, medaglia d’oro alla memoria.

29agosto-museoStoricotrentino

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nella bassa Val d’Ossola e precisamente nelle frazioni di Colloro e Cuzzago, a Premosello Chiovenda, per rappresaglia a uno scontro a fuoco in cui hanno avuto un morto e alcuni feriti (uccisione di un tedesco sorpreso a rubare la mattina del 29 agosto) i tedeschi hanno massacrato a pugnalate la proprietaria del locale albergo Proman, ucciso in piazza il proprietario della trattoria Del Ponte, fucilato un vecchio sordo che stava raccogliendo mele, fatto saltare una casa con la dinamite, sotto le cui macerie è morta una donna. Poi hanno completamente distrutto altre 7 case, ne hanno incendiate 13 tredici e bruciato 35 stalle con dentro il bestiame. Alla fine hanno sistematicamente saccheggiato numerosi alloggi. L’azione distruttiva dei tedeschi si è sviluppata prevalentemente contro persone, cose ed edifici del centro paese e nella parte di abitato sulla destra del Riale, il corso d’acqua che attraversa Premosello, mentre minore fu l’entità della rappresaglia fra le case della sponda opposta. La rappresaglia è stata effettuata da truppe della Marina tedesca appartenenti al Marine Einsatz Kommando 80.
Il risultato dell’azione fu: 5 fucilati, 13 abitazioni e 35 stalle con tutto il bestiame dentro bruciate e 49 lavoratori validi deportati nei lager.

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I problemi della Brigata Nera Emilio Picot…

Per capire il contesto sarà bene prima ricordare che le Brigate Nere erano un corpo militare della Rsi, cioè la Repubblica Sociale Italiana: dopo essere stato liberato dai paracadutisti tedeschi di Otto Skorzeny, il 30 giugno 1944, Benito Mussolini istituì le Brigate Nere con il decreto legislativo 446 datato “era fascista XXII” (ovvero 1944). Ne furono istituite 39, una per ogni provincia e ognuna portava il nome di un caduto del fascismo “repubblicano”. In tutto 110.000 uomini.
E veniamo alla storia del 29 agosto. Continua l’atteggiamento critico della Gnr (cioè la Guardia nazionale repubblicana) della provincia di Aosta nei confronti della brigata nera. Ai commenti del 3 e del 17 agosto, altri dettagli vengono aggiunti oggi: «La nomina del comandante la “Brigata Nera” (ingegner Guseppe Berio), sollecitata dalle autorità locali, non ha riscosso l’unanime consenso da parte dei fascisti. La “Brigata Nera” si va costituendo tra molte difficoltà. Vi hanno aderito soltanto pochi fascisti e legionari del battaglione “Moschettieri delle Alpi».

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Il 29 agosto 1944 a Pioppe di Salvaro (Bologna) i partigiani catturano e uccidono un fascista. Secondo la ricostruzione di don Dario Zanini potrebbe trattarsi di Tommaso Paselli, scomparso in quei giorni e poi ucciso a Sanguineta di Malfolle.

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Weimar – Il corpo di Mafalda di Savoia viene sepolto nella fossa 262 del cimitero locale con l’epigrafe “una donna sconosciuta”.

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Val d’Ossola – Continuano la azioni partigiane nella zona. Dopo la resa dei fascisti a Baveno, dopo tre giorni di assedio, si è arreso ai partigiani anche il presidio tedesco. Una resa a patto di essere mandati in Svizzera che è stata accettata dai partigiani. L’attacco partigiano ha coinvolto anche la Valle del Sempione dove sono caduti i presidi di Iselle, Varzo, Crevola d’Ossola.

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Continua l’azione di rastrellamento delle tre divisioni fasciste nella Val Trebbia.

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Inizia un violento rastrellamento delle SS italiane nell’alta valle di Susa (TO), nel corso del quale sono stati catturati i partigiani Luigi Bouch, Guy Beltramo, Alessandro Leggiard, Niero Tibaldo e Loris Tallia Galoppo. I primi due sono stati portati al Sestriere, percossi con un nerbo di bue e poi trascinati per la montagna, legati con una corda al collo, alla ricerca delle armi interrate dai ribelli.

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Provincia di Arezzo – In date imprecisate fra il 3 e il 29 agosto, i tedeschi della 114^ divisione cacciatori, che il 31 luglio avevano occupato una nuova posizione difensiva a pochi chilometri a nord di Sansepolcro, hanno compiuto 12 azioni di rappresaglia nella zona uccidendo 29 uomini e 10 donne.

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Gaggio Montano (Bologna) una formazione partigiana bolognese ha attaccato una colonna tedesca presso Monte Belvedere, in località Ranchidoso. Per rappresaglia i nazifascisti hanno ucciso 71 persone, bruciando poi i loro corpi e le case della zona.

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Ospitaletto (Modena) i tedeschi hanno impiccato sei giovani.

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Filettole (Pisa): le SS, che hanno già passato per le armi un primo gruppo di uomini rastrellati il 27, ne fucilano oggi altri 25, fra cui due sacerdoti, e li gettano in una fossa comune nei pressi di Ripafratta. Altri nove vengono soppressi a Vecchiano.

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29agosto-storiapostale

Storia postale del 29 agosto: ecco una cartolina illustrata espressa in eccesso di tariffa (erano sufficienti 1,55 = 0,30 di cartolina fuori distretto + 1,25 di espresso) e un piego di ospedale come manoscritti raccomandati (1,20 = 0,60 manoscritti + 0,60 di raccomandazione aperta) affrancato con una quartina di 0,30 Provvisoria tiratura di Verona con sovrastampa color rosso arancio.


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Caduta la linea difensiva sul fiume Metauro e persa Urbino, i tedeschi si sono attestati sulla “Linea Gotica”, un sistema di fortificazioni multiple che dal Tirreno arriva all’Adriatico.  


(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 29 agosto avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1294: eletto Celestino V; 1475: termina «la guerra dei 100 anni»; 1659: un quadro di Salvatore Rosa denunciato dal Sant’Uffizio; 1706: Pietro Micca (più mito che realtà); 1842: il trattato di Nanchino; 1862: Garibaldi ferito a un piede; 1953: Pella fa muovere le truppe verso il confine jugoslavo; 1958: Germania, «Gli assassini fra noi», sentenza contro nazisti; 1968: rivolta nella prigione di Long Binh; 1985: l’Onu riconosce il genocidio armeno; 1987: assassinato Naji Al-Ali; 1991: ucciso Libero Grassi; 2005: Katrina su New Orleans; 2010: muore Enrico Pili. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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