Scor-data: 30 dicembre 1890

Nasce Victor Serge, rivoluzionario per passione e per necessità

notizie riprese da Anarcopedia (*)

 

 

 

Viktor L’vovič Kibal’čič (Виктор Львович Кибальчич), meglio conosciuto come Victor Serge (Bruxelles, 30 dicembre 1890 – Città del Messico, 17 novembre 1947) è stato uno scrittore e un rivoluzionario russo. Inizialmente anarchico, poi marxista critico dell’autoritarismo bolscevico, è conosciuto anche per il suo libro «Memorie di un rivoluzionario».

Victor Serge nasce a Bruxelles il 30 dicembre 1890 da esuli russi. Suo padre era stato un ufficiale della Guardia Imperiale, membro del gruppo «Terra e Libertà» e simpatizzante del movimento politico «Volontà del Popolo» (Narodnaja Volja), un cui suo lontano parente, Nikolaj Ivanovič Kibal’čič, aveva partecipato a un attentato (non riuscito) contro lo Zar Alessandro II. Dopo l’arresto di Kibal’čič, conseguenza dell’assassinio di Alessandro II (1881), il padre di Victor Serge si vide costretto a lasciare il Paese, fino a giungere in Belgio, dove trovò lavoro come insegnante presso l’Istituto di Anatomia di Bruxelles.

L’infanzia trascorre in un ambiente molto povero (il fratello, Raoul-Albert, muore a nove anni di tubercolosi e di fame) segnando indelebilmente la sua vita: da quel momento sentirà grande avversione verso ogni tipo di ingiustizia e di oppressione, il disprezzo per l’ipocrisia mascherata dei benpensanti, la profonda umana attrazione verso chi soffre. Amico d’infanzia di Raymond Callemin, entrambi si accostano all’anarchismo più prossimo agli ambienti individualisti. Serge, contrariamente a Callemin, è ben distante dagli eccessi illegalisti e violenti dell’epoca, di cui non si stancherà mai di denunciarne gli eccessi nel giornale «L’anarchie», che dirigeva con la sua compagna Rirette Maitrejean. Coinvolto ingiustamente con Rirette nel processo alla Banda Bonnot, viene condannato a 5 anni di carcere.

Dopo un breve periodo in Spagna, in cui prende forma in lui un certo disincanto verso gli ideali anarchici abbracciati da giovane, nel febbraio1919 giunge a Pietrogrado, vero e proprio cuore pulsante della Russia comunista e sceglie di schierarsi con i bolscevichi. Non mancherà mai di criticare, pubblicamente, la presa del potere da parte di Stalin e del «tradimento della rivoluzione», assumendo inizialmente posizioni trotzkiste, ma poi allontanandosi anche da queste.

Lavora a lungo anche per la neonata Internazionale Comunista come giornalista, editore, traduttore. Dagli stalinisti viene accusato di essere un nemico della rivoluzione e deportato a Orenburg; grazie all’attivismo di alcuni intellettuali europei (Gaetano Salvemini fra tutti) gli fu concesso l’esilio in Francia prima e in Messico infine.

Victor Serge muore il 17 novembre 1947 proprio in Messico. Secondo alcune versioni sarebbe stato assassinato da Vittorio Vidali, uno dei fondatori del Pci, membro del Gpu e fedelissimo a Stalin.

[…] «Viene spesso detto che il germe dello Stalinismo era presente nel Bolscevismo fin dal suo iniziò. Io non ho obiezioni. Solo aggiungo che il Bolscevismo conteneva anche molti altri germi, e coloro che vissero gli entusiasmi dei primi anni della prima vittoriosa rivoluzione socialista dovrebbero non dimenticarlo. Giudicare l’uomo vivo dai germi che l’autopsia rivela sul suo corpo morto – e che egli poteva portare con sè dalla nascita – è sensato?» (da «Lenin a Stalin. 1917-1937: Cronaca di una rivoluzione tradita»).

[…]

Citazioni da «Memorie di un rivoluzionario».

  • «Sin dall’infanzia, mi sembra d’aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento che doveva dominarmi durante tutta la prima parte della mia vita: quello cioè di vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile» (incipit)
  • «Mi sembra che se, a dodici anni, mi avessero domandato: cos’è la vita? (e me lo chiedevo spesso), avrei risposto: non lo so, ma vedo che vuol dire: penserai, lotterai, avrai fame».
  • «L’anarchismo ci prendeva per intero perché ci chiedeva tutto, ci offriva tutto: non c’era un solo angolo della vita che non rischiarasse, almeno così ci sembrava».
  • «La mia decisione era presa; non sarei stato né contro i bolscevichi né neutrale, sarei stato con loro, ma liberamente, senza abdicare al pensiero né al senso critico…».
  • «Il socialismo non si deve solo difendere contro i suoi nemici, contro il vecchio mondo a cui si oppone: deve essere anche difeso, nel suo proprio seno, contro i suoi propri fermenti di reazione».
  • «Sotto tutti i regimi, gli scrittori si sono adattati ai bisogni spirituali delle classi dominanti e, secondo le circostanze storiche, ciò li ha fatti grandi o mantenuti nella mediocrità».

Opere principali (in italiano)

  • Ritratto di Stalin, Venezia, Edizioni erre, 1944.
  • Il caso Toulaev (romanzo) Milano, Bompiani, 1952.
  • Memorie di un rivoluzionario. Dal 1901 al 1941, Firenze, Edizioni De Silva-La nuova Italia, 1956.
  • L’Anno primo della rivoluzione russa, Torino, Einaudi, 1967.
  • Gli anarchici e l’esperienza della rivoluzione russa, Milano, Jaca Book, 1969.
  • Lenin 1917, Bari, De Donato, 1969.
  • I maestri cantatori. Saper tacere, saper ignorare, non dire niente, non confessare mai, Torino, Ruggiero, 1970.
  • Le lotte di classe nella rivoluzione cinese del 1927, Roma, C.d.D.E., 1971.
  • Vigilanza rivoluzionaria. Quello che ogni rivoluzionario deve sapere sulla repressione, Milano, Clued, 1972.
  • Da Lenin a Stalin. 1917-1937. Cronaca di una rivoluzione tradita, Roma, Savelli, 1973.
  • Vita e morte di Trotskij, Roma-Bari, Laterza, 1973.
  • Anni spietati (romanzo) Milano, A. Mondadori, 1974.
  • La crisi del sistema sovietico, Milano, Ottaviano, 1976.
  • Letteratura e rivoluzione, Milano, Celuc, 1979.
  • È mezzanotte nel secolo, Roma, Edizioni e/o, 1980.
  • Due racconti: Il vicolo San Barnaba, L’ospedale di Leningrado, Milano, Tranchida, 1984.
  • La svolta oscura. Un rivoluzionario nel tempo del disprezzo, Milano, Celuc, 1984.
  • La città conquistata. Pietroburgo 1919, Roma, Manifestolibri, 1994.
  • Socialismo e totalitarismo. Scritti 1933-47, Roma, Prospettiva, 1997.
  • Germania 1923: la mancata rivoluzione, Genova, Graphos, 2003.

(*) «Anarchopedia» (in italiano «Anarcopedia» – it.wikipedia.org/wiki/Anarchopedia) è una enciclopedia online focalizzata sulla storia e le teorie dell’anarchismo e dei movimenti sociali in genere.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 30 dicembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1888: Italia, prima legge su emigrazione; 1992: il Vaticano “riabilita” Galilei ma è quasi un imbroglio; 1996: Cile, la fuga del secolo; 2008; un aereo vola spinto (in parte) da una miscela di alghe… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (
db)

 

Redazione
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