Scor-data: 5 dicembre 1484

Più potere agli inquisitori

di d. b.(*)  

«Ci venne ultimamente all’orecchio, non senza nostro grave dolore, che in alcune parti, città, territori, località e diocesi della Germania Superiore […] numerose persone di ambo i sessi, immemori della propria salute e deviando dalla fede cattolica, hanno abusivi commerci con i demoni incubi e succubi e con i loro incantesimi, vaticini, scongiuri e con altri nefandi sortilegi, superstizioni, eccessi, delitti».

E’ un passaggio-chiave all’inizio della bolla papale «Summis desiderantes» che Innocenzo VIII rese nota il 5 dicembre 1484. Lo riprendo dalla traduzione di Fabio Troncarelli nel suo interessantissimo «Le streghe» che uscì (dall’editore Newton Compton) nel lontano 1983 ed è oggi purtroppo introvabile.

La bolla si dilunga sui misfatti, in Germania e altrove, sottolineando le continue soppressioni de «i parti delle donne, i feti degli animali, i frutti della terra», delitti che «rimangono impuniti non senza evidente danno delle anime e perdita dell’eterna salvezza». Proprio in relazione ai delitti e agli «eccessi» ecco cosa sentenzia il papa, parlando di sè al plurale come era (e tuttora è) in uso.

«Noi pertanto, in virtù della nostra apostolica autorità e mediante il contenuto delle presenti lettere apostoliche, decidiamo di rimuovere ogni specie di impedimento che possa in qualche modo ritardare la esecuzione dell’ufficio dei medesimi inquisitori».

Mano libera all’Inquisizione dunque con «sentenze di correzione, incarcerazione e punizione». Più avanti rivolgendosi al «nostro venerabile fratello il Vescovo d’Argentina» (in Francia) Innocenzo VIII ribadisce che bisogna colpire «coloro che oppongono molestie, impedimenti, contraddizioni e ribellioni»: proprio tutti, «di qualsiasi dignità, stato, grado, importanza, nobiltà ed eccellenza essi siano e da qualsiasi privilegio di esenzione possano essere muniti».

In coda la data: «nell’anno dell’incarnazione del Signore 1484, il 5 dicembre, anno primo del nostro pontificato».

Dovrebbe essere chiaro a ogni persona minimamente scolarizzata di cosa stiamo parlando: torture e roghi per secoli. Contro gli eretici e le donne che abortivano ma non solo.

Ecco cosa ha scritto (su«Alias-il manifesto» dell’11 settembre 2004) lo storico Adriano Petta: «Il pretesto che innescava le denunzie e i processi erano nella grande maggioranza dei casi le proprietà. Per appropriarsi dei beni della gente, la Chiesa, il Comune, la Città e lo Stato hanno accusato di eresia via via catari, valdesi, apostati, convertiti, apostolici, ebrei, ebrei neri, ebrei bianchi, musulmani, protestanti, marrani, nestoriani, induisti, blasfemi, sodomiti, streghe, illuse, illudenti, bigami, superstiziosi, anabattisti, criptogiudei, criptomusulmani, pagani, illuminati, scismatici, peccatori di magia (di sortilegi, divinazione, abuso di sacramenti, disprezzo delle Chiavi), studiosi, medici, alchimisti, atei, oppositori politici, filosofi, matematici, scienziati… e li mandavano al rogo».

I numeri sono contestati ma persino dai documenti vaticani – ricorda Petta – risulta che, solo nel Seicento, in Polonia «10mila creature accusate di stregoneria» furono bruciate vive «su una popolazione di 3 milioni e 400mila». Altrove andò peggio. Erano così tanti – ancora Petta – gli eretici da bruciare che a Siviglia inventarono 4 enormi forni che contenevano fino a 40 «dannati» per volta: loro soffrivano di più, si risparmiava legna e la macchina dell’Inquisizione funzionava meglio. Fu così per oltre tre secoli.

La partecipazione dei papi ai massacri dell’Inquisizione fu sempre convinta e totale: lo ricorda Petta, citando anche lo studioso Adriano Prosperi, in un lungo elenco. Il 28 ottobre 1557, Paolo IV dispensò tutti i cardinali e gli inquisitori dal rispetto delle regole quando infliggevano «tortura reiterata» e sempre lui, il 5 novembre di quell’anno, «aveva reso solenne e consacrato il rogo che sarebbe avvenuto la domenica successiva» scrive Petta «concedendo l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avrebbero assistito allo spettacolo». Casomai vi fosse sfuggito, recuperate il romanzo «Q» scritto dal fantomatico Luther Blissett (poi collettivo Wu Ming) nel 1999: la storia di Giovanni Pietro Carafa, salito al “Soglio” come Paolo IV, è tutta lì. L’invenzione letteraria di Luther Bilissett ne fa un indimenticabile genio del male ma dai documenti storici ricaviamo la certezza che fu molto peggio. E soprattutto fu solo un anello nella lunga catena di papi che torturano e uccisero milioni di persone «a maggior gloria di Dio».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 5 dicembre fra l’altro 1901: nasce Heisenberg; 1941: svolta nella seconda guerra mondiale; 1952: «smog», catastrofe a Londra, migliaia di morti; 2006: muore Ki Zerbo. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

 

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