Scor-data: 8 maggio 2011, Lampedusa

di Clelia Bartoli (*)

QuintoStato

Si intitola «Razzisti per legge: l’Italia che discrimina» però Clelia Bartoli nel suo libro racconta anche l’Italia che non rifiuta ma accoglie, capace di grandi e piccole solidarietà. Con una domanda: è solo questione di “istinto”? (db)

«Il lavoro è durissimo, come spiega un giovane arruolato nella Guardia Costiera […] Il momento in cui si intercetta il natante è quello più delicato perché l’eccitazione dei migranti alla vista dei salvatori può essere fatale: i barconi in genere sono malandati trabiccoli traboccanti di passeggeri e basta che alcuni si muovano repentinamente a farli ribaltare […] Con il mare grosso, a volte, i finanzieri e i marinai della Guardia Costiera fronteggiano le onde con piccoli gommoni per recuperare i dispersi, altre volte saltano sull’imbarcazione che sta colando a picco per aiutare i migranti a salire sulla motovedetta […] Tra le imprese più memorabili vi è senz’altro quella dell’8 maggio 2011. Era notte piena, si era appena concluso un estenuante sbarco di 842 persone salpate da Tripoli. Coloro che avevano eseguito il salvataggio stavano finalmente per rincasando quando hanno sentito delle urla dietro una collinetta nei pressi del porto. Hanno preso a correre e si sono trovati un peschereccio gremito di migrati incastrato negli scogli: si era rotta la catena del timone appena prima di entrare un rada. La notizia, anche se non era ancora l’alba, si è sparsa veloce e sono arrivati tutti: le diverse forze dell’ordine, gli abitanti dell’isola, gli operatori delle organizzazioni umanitarie e i giornalisti. I coraggiosi si sono gettati in acqua per afferrare i bambini che venivano lanciati dalla nave affinché fossero i primi a essere messi in salvo. Poi è la volta degli adulti. Una catena umana soccorre e assiste: 527 vite salvate, 3 quelli che non ce l’hanno fatta i cui cadaveri sono stati rinvenuti il giorno dopo.

Il giovane tenente Davide Miserendino, a capo di molte operazioni, racconta: “Io mi sono buttato d’istinto ma sapevo che potevo contare su un carabiniere o un poliziotto dietro di me che mi avrebbero dato una mano. Sono passate tre ore e mi sono parsi due minuti. In quei momenti non si pensa a nulla ma si finisce per fare cose incredibili: immagina che mi è caduta addosso una donna incinta che poteva essere di 150 chili e un collega ha recuperato me con una mano e la donna con l’altra. Siamo stati premiati dal presidente della Repubblica, lui era commosso; ma secondo me chiunque lo avrebbe fatto, non puoi non farlo”.

Ecco che ancora una volta viene riproposta la tesi della forza dell’istinto. Io credo che anche in questo caso vi sia dell’altro. L’impulso umanitario non può darsi per scontato perché in contesti diversi le reazioni risultano essere assai dissimili. Va detto che, mentre questi valorosi salvavano vite, tanto nel Cspa di Lampedusa che in altri centri sul territorio nazionale – secondo le denunce di organizzazioni umanitarie e di diversi migranti – si sarebbero verificati abusi e violenze da parte di alcuni esponenti delle forze dell’ordine». (Clelia Bartoli è docente dei Diritti Umani nella facoltà di Giurisprudenza a Palermo; il suo «Razzisti per legge» è stato pubblicato da Laterza nel 2012)

(*) Questa «scor-data» esce anche su «Corriere delle migrazioni» (http://www.corrieredellemigrazioni.it/) la cui lettura vi raccomando. «Razzisti per legge: l’Italia che discrimina» è un libro molto importante. Come ho già scritto in blog l’autrice non gira attorno ai problemi, parla chiaro. La prima frase del libro è infatti questa: «Alla domanda generica, semplicistica e fondamentalmente mal posta, “l’Italia è un Paese razzista?” la risposta che si troverà in questo libro è “sì” […] in Italia si è avviata la costruzione di un sistema razzista, reso efficace e duraturo dalla legge che rischia di portare a una frattura della popolazione dai perniciosi effetti di lunga durata». Dunque un “sistema” che rischia di vanificare persino gesti coraggiosi del genere di quello qui sopra raccontato.

Come sa chi frequenta il blog/bottega per due anni ogni giorno – dall’11 gennaio 2013 all’11 gennaio 2015 – la piccola redazione ha offerto (salvo un paio di volte per contrattempi quasi catastrofici) una «scor-data» che in alcune occasioni raddoppiava o triplicava: appariva dopo la mezzanotte, postata con 24 ore di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; ma qualche volta i temi erano più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi.
Tanti i temi. Molte le firme (non abbastanza probabilmente per un simile impegno quotidiano). Assai diversi gli stili e le scelte; a volte post brevi e magari solo una citazione, una foto, un disegno… Ovviamente non sempre siamo stati soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole copiare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie.

Abbiamo deciso – dall’11 gennaio 2015 che coincide con altri cambiamenti del blog, ora “bottega” – di prenderci un anno sabbatico, insomma un poco di riposo, per le «scor-date». Se però qualche “stakanovista” (fra noi o all’esterno) sentirà il bisogno di proporre una nuova «scor-data» ovviamente troverà posto in blog; la redazione però non le programmerà.

Nell’anno di intervallo magari cercheremo di realizzare il primo libro (sia e-book che cartaceo?) delle nostre «scor-date», un progetto al quale abbiamo lavorato fra parecchie difficoltà che per ora non siamo riusciti a superare. Ma su questa impresa vi aggiorneremo.

Però…

(c’è quasi sempre un però)

visto il “buco” e viste le proteste (la più bella: «e io che faccio a mezzanotte e dintorni?» simpaticamente firmata Thelonius Monk) abbiamo deciso di offrire comunque un piccolo servizio, cioè di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, già apparse in blog.

Speriamo siano di gradimento a chi passa di qui: buone letture o riletture

La redazione (in ordine alfabetico): Alessandro, Alexik, Andrea, Barbara, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, Pabuda, Remo, “Rom Vunner”, Santa, Valentina e ora anche Riccardo e Pietro.

 


Redazione
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