Scor-data: 9 dicembre 1895

nasce Dolores Ibarruri,

di Daniela Pia (*),

 

Dolores Ibarruri, la pasionaria, nasce a Gallarta, un piccolo villaggio di minatori vicino Bilbao, il 9 dicembre del 1895 , ottava di undici figli, avrebbe voluto fare la maestra ma la sua, che era una famiglia di minatori, non potè pagarle gli studi. Ha vent’anni, quando sposa Julián Ruiz, minatore e attivista politico dal quale ebbe  sei figli, quattro dei quali morirono giovanissimi. A venticinque anni inizia la sua collaborazione con il “Mineiro Vizcaino”, un giornale di opposizione nel quale si firmava “La Pasionaria”, pseudonimo che manterrà per tutta la vita, anche quando si trasferì a Madrid nel ’31, dopo essersi iscritta al Partito Comunista Spagnolo ed aver iniziato a pubblicare articoli per il “Mundo Obrero”, il giornale ufficiale del Partito. Se la povertà del tempo spesso, per la gran parte degli spagnoli, andava di pari passo con la rassegnazione, così non fu per la Ibarruri che,  grazie anche alle letture di Marx ed Engels, trasse la convinzione che la vita, è un campo di battaglia dove ogni giorno l’immenso esercito del lavoro guadagna posizioni. Fu così che nel settembre 1931 viene arrestata per la prima volta a Madrid, reclusa  insieme alle delinquenti comuni, con le quali darà il via allo sciopero della fame, al fine di ottenere la libertà dei detenuti politici. In seguito a un secondo arresto fa cantare l’Internazionale nel parlatorio e nel cortile, incitando le recluse a rifiutare il lavoro miseramente pagato. Arrestata per la terza volta sceglie di mandare i figli a Mosca per proteggerli. Nel marzo del 1932 organizza il IV congresso del partito a Siviglia, il primo tenuto ufficialmente in Spagna, dopo anni di clandestinità. L’anno dopo è delegata al 13° congresso internazionale del partito e si reca per la prima volta a Mosca. Verso la fine del 1934, in piena repressione antioperaia, va nelle Asturie con due repubblicane, per prendere più di un centinaio di bambini, figli di operai in sciopero, che muoiono letteralmente di fame e portarli a Madrid in famiglie disposte ad accoglierli. La sua passione politica la rese un’ abile oratrice capace di trascinare le folle e incitare alla resistenza i suoi discorsi e le sue azini ne fecero una figura centrale del Partito Comunista Spagnolo. Eletta nell’ esecutivo del Cominter, a Mosca, nel 1935, fu tra i fondatori del Fronte Popolare, l’unione tra socialisti e comunisti che avrebbe trionfato nelle elezioni del febbraio 1936. La gioia per la vittoria però, fu di breve durata già nel giugno dello stesso anno, il golpe fascista di Francisco Franco portò i falangisti al potere e fece piombare la Spagna nella Guerra Civile. La Ibarruri, ancora una volta fu fra coloro che vi si opposero strenuamente, Il suo attivismo pieno di energia e suoi interventi a capo delle Mujeres Antifascistas  la trasformarono in un mito della rivoluzione. Poeti, come Rafael Alberti, Antonio Machado o Miguel Hernández furono suoi fervidi ammiratori e riponevano grande speranza nella sua passione politica. Quando Franco prese il potere, e  la guerra fu definitivamente persa, Dolores assieme a tanti altri oppositori della nascente dittatura, fu costretta ad abbandonare il paese e recarsi in esilio, prima in Francia e poi a Mosca. Eletta segretario generale del PCE, ne ricoprì l’ incarico fino al 1960. Già una delle figure più importanti del movimento comunista internazionale, nel VI congresso, quando  Santiago Carrillo sarà eletto Segretario Generale del PCE, la Ibarruri ne diviene Presidente. Alla morte di Franco, conclusa  la dittatura militare, Dolores ritornerà in Spagna  dopo 38 lunghi anni di forzato esilio. L’accoglienza sarà un’apoteosi: dalle scale dell’aeroplano discende una donna,  che ha già 80 anni, ma che conserva un’energia eccezionale. A Madrid migliaia di spagnoli si trovarono in piazza per rendere omaggio a colei che era divenuta il massimo simbolo del comunismo spagnolo: Dolores Ibárruri; lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán ricorda le emozioni di quella mattina quando il fervore degli applausi trattenuti da 38 anni, riconoscevano in  Lei quell’identità  che si era dovuta celare per tanto tempi. Dolores è simbolo prima ancora di divenire mito. Eletta deputata delle Asturie nelle prime elezioni democratiche, presiede la prima sessione della Corte di Giustizia con Rafael Alberti e,  pur avanti con gli anni, non abbandonerà il suo impegno politico che la portò in prima linea nell’esprimere la sua  solidarietà alle Madri di Plaza de Mayo, quelle donne  che manifestavano coraggiosamente contro un’ altra dittatura denunciando la scomparsa dei loro figli e dei loro compagni. Comunista di profonde convinzioni, militante fino alla fine dei suoi giorni, la Ibarruri si spense il 12 novembre del 1989 a Madrid: aveva 94 anni .

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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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