Scott Warren sarà dichiarato colpevole di umanità?

di Maria Teresa Messidoro (*)

«E’ una crisi umana» dice Noam Chomsky sul processo che un professore, colpevole di aver soccorso un migrante, affronterà l’8 giugno. Scott Warren potrebbe trascorrere 20 anni in prigione per aver offerto acqua e cibo a immigrati illegali.

Il processo contro il membro dell’organizzazione No more Death (non più morti) è cominciato il 5 giugno nella Corte Federale di Tucson, Arizona e potrà segnare il futuro degli aiuti umanitari alla frontiera tra Stati Uniti e Messico.

Più specificatamente, Warren è accusato di atti criminali per aver offerto acqua, cibo, vestiti puliti e un letto a due immigrati illegali nell’accampamento del Gruppo umanitario No more Death, nella cittadina di Ajo, Arizona. Se sarà dichiarato colpevole, rischia fino a venti anni di carcere.

Noam Chomsky – durante una conferenza stampa allestita fuori dalla Corte Federale in Tucson – ha affermato che «si era trattato di un gesto di semplice umanità: questo processo dimostra che non si vive soltanto una crisi migratoria alla frontiera, ma una vera e propria crisi umana, una crisi morale».

Ha anche affermato che le accuse contro Warren – di assistere migranti illegali . gli ricordavano il conflitto sociale e politico prodotto nella decade degli anni 80 nei Paesi centroamericani, dove gli Stati Uniti hanno avuto pesanti responsabilità per il forzato esilio migratorio imposto a migliaia di persone. Ha inoltre ricordato il lavoro di associazioni come No more Death che cercano di rimediare – almeno parzialmente – alle responsabilità di chi crea le condizioni per queste fughe disperate dai propri Paesi d’origine.

La pastora della Chiesa Presbiteriana del Sud di Tucson ha rimarcato che questo processo è un nuovo attacco diretto ai gruppi di aiuti umanitari alla frontiera ed è condotto con tenacia e determinazione dall’amministrazione Trump.

Warren, professore dell’Università statale dell’Arizona, era stato arrestato nel gennaio 2017 durante una retata all’accampamento di No more Death, dove gli agenti della Pattuglia di frontiera trovarono due immigrati clandestini. Dopo essere stato liberato, Warren fu nuovamente processato per essere entrato con una automobile nel Rifugio Nazionale di Vita Selvaggia a Cabeza Prieta, in Arizona. Ma non è ancora finita: è stato di recente accusato di “abbandono della proprietà” per aver lasciato nel deserto recipienti d’acqua e cibo in scatola per salvare la vita ai migranti che cercano di attraversare il deserto per raggiungere il sueño americano.

Dove sta la giustizia?

https://www.infobae.com/america/eeuu/2019/05/29/es-una-crisis-humana-dijo-chomsky-sobre-el-juicio-que-enfrenta-un-profesor-que-dio-agua-a-migrantes/

(*) Maria Teresa Messidoro è vicepresidente Associazione Lisangà

 

Redazione
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Un commento

  • Maria Teresa Messidoro

    In attesa del giudizio su Warren, l’attivista di 36 accusato ingiustamente per aver aiutato migranti illegali, un gruppo di esperti indipendenti collegati alla Commissione dei Diritti Umani dell’Onu ha chiesto alle autorità nordamericane di ritirare immediatamente le accuse contro Warren Gli esperti sono Michel Forst, relatore speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Felipe González Morales, relatore speciale sui diritti dei migranti, Agnes Callamard, relatrice speciale sulle esecuzioni extragiudiziali ed arbitrarie, Clément Nyaletsossi Voule, relatore speciale sui diritti e la libertà di riunione pacifica ed associazione,Dainius Pῡras, relatore speciale sul diritto alla salute e Maria Grazia Giammarinaro, relatrice speciale sui diritti umani delle vittime di tratta, specialmente donne e bambini.

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