Se a pregare sono De Andrè e Mutis

Una “scor-data” per ricordare la nascita del poeta colombiano-messicano (25 agosto 1923)

scelta dei testi e commenti di Sergio Falcone

La «Preghiera di Maqroll il Gabbiere» di Álvaro Mutis
[
Qui non viene data integralmente la preghiera di Maqroll il Gabbiere. Abbiamo riunito solo alcune delle sue parti più salienti il cui uso quotidiano raccomandiamo ai nostri amici come antidoto efficace contro l’incredulità e la gioia immotivata.]
Diceva Maqroll il Gabbiere:
Signore, perseguita gli adoratori del serpente lascivo! Fa che tutti concepiscano il mio corpo come una fonte inesauribile della tua infamia.
Signore, secca i pozzi che stanno in mezzo al mare dove i pesci copulano senza riuscire a riprodursi.
Lava i cortili delle caserme e vigila sui neri peccati della sentinella. Genera, Signore, nei cavalli l’ira delle tue parole e il dolore di vecchie donne senza pietà.
Smembra le bambole.
Illumina la stanza del pagliaccio. Oh Signore! Perché infondi quell’impudico sorriso di piacere nella sfinge di stracci che predica nella sala d’aspetto?
Perché hai tolto ai ciechi il bastone con cui laceravano la densa felpa del desiderio che li assedia e li sorprende nelle tenebre?
Perché impedisci alla selva di entrare nei giardini e di divorare i sentieri di sabbia percorsi nelle sere di festa dagli incestuosi, dagli amanti attardati?
Con la tua barba da assiro e le tue mani callose, presiedi, Oh fecondissimo! la benedizione delle piscine pubbliche e il conseguente bagno degli adolescenti senza peccato.
Oh signore! accogli le preghiere di questo scrutatore supplicante e concedigli la grazia di morire avvolto nella polvere delle città, addossato alle gradinate di una casa infame e illuminato da tutte le stelle del firmamento.
Ricorda Signore, che il tuo servo ha osservato pazientemente le leggi del branco. Non dimenticare il suo volto.
Amen.

«Smisurata preghiera» – Fabrizio De André [1996]
Testo e musica di Fabrizio De André e Ivano Fossati
[L’ultima canzone dell’ultimo disco di Fabrizio De André, Anime Salve (1996) è Smisurata preghiera, ispirata dal “Gabbiere” di Alvaro Mutis): secondo me non solo la somma dei percorsi del disco ma anche di quelli della vita poetica di De Andrè. Fortissima la presenza di Mutis qui ripreso sia per la “Preghiera” di Maqroll, che al contrario recita «Ricorda Signore che il tuo servo ha osservato pazientemente le leggi del branco. Non dimenticare il suo volto», sia in più punti, a partire da quel «gli elementi del disastro» che ricorda appunto una delle raccolte più note del poeta. Ma De Andrè attraverso la poesia stavolta ci offre un vero, grande affresco a tinte forti della solitudine libera e scelta, presupposto necessario per «consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità» perché l’uomo è individuo non esaltato dalla massa, dalla folla, dalla maggioranza, ma da essa annullato, appiattito, reso schiavo e complice di naufragi, scandali, disastri. Una condizione questa che necessita forza, tenacia («direzione ostinata e contraria») ma sembra garantire soltanto una vita disagevole ed emarginata («nel vomito dei respinti», «marchio speciale di speciale disperazione»). Quand’ecco, almeno alla fine, la speranza che la fortuna faccia il suo dovere ed aiuti i figli (di Dio) disobbedienti alle leggi del branco, restando comunque questa un’anomalia. È secondo me LA canzone di De Andrè, nella quale possiamo leggere il punto di vista dell’autore maturato in tanti anni, apparsoci frammentato in tante canzoni non soltanto in questo album, e qui riunito in un ideale “manifesto” comunque molto bello e poetico malgrado questa sua natura, se si vuole libertario o anarchico; la definizione non è forzata, ma soprattutto inno alla libertà e alla solitudine come scelta in una società statalista e massificata.]
Smisurata preghiera è l’epitome del disco, la summa dei tracciati che lo percorrono. Ed è ancora un affresco sulle minoranze, sulla necessità di difendersi da parte di chi non accetta “le leggi del branco”, su coloro insomma che devono pagare per difendere la propria dignità: gli unici che attraversando l’emarginazione e la solitudine riescono ancora a “consegnare alla morte una goccia di splendore”.
[In Doriano Fasoli,
«Fabrizio De André. Passaggi di tempo», pag 77]

Smisurata preghiera […] è una specie di salmo di invocazione e di imprecazione sulle minoranze. Ed è costruita a partire da testi di Alvaro Mutis, che in un’intervista televisiva ha dichiarato che occorre un talento straordinario per sintetizzare un’intera opera in una sola canzone.
[Alessandro Gennari, in «Le mie note a margine (intervista a F. De André)»]

Fabrizio De André – voce
Elio Rivagli – batteria
Naco – djembé, talking tablim e shaker
Alberto Tafuri – pianoforte e tastiera
Pier Michelatti – basso
Franco Mussida – chitarra classica
Mario Arcari – mancoseddas
Riccardo Tesi – organetto
“Il Quartettone” – orchestra d’archi
Carlo De Martini – direzione d’orchestra

Partiamo proprio da Mutis. Come è arrivato a conoscerlo?
«Per una di quelle gradevoli coincidenze che il destino, ogni tanto, si diverte a mettere in scena. Nel 1991 il mio amico Vittorio Bo mi regalò un romanzo, La nave dell’ammiraglio, che trovai semplicemente straordinario. Allora cominciai a divorare tutti gli altri suoi scritti, e quando arrivai alla raccolta di poesie Summa di Maqroll-il gabbiere presi il coraggio a quattro mani: gli domandai se avesse nulla in contrario a che mi appropriassi di qualche pezzo pregiato della sua sterminata gioielleria, per incastonarlo in una canzone che avevo in mente. In questo modo è nata Smisurata preghiera, e devo confessare che mai parto fu tanto soddisfacente”.
Intervista di F. De André con A. Podestà (
L’Espresso, 18 settembre 1996)

«L’ultima canzone dell’album è una specie di riassunto dell’album stesso: è una preghiera, una sorta di invocazione… un’invocazione ad un’entità parentale, come se fosse una mamma, un papà molto più grandi, molto più potenti. Noi di solito identifichiamo queste entità parentali, immaginate così potentissime come una divinità; le chiamiamo Dio, le chiamiamo Signore, la Madonna. In questo caso l’invocazione è perchè si accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze.
Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi … dire “Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni…” e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze.
La preghiera, l’invocazione, si chiama “smisurata” proprio perchè fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso
».
(Presentazione dello stesso De André durante un concerto)

Dalla Summa di Maqroll a Desmedida Plegaria
Analisi dell’incontro letterario fra Álvaro Mutis e Fabrizio De André
di Giacomo Falconi
http://www.viadelcampo.com/Dalla_Summa_di_Maqroll_a_Desmedida_Plegaria.pdf


Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al di sopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta

recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta

come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti

come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere

Desmedida plegaria: La versione spagnola di Álvaro Mutis.

DESMEDIDA PLEGARIA
Sobre los naufragios,
desde el Mirador de las Torres,
Lejana y sobre los elementos del desastre
De las cosas que suceden por encima de la palabras
Celebrantes de la nada
En un viento tán fácil
De saciedad, de impunidad

Bajo el escándalo metálico
De armas bluntas o en desuso
Conduciendo la columna
De dolor y de humareda
Que deja las batallas infinitas al caer de la tarde,
La mayoría está, la mayoría está

Recitando un rosario
De mezquinas ambiciones,
De temores milenarios,
De inagotables astucias
Cultivando tranquila
La horrible variedad
De su propia soberbia
La mayoría está

Como una enfermedad
Como un infortunio
Como una anestesia
Como una costumbre

Para quien viaja con obstinada y contraria dirección,
Con su estigma especial de especial desesperanza
Y entre vómitos de rechazados sus últimos pasos va dando
Para entregar a la muerte una gota de esplendor,
De humanidad, de verdad

Por quien en Aqaba curó la lepra con un cetro ficticio
Y sembró su travesía de celos devastadores y de hijos
Con improbables nombres de cantantes de tango
En un vasto programa de eternidad

Recuerda, Señor, a estos siervos desobedientes
A las leyes de la manada,
No olvides sus rostros
Que al cabo de la alternancia
Es apenas justo que la fortuna los toque

Como un descuido,
Como una anomalía,
Como una distracción,
Como un deber.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Due fra i più grandi del secolo scorso. Indimenticabili.

    PS
    segnalo un typo. Il libro di Mutis si intitola “La nEve dell’ammiraglio”

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