Shailja Patel e la cospirazione gay in Uganda

Il 28 febbraio su questo blog ho parlato di una proposta di legge nazista in Uganda per condannare a morte gli omosessuali; un orrore che purtroppo ha  molte probabilità di tramutarsi in realtà, vista la situazione in tanti altri Paesi e il silenzio crescente sulla persecuzione del popolo gay. Il 31 marzo su «Il fatto quotidiano» Mimmo Lombezzi racconta che in Camerun  «basta il sospetto e si finisce dentro per almeno 6 mesi». Ma la lista è purtroppo lunga. Se in Uganda passasse questa proposta – potete leggere il testo su http://www.avaaz.org/death-law – sarebbe una nuova sconfitta per tutte e tutti. Rinnovo quindi l’invito a sostenere la raccolta di firme lanciata da Avaaz.

Su questo tema sapevo che Shailja Patel ha scritto e ho chiesto l’autorizzazione a riprodurre il suo testo;  ringrazio «The Africa Report» ( www.theafricareport.com : è stato pubbblicato nel numero di febbraio-marzo del 2010) e soprattutto Pina Piccolo per la traduzione. Se volete sapere qualcosa di più su Shailja Patel in questo blog trovate (in data 1 luglio 2008) una mia intervista (db)

COLTI IN FLAGRANTE

SCENA: Aula di tribunale a Kampala, settembre 2010

Imputati: Dieci studenti universitari, sei ragazzi, quattro ragazze. Un uomo d’affari, una donna di mezza età,

Signori della corte.

I capi di accusa contro gli imputati in base all’articolo 195 del Codice Penale dell’Uganda sono i seguenti:

Cospirazione ai fini dello svolgimento di attività omosessuali

Promozione dell’omosessualità

Promozione di omosessualità aggravata

Tentativo di omosessualità aggravata

Favoreggiamento della e istigazione alla omosessualità

Contattofisicoconaltrapersonaconintentiomosessuali

Gestione di bordello a scopi omosessuali

Omessa denuncia di omosessualità

Terrorismo, sedizione, consumo di carne suina, rasatura della barba, abominio per aver  giaciuto con una donna durante il tempo delle regole, abominio per aver indossato vesti  composte di due stoffe, abominio per aver condotto insieme al pascolo giovenche e capre, tutte abominazioni agli occhi del Signore…

Chiedo scusa , Vostro Onore. Sì, ho capito. Le Leggi dell’Uganda , non le Leggi del Libro di Levitico. Ritiro le ultime cinque accuse.

L’imputata Numero Undici, Vostro Onore? È la proprietaria e gestrice del bordello che si maschera sotto il nome di Cybersweet Café.

In base alle informazioni fornite da un cittadino che manifestava preoccupazione, il Pastore Gideon Musoke, la polizia ha condotto una retata nel Cybersweet Café, il 2 aprile 2010. Gli agenti hanno colto gli imputati nell’atto di svolgere le  attività illegali di cui sopra.

No, Vostro Onore, non veramente in flagrante delictu per quanto riguarda atti di omosessualità. Stavano creando, assemblando e discutendo materiali pornografici che promuovono l’ omosessualità.

Presento i materiali: Reperti  A, B, e C.  Prego Vostro onore di volgere l‘attenzione ai titoli di questi libretti, tutti in codice ai fini del reclutamento di cittadini ugandesi  per  compiere  atti indescrivibilmente degradanti di omosessualità:

Riforma Elettorale – il 2011 è troppo tardi

Lungo ritardo nella rettifica delle commissioni elettorali

Il posto dei  soldati è nelle caserme, non nei seggi elettorali

Sì che si può! – Più donne al Parlamento!

Presento inoltre, come prove, i reperti  E, F, G e H rintracciati nelle borse degli imputati. Si tratta di libri che promuovono l’omosessualità, scritti da William Shakespeare, James Baldwin, Kwame Anthony Appiah, Wole Soyinka e Dennis Brutus.

Reperto J: trovato sulla persona dell’Imputato Numero Sette. Una copia della Sacra Bibbia che si è subito aperta alla pagina del  versetto di Samuele 20:41, “Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l’un l’altro e piansero l’uno insieme all’altro, finché per Davide si fece tardi”.

Reperto K. Trovato sulla persona dell’Imputato Tre. Una fotografia di detta persona assieme all’Imputato Quattro. Osservateli nell’atto di abbracciarsi come marito e moglie. Secondo le loro affermazioni sono fratelli, ma avere la stessa madre non può giustificare un comportamento omosessuale!

Infine, Vostro Onore, una testimonianza firmata del nostro informatore, il pastore Gideon Musoke.  Egli descrive come gli imputati abbiano corrotto il suo figlioletto di due anni giocando con lui al Cybersweet Café. Dal momento dell’aggressione il bambino esibisce comportamenti omosessuali. Piange come una bambina. Desidera giocare con i braccialetti della madre.

No, Vostro Onore. Non sono stato  informato del fatto che il Pastore Musoke sia apparso davanti  a Voi  l’anno scorso. Accusato di aver stuprato la figlia dell’Imputata Undici? La stessa che appare  adesso davanti alla Corte? La proprietaria del Cybersweet Café?  Una bambina di dodici anni? Che triste storia. La fatica dell’operare per il Signore ha presentato  il suo conto al pastore. Pregherò per lui.

Vostro Onore, questo caso è improntato alla chiarezza:

Non tutti i dissidenti sono gay. Ma tutti i gay sono dissidenti.

Tutti i sodomiti sono criminali. Ma non tutti i criminali sono sodomiti.

Non tutti i terroristi sono omosessuali. Ma tutti gli omosessuali sono terroristi.

Non tutte le persone che si occupano di diritti umani si abbeverano alla fonte di Gomorra. Ma tutti i sodomiti si rifugiano sotto l’albero dei diritti umani.

Sono i gay a trascinare la nostra povertà e disoccupazione.

Sono i gay che hanno creato la guerra nell’Uganda del nord.

Sono sempre loro che hanno bloccato le trattative di pace.

Sono loro che hanno diffuso l’HIV.

Sono loro che distruggono le famiglie.

I gay hanno distrutto le nostre possibilità di vincere la Coppa delle Nazioni Africane.

Il Niger e il Benin sanno mantenere puri e forti i loro giocatori.

Il surriscaldamento globale è il fuoco di Dio mandato per ardere gli omosessuali.

La malaria è un flagello di Dio per i loro peccati – e stiamo pagando tutti.

Non li lasceremo vivere in mezzo a noi come omosessuali.

Non li lasceremo vivere in mezzo  a noi.

Non li lasceremo vivere.

Copyright Shailja Patel, 2010. Tutti diritti riservati.

Redazione
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