SIATE, GRAZIE
(Roba del Pabuda…)
fatele anche piccole
o minuscole
ma fatene tante:
fate gentilezze alla gente:
ma gente presa una per una,
individualmente:
persona singolare
tutta diversa da tutte le altre:
appena vi capita a tiro
fategli o fatele
una minuta gentilezza:
quando ne ha bisogno
e se l’aspetta
ma – soprattutto –
quando
non s’aspetta più niente:
per abitudine, vuoto,
paura, solitudine,
fretta o stanchezza.
fate qualcosa
di quasi impercettibile
però gradevole o utile:
una porta, una borsa,
un posto in coda,
un’indicazione,
una moneta, una precedenza,
una traduzione,
un passo, una voce,
un saluto, un ascensore.
siate: fate, maghi, stregoni,
sciamani:
con una gentilezza qua, una là
distribuite incantesimi
di buon umore, sollievo,
gratitudine, tranquillità:
roba microscopica
ma così densa e diffusa
da tramutare
la strana, bizzarra
gentilezza generale
in confortevole normalità.
grazie.
..
(il collage del Pabuda nell’illustrazione è intitolato “Non in Agenda” ed è tratto da qui: www.pabuda.net)
bella!
grazie
GRAZIE CHE DOLCEZZA !
da non confondere con il buonismo ma come pratica di vita che di fatto destabilizza chi riceve perchè
inatteso
inusuale
impensabile…
ma lo rende – almeno per un attimo sereno-felice-spensierato
ma è meravigliosa!!!!
Gajarda!! M’ ha ricordato alcune poesie di quella grande poetessa polacca dal nome impronunciabile.
Grazie Pabuda! Bellissima