Sister Fa canta contro le mutilazioni genitali

di Piera Francesca Mastantuono (*)

Il meglio del blog-bottega /131…. andando a ritroso nel tempo (**)

Sister Fa e’ una giovane cantante e rapper senegalese ed ha iniziato a fare musica nel 2000. Il suo interesse per i diritti umani l’ha portata poi ad impegnarsi in iniziative e progetti contro le mutilazioni genitali femminili, come il tour del 2008 “Education sans mutilation” organizzato in Senegal proprio per portare il suo messaggio anche nei villaggi piu’ lontani del Paese. Recentemente (marzo 2011) ha poi partecipato, a Roma, al festival “Afrodisia – Women on Waves” dedicato proprio alla forza delle donne che levano alta la voce contro le mutilazioni genitali femminili. Grazie alla collaborazione dell’Aidos, una delle associazioni che hanno organizzato l’evento, siamo riuscite a raggiungere questa sorprendente artista per qualche domanda sulla sua musica, sui suoi progetti e sulle sue aspettative future.
Piera Francesca Mastantuono: Quali caratteristiche della sua musica sono funzionali alla trasmissione del messaggio sociale contro le mutilazioni genitali femminili?
Sister Fa: Sono partita dalla musica rap per raccontare innanzitutto la mia storia, consapevole che sono poche le donne che hanno il coraggio di parlare del tema delle mutilazioni genitali femminili; io per affrontarlo ho voluto radunare migliaia di giovani in concerti all’aperto durante i quali ho cercato di trasmettere questo messaggio, sempre naturalmente nel massimo rispetto di ciascuno.
Piera Francesca Mastantuono: Da dove viene il suo impegno contro l’escissione? E come pensa di concretizzarlo?
Sister Fa: Nel mio villaggio in Casamance ho visto donne respinte dalla loro comunita’ perche’ non erano escisse, ed ho deciso di impegnarmi come artista per sensibilizzare le persone contro le mutilazioni genitali femminili ed anche per raccontare alle popolazioni i pericoli che sono direttamente legati a questa pratica. Nel concreto, cerco di realizzare il mio impegno attraverso l’utilizzo combinato di musica, teatro, danza tradizionale, break dance, proiezioni di film, organizzazione di seminari e molto altro ancora. Naturalmente sono necessari anche i mezzi finanziari per supportare tutto cio’ ed a questo scopo vendo i miei CD, organizzo dei concerti di beneficenza e vendo degli articoli con il mio logo “Sister Fa”. Sono inoltre supportata anche da alcune organizzazioni la cui sede principale si trova in Germania. Tra i molteplici obiettivi che cerco di raggiungere c’e’ sicuramente quello di riuscire a mobilitare i giovani intorno ad un soggetto importante come questo che tocca i diritti umani e che parla delle violenze fatte ai danni delle donne, sottolineando l’importanza dell’educazione e della conoscenza, invece che dell’escissione, di fronte alle future generazioni. E’ fondamentale rendere consapevoli le giovani ragazze come sia possibile crescere con tutte le parti del proprio corpo e di essere al contempo ben educate riuscendo anche a trovare un buon marito, tutto questo senza essere escisse. E per quelle donne che gia’ hanno subito la mutilazione, vorrei evidenziare come sia possibile conservare una propria identita’ culturale senza il bisogno di mescolarvi pratiche nocive per la salute della donna. Inoltre e’ parimenti necessario ribadire anche agli uomini che e’ possibile sposare una donna che non e’ stata sottoposta ad escissione senza incorrere in alcun tipo di conseguenze e tantomeno di condanne morali.
Piera Francesca Mastantuono: Ogni anno ci sono circa due milioni di nuovi casi di mutilazioni genitali femminili, quali sono le azioni concrete per combattere questa dilagante situazione?
Sister Fa: Attualmente, oltre il progetto e gli obiettivi precedentemente esposti, penso che l’educazione possa realmente es, sere la soluzione a questo problema, il che vuol dire fare anche leva sui governi dei paesi colpiti dalla pratica dell’escissione, affinche’ includano questo tema all’interno del programma scolastico in modo che le giovani generazioni apprendano e comprendano l’argomento sin dalle scuole, attraverso le spiegazioni dei loro stessi insegnanti. Ed inoltre sarebbe auspicabile che le persone che hanno la possibilita’ finanziaria provassero ad aiutare le organizzazioni o dei progetti che mirino a dei buoni fini. Insomma una sinergia di forze per il raggiungimento di un medesimo obiettivo.

(*) testo ripreso dal sito di “Noi donne” (www.noidonne.org) dove è uscito nel maggio 2011con il titolo «La donna del mese. Sister Fa. Una rapper senegalese canta contro le mutilazioni genitali femminili». La prima foto è ripresa dal «Guardian» in rete, dove è postata con questa didascalia: «Fatou Diatta, aka Sister Fa, photographed in London for the Observer New Review by Sophia Evans». La seconda foto è ripresa da https://terredeshommes.it: qui il nome di Sister Fa viene indicato come Fatou Mandiang Diatta.

(**) Anche quest’anno ad agosto la “bottega” recupera alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché circa 12mila articoli (avete letto bene: 12 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. (db)

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