Sorry we missed you – Ken Loach

(visto da Francesco Masala)

il mondo va sempre peggio e i film di Ken Loach filmano la realtà, ispirazione per le sceneggiature di Paul Laverty.

in Sorry we missed you non ci sono più gli operai, ci sono i lavoratori senza diritti, i diritti sono diventati archeologia, i figli sono incontrollabili, perché non si ha più tempo per stare con loro, per crescerli, e le famiglie saltano in aria. 

Ricky ha bisogno di lavorare, di guadagnare soldi, lui e Abbie non hanno neanche 1000 sterline di risparmi, nonostante lavorino entrambi, Abbie viene pagata a ore e deve essere sempre reperibile.

Ricky non è più un lavoratore, neanche precario, è diventato un fattore produttivo, usa e getta.

dopo aver visto il film guarderemo con occhi diversi chi ci porta i pacchi a casa.

non perdetevi Ken Loach, è necessario.

https://markx7.blogspot.com/2020/01/sorry-we-missed-you-ken-loach_6.html

 

ecco la recensione di Pepe Mujica, sei anni prima:

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

3 commenti

  • Daniele Barbieri

    Ha ragione Francesco Masala: «è necessario vedere questo film». Poi ognuna/o rifletterà (meglio se lo si fa in compagnia) e probabilmente concluderà che le tante storie racchiuse in «Sorry We Missed You» non sono tragedie ma la normalità, cioè quello che il vecchio/nuovo capitalismo ha voluto imporci – a volte con la nostra complicità o passività – come normale. Per ripartire non basta incazzarsi e neppure organizzarsi, che pure è indispensabile. Occorre ridare senso a parole antiche come dignità e diritti: bisogna rovesciare la logica che questa merda (con la sua violenza quotidiana resa invisibile) sia «normale».

  • Ken Loach è un grande. Non ha mai sbagliato un colpo. Ha cominciato con “Poor cow”, passando per “Riff Raff”, “Piovono Pietre” e “Ladybird Ladybird”, per arrivare a “Io, Daniel Blake”

  • Gian Marco Martignoni

    Ho terminato questa mattina ” Basta con i salari da fame ! ” di Marta e Simone Fana e questa sera ho visto l’ultimo film di Ken Loach. Un film immenso, perchè Ken Loach ha la capacità di cogliere l’essenza e l’approfondimento dello sfruttamento capitalistico, nonchè la dissoluzione di ogni legame sociale.

Rispondi a Daniele Barbieri Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *