Sparite-sparate: s/governi, gare, razzismi al cubo

I – La solitudine dei numeri occidentali

Chi frequenta questa rubrica sa perché qui non si usano i numeri arabi (fuori dall’Italia, vili invasori – naturalmente sull’aria dell’Aida): è un tentativo di scimmiottare cioè ridicolizzare la cultura dominante localista e xxxxxxx (mi hanno detto che devo smetterla di scrivere parolacce).

II – Se fossi un (Sergio) Leone

Se siete cinefili ricorderete «Il buono, il brutto e il cattivo». Se io fossi Sergio Leone redivivo e dovessi fare un film sul far west delle notizie – «La buona, la brutta, la normale» – avrei difficoltà non solo a scegliere due interpreti su tre ma perfino sul definire i personaggi: nell’Italia di oggi sembrano buone, persino eroiche, notizie che dovrebbero essere normali. Ciò chiarito (o forse confuso) vado avanti ma voi prendete con le molle le definizioni di «normale» e di «buona».

III – L come Libia

Ci eravamo lasciati (con questa rubrica) in luglio mentre qualche giornale coraggioso – «L’unità» e «il manifesto» – denunciava gli orrori dei lager libici per migranti (e richiedenti asilo, soprattutto eritrei, che l’Italia ha respinto in mare) e le bugie del nostro s/governo. E’ una storia complessa che qui non si può riassumere ma la trovate su molti blog (in particolare Fortress Europe, di Gabriele Del Grande). In letargo o in clamoroso ritardo i massmedia presunti grandi: a esempio il «Corriere della sera» scopre (il XII luglio) con ritardo di mesi e mesi che il documentario «Come un uomo sulla terra» sta sconvolgendo l’Italia, con centinaia di proiezioni “militanti”. Con riferimento alla vergogna libica e al diritto d’asilo che il nostro s/governo nega, l’Italia è diventata «sorvegliata speciale» ci informa in agosto qualche giornalista: a tenerci sotto mira sono «Economist», Caritas, Amnesty, Hrw (agenzia dell’Onu per i rifugiati) ma non vi scordate del Consiglio d’Europa o del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

IV – La Carta e la Corte

Finchè abbiamo una buona Carta (costituzionale) e una non corrompibile Corte (costituzionale) c’è la ragionevole certezza che le schifezze del nostro s/governo verranno bocciate. Come l’aggravante di clandestinità (sentenza 249 del 2010). O come per il ricorso del nostro s/governo contro la legge della Regione Toscana sugli immigrati (sentenza del VII luglio).

V – Omofobia

Forse il termine è poco chiaro, diciamo allora persecuzione degli omosessuali. Le violenze sui gay (o sospetti tali) si moltiplicano, a scuola come per strada. «Vite spezzate» titola «L’unità» che il XII luglio pubblica un impressionante dossier di Arcigay. Il XX luglio i media raccontano che Riccardo Missiato, sindaco a Spresiano (lista civica appoggiata dal centrosinistra) non vuole gay ad amoreggiare sul Piave perché «deviati e malati». E’ solo uno dei tanti orridi episodi dell’estate (Cagliari, Pesaro, Torre del lago, Ostia…) ma è più grave di un pestaggio perché a insultare e discriminare è un rappresentante delle istituzioni, non 4 bulli. Su «Repubblica» (XI agosto) Francesco Merlo si chiede perchè il bacio gay è ri-diventato «scandalo al sole». Un bell’articolo ma lui non vede un legame con gli altri razzismi, io sì.

VI – Buone notizie

Ricordato che forse le notizie buone sono «normali», ecco la nascita a Milano (via Pergolesi 2) di Extrabanca, multi-etnica per lingua, personale e prospettive: manterrà le promesse p è il solito fumo negli occhi? Ed è certamente notizia buona che il giudice di Adro dà torto al sindaco Oscar Lancini, super-leghista: il “bonus bebè” si dà a chiunque abbia diritto, non solo agli ariani (scusate volevo dire ai paesani doc); sentenza analoga contro il sindaco di Tradate. Negli stessi giorni accolti dal tribunale di Milano ricorsi contro misure discriminatorie di Mestizia Loratti (o un nome del genere) ma anche dei comuni bresciani e di Alzano Lombardo.

VII – L’eroe senza ticket

Nel maggio MMIX il nigeriano John Paul Boi cattura a Palermo un assassino. Elogi, promessa di un permesso di soggiorno, il tribunale di Palermo (sentenza 301/2009) lo libera da ogni piccolo precedente… Un anno dopo lo beccano a Pistoia senza il biglietto del tram: arrestato e subito riceve un decreto di epulsione. Come finirà?

VIII – I media perdono il vizio?

Il XXI luglio qualche giornalista dà notizia della presentazione di una ricerca (diretta da Mario Forcellini, Roberto Natali e Laura Boldrini) su «immigrazione e asilo nei media italiani». Si dice che il peggio – gli stereotipi, il razzismo latente – è passato. E si loda giustamente «L’Unità» per lo spazio che dà a voci “straniere” (in testa Igiaba Scego e Amara Lakhous). Però….il XXII agosto, la stessa «Unità», nella pagina di Modena – a fianco di un articolo su «sicurezza e stranieri» dove attacca la destra – titola «quattro campani rubano un borsello da un’auto». Svolta politica (non prendetevela con gli immigrati ma con i terroni) o infortunio? In altri Paesi nessuno direbbe di che nazione o regione è un criminale o presunto tale, tantomeno in un titolo. «Di colore sarà lei» è il titolo (su «Il fatto» del VII agosto) che Corrado Giustiniani (posso sbilanciarmi? Uno dei migliori giornalisti italiani) dedica alle «parole che offendono al di là delle presunte buone intenzioni di chi le usa».

IX – Ben Asri Sabri

Per giorni resta solo a urlare la sua protesta sui tetti del Cie (centro identificazione espulsione) di Torino ma sotto gli altri “ospiti” lo sostengono e «il manifesto» gli dedica , il XXII luglio, la prima pagina: c’è chi (per ragioni politiche) finirebbe in carcere se tornasse al suo Paese. Ma anche questa storia finisce male. Ben Asri Sabri viene rispedito in Tunisia dove una falsa democrazia è retta da uno che si chiama quasi come lui ma che, fra le altre piccole differenze, è persona molto coccolata dal nostro s/governo e purtroppo anche dai precedenti. Per tutta l’estate nei Cie (da Milano a Gorizia a Brindisi) rivolte, pestaggi e qualche fuga.

X – Tir

D’estate i camion fanno sempre notizia. Se poi gli autisti sono stranieri e investono qualcuna/o, certi giornalisti si tuffano che neanche Di Biasi e Cagnotto. Poi un giornale serio («Il fatto» del XXVIII luglio) fa un’inchiesta: i camionisti stranieri sulle nostre strade sono sottopagati e sfruttati da aziende italiane. Interessante no?

XI – Sassuolo replica

Pure durante il Ramadan devono pregare in strada (meglio se si astengono del tutto e guardano la tv) i musulmani perché a Sassuolo la Lega urla: «la moschea no no no» e per moschea intende qualsiasi luogo dove un po’ di stranieri possano per una qualsiasi ragione incontrarsi. Ad agosto fa caldo, vero?

XII – L’Italia batterà la Francia?

A fine luglio Sarkozy si scatena contro i rom ma subito Maroni ribatte: anche noi, anzi di più. Come ha notato Mihai Mircea Butcovan (a proposito: quando torna su «Come»?) c’è una brutta gara per il pessimo titolo di Paese più razzista d’Europa. Italia e Francia vengono date favorite. Però «Le Monde» precisa il XVIII agosto: «in Europa c’è un club di ultras dove le politiche della sicurezza sono troppo influenzate dall’estrema destra: la Francia per i rom, l’Olanda per l’islamofobia, la Svizzera per i minareti e l’Italia per il reato di clandestinità». Non lo dico da tifoso ma «Le monde» ci sottovaluta: il nostro s/governo ha fatto anche di peggio; stavolta il (triste) titolo non dovrebbe sfuggirci anche senza l’aiuto di Materazzi. La concorrenza però è forte: ad agosto va segnalato un “giocatore”  –Thilo Sarrazin, banchiere ed esponente della Spd – che tiene “alto” il vessillo della Germania prendendosela con gli ebrei mentre in Slovacchia (dove Maroni si troverebbe benissimo per molti ragioni) un cittadino uccide 7 rom ma il governo subito chiarisce che «non è xenofobia».

XIII – Come le ciliege

Un razzismo tira l’altro. Se si può insultare o picchiare lo straniero e il gay perché tutelare chi ha un handicap? Luglio si chiude con l’albergo di Bibione (Venezia) che invita i genitori di una bimba disabile a farla mangiare in orari diversi dai “normali”. Agosto si chiude con una bambina down sconsigliata a Gardaland dal salire su una giostra.

XIV – QUI C’ERA UNA NOTIZIA…

… che ho tolto e sotto (*) spiego perchè

XV – Complimenti a Caulonia

A inizio agosto annuncia un ricorso alla Corte dell’Aja dopo il no del nostro s/governo. Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia, ritiene giusto concedere il voto agli immigrati residenti.

XVI – Imola stecca

Sassuolo è in Emilia, Imola pure (ma sul confine con la Romagna direbbero i pignoli): la prima non vuole la moschea (vedi sopra) ma è governata dalla destra, la seconda che invece è governata dal centro-sinistra a inizio agosto si scopre a sfruttare gli immigrati attraverso sub-sub-sub appalti della Hera (che è a maggioranza pubblica). Una storia complessa da raccontare ma se per caso vi incuriosisce la trovate su codesto blog, digitando Akron.

XVII – Brutti campionati

Se in Europa il titolo di più razzista se lo dovrebbero giocare, salvo sorprese, Francia e Italia (vedi sopra) per il campionato mondiale sono parecchi purtroppo i contendenti: l’ outsider Sudafrica se la deve vedere con Israele che, ad agosto, espelle 400 bambini, figli di immigrati irregolari. L’Onu dice che così si violano «i diritti dell’infanzia» ed è difficile darle torto.

XVIII – Solo a Venezia driin

Il telefono squilla, nessuno risponde. Il «numero verde anti-tratta» era utilissimo e dunque il governo ha chiuso le 14 postazioni locali, lasciando solo la sede di Venezia. Ad agosto qualcuno ne parla, i più tacciono.

XIX – Operaio, irregolare o cosa?

Niang Elhadj, senegalese di XXXIII anni, muore il XXI agosto a Campi Bisenzio mentre lavora. I morti non sono tutti uguali e dunque per alcuni giornalisti è un «clandestino» e per altri un «operaio». Per «il manifesto» viene «schiacciato sotto un muletto privo di ogni requisito di sicurezza», per «L’Unità» dopo l’incidente «il datore» (di lavoro) «scappa». Non per i rimorsi … è la mia supposizione.

XX – Buone dunque invisibili

Se non erro solo «Il fatto» pubblica (il XXV agosto, in pieno delirio anti-rom) la lettera di Paola Bini che spiega come, con altri cittadini di Milano, sia impegnata nella solidarietà con le famiglie nomadi del campo di Rubattino.

XXI – Cattive dunque in vista

Grande spazio sui media, a inizio settembre, per la pensione («forzata»?) di monsignor Marchetto che aveva criticato sia Sarkozy che Maroni: era segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti.  Questi tre dunque in poche righe come vi suonano?

XXII – Inizia settembre

«Sporco negro» e lo pestano a Milano. La notizia su «La stampa» (del IV settembre) è data vicina all’informazione che il Comune di Tradate tiene duro e vuol dare il “bonus bebè” solo agli italiani doc. Questa seconda notizia apre (su «Il fatto») la prima pagina con il titolo: «manifesto leghista sulla razza».

XXIII – Pane al pane e porco al porco

Alcuni giornalisti registrano che il sindaco di Adro torna alla carica: «chi non vuole mangiare il maiale se ne vada». Ho un breve commento: oink.

XXIV – Benedetto è un nome improprio

Accade a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi ma qualcuno direbbe che è una storia da Alabama (o da Brescia). Un consigliere comunale del Pdl, Benedetto Proto, accusa un nigeriano di averlo minacciato con il coltello. Lo arrestano. Ma le persone presenti dicono: «tutto falso». Il giudice assolve il nigeriano ma ora Proto rischia due processi: falsa testimonianza e odio razziale.

XXV – Uno di noi due sragiona

Leggo sul «Corriere della sera»  del XXVII agosto che, secondo il vice sindaco Riccardo De Corato, a Milano la moschea è inutile perché «solo il 3 per cento dei musulmani prega nei luoghi di culto». Io sono d’accordo con l’arcivescovo Tettamanzi che vuole garantire il diritto di culto agli islamici. Ma se io accettassi la “logica” di De Corato e se avessi ascolto da quelle parti (nessuna di queste cose è vera) segnalerei che a Milano molte chiese sono vuote anche la domenica: si potrebbero fare un sacco di parcheggi, no?

10 – Io sto con la Carta

Scrivo in numeri arabi per scelta: l’articolo 10 della Costituzione italiana è il punto di partenza. Per gli immigrati e per noi stessi.

(*) la moglie di un immigrato, ingiustamente accusato (e infatti assolto) mi ha chiesto dopo 10 anni di cancellare la notizia. Scrive che oggi “un datore di lavoro” o magari gli amici del figlio andando in rete potrebbero trovare notizie che offendono la dignità e l’innocenza di un uomo. Le ho risposto che questo post era all’interno di una rubrica (per un periodo uscita anche in cartaceo) che sistematicamente accusava i media italiani di razzismo, superficialità eccetera. Dunque non ho offeso, anzi. Ma la signora insista e allora le ho scritto: “cancello (non credo che altri lo faranno e magari saranno i più forcaioli e razzisti a lasciare i loro articoli) perchè non vorrei sembrare ostinato o poco solidale; resto della mia idea che le notizie non si dovrebbero cancellare. Semmai suo marito avrebbe avuto diritto alla rettifica (non certo nel mio caso o per l’articolo che citavo ma per chi di sicuro ha giocato la sporca carta del razzismo)”.

Notizie sparite, notizie sparate. Certezze, mezze verità, bufale, voci. Questa mia rubrica prova, a ritmo quasi mensile sulla rivista «Come solidarietà», a recuperare e/o commentare quel che i media tacciono e/o pompano (oppure rendono incomprensibile, con il semplice quanto antico trucco di de-contestualizzarlo) su migranti, razzismi e dintorni.

Redazione
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