“Spazio 1999”: alla deriva sulla Luna

Ricordando ancora Martin Landau (*) e raccontando tutti i guai di una famosa e amata serie tv

di Fabrizio Melodia

Landau ci ha lasciato ma la sua impronta rimarrà sempre in quella base lunare Alpha che, per 2 stagioni televisive di 24 episodi ciascuna, ha ospitato le gesta del gruppo di astronauti “involontari” che hanno segnato la storia della SF televisiva.

Tutto ebbe inizio il 9-9-1999, quando il comandante John Koenig (interpretato da Martin Landau) prese il comando delle operazioni sulla base lunare Alpha, un complesso scientifico permanente situato nel cratere Plato (il nome è tutto un presagio, a ripensarci. Al buon Platone avrebbe fatto piacere).

Compito del comandante Koenig è coordinare al meglio la spedizione esplorativa verso il pianeta Meta, scoperto recentemente e che potrebbe ospitare nuove forme di vita. Inoltre deve prendersi la rogna d’investigare sulla preoccupante sequela di decessi e incidenti inspiegabili che colpiscono gli addetti di un deposito di scorie radioattive oltre agli astronauti che dovrebbero partecipare alla spedizione.

La situazione precipita quando viene rilevato un aumento esponenziale del campo magnetico generato dalle scorie. Tutte le misure orchestrate da Koenig si rivelano purtroppo poco tempestive e inutili: il 13 settembre 1999 s’innesca un’esplosione a catena d’indescrivibile potenza, la quale causa la fuoriuscita dall’orbita terrestre della Luna.

Così la Luna diventa una involontaria astronave con naufraghi cosmici a bordo, completamente assoggettati alla deriva del satellite. Nel loro peregrinare, Koenig e i componenti della base lunare Alpha incontreranno altre forme di vita, alcune amichevoli altre molto meno, sempre all’insegna delle riflessioni filosofiche sul senso ultimo dell’uomo.

Alcune curiosità che forse non sapete o immaginate oppure non vi potrebbero fregare di meno.

La prima stagione fu prodotta dai prolifici Gerry e Sylvia Anderson, già passati alla storia della fantascienza televisiva con “Thunderbirds”, “U.F.O”, “Capitan Scarlet”, “Stingray”, “Fireball XL5” e “Joe 90”.

La seconda stagione vide la fine del sodalizio tra la storica coppia: la produzione passò nella mani sempre di Anderson e di Fred Freiberger, con evidenti e poco entusiasmanti risultati.

La serie fu realizzata con grande difficoltà tra il 1973 e il 1975, con la partecipazione della britannica ITC e nientemeno che della nostrana RAI.

Nacque da un progetto abortito di un sequel della serie tv “U.F.O” e avrebbe dovuto avere come titolo “U.F.O. 1999”, sempre con il comandante Koenig e in una base lunare ampliata, oggetto di un massiccio bombardamento da parte dientità aliene, ma Anderson non trovò finanziamenti.

La produzione degli effetti speciali fu estremamente accurata, a iniziare dai modellini delle astronavi, conosciute come Aquile, fino agli arredamenti futuristici della Base Lunare Alpha. Il direttore degli effetti speciali Brian Johnson aveva già partecipato a grosse produzioni fantascientifiche, come “2001: Odissea nello spazio” e successivamente avrebbe lavorato per “Guerre Stellari – L’Impero colpisce ancora”. Le astronavi e i veicoli erano modelli in scala realizzati con grande accuratezza e con i materiali migliori.

La colonna sonora principale, compresi titoli di apertura e chiusura, furono composti da Vic Elmes e Barry Gray, mentre il pluripremiato Ennio Morricone compose quella per la versione cinematografica; Derek Wadsworth fu coinvolto per le musiche della seconda stagione televisiva.

Molti gli attori noti e meno noti che si avvicendano nelle peripezie della base lunare Alpha, a iniziare nientemeno che da Cristopher Lee, il più noto Dracula cinematografico di sempre e interprete del mago corrotto Saruman nella trilogia de “Il Signore degli Anelli”. Si danno il cambio Joan Collins, Peter Cushing, Brian Blessed e Patrick Bowles.

A causa della coproduzione della Rai, appaiono anche noti attori italiani: Orso Maria Guerrini ne “Il testamento degli Arcadi”, Gianni Garko in “Il dominio del drago”, Carla Romanelli ne “Il cervello spaziale” e Giancarlo Prete nell’episodio “Fantasma su Alpha”.

C’è pure una partecipazione straordinaria all’insegna di “Guerre Stellari”: la maschera di un mostro che ricorre spesso negli episodi è indossata dal compianto David Prowse, che sarebbe diventato celebre dopo poco tempo indossando i neri panni del terribile Darth Fener.

Contrariamente a “Star Trek”, questa serie, alla sua messa in onda, fu accolta con dure critiche, soprattutto riguardo l’implausibilità scientifica.

L’ arcinoto Isaac Asimov scrisse in un articolo che un’esplosione di tale potenza, in grado di mandare fuori orbita la Luna, ne avrebbe causato come minimo la frantumazione, originando in seguito una grande pioggia di detriti sulla Terra, sempre ammesso che le scorie nucleari possano generare una simile detonazione. Harlon Ellison, altro mostro sacro della fantascienza e autore di alcuni dei più quotati episodi di “Star Trek”, ebbe gioco facile a far notare, con una certa ironia, che un’esplosione scaturita dal lato oscuro della Luna avrebbe scagliato il satellite contro la Terra, invece che fuori orbita. Sempre nel suo articolo, il buon Asimov – qui in veste di professore – ironizzò sul fatto che un universo popolato di sistemi tale da rendere praticabile il viaggio della Luna alla deriva, sarebbe stato a dir poco incandescente, vista la necessaria estrema vicinanza delle stelle.

Qui gli sceneggiatori della serie idearono lo stratagemma dei tunnel spaziotemporali, per rendere più plausibile il passaggio da un sistema all’altro, come nell’episodio “Sole nero”.

Asimov, pur elogiando il soggetto e la serie, terminava il suo articolo posticipando di almeno mezzo secolo la creazione di una base lunare permanente.

A causa dello scarso interesse degli sponsor e del tragico crollo della qualità della serie tv nella seconda stagione, “Spazio 1999” terminò senza una fine vera e propria, con l’episodio “I dorcononi”. Fred Freiberger non era nuovo a questi “incidenti”, essendo stato bollato più volte come assassino seriale delle serie tv da buona parte dell’ambiente. Basti pensare che la sua partecipazione causò il crollo qualitativo e la chiusura della terza stagione della serie originale di “Star Trek”, della seconda stagione della serie tv “L’uomo da sei milioni di dollari” e della prima stagione di “Wild Wild West”.

Esiste comunque un possibile finale alternativo di “Spazio 1999”, mai realizzato, dal titolo “Children of the gods” (Figli degli Dei). In un futuro lontano, più o meno il XXIV secolo, i discendenti della base lunare Alpha si stabiliranno su un nuovo pianeta e dalla loro nuova casa inizieranno la colonizzazione di altri mondi. Questa espansione viene osservata con attenzione da una saggia ed evoluta razza aliena, la quale, per sondare la bontà della razza umana, rapisce due bambini dei nuovi colonizzatori, dotandoli dei propri poteri e rimandandoli indietro nel tempo proprio sulla base lunare Alpha del XXI secolo, dove creeranno non pochi problemi a Koenig e compagnia. Contro ogni aspettativa, uno dei due bambini si comporta in modo nobile, garantendo quindi la discendenza agli ospiti della base lunare Alpha e una futura convivenza pacifica con gli alieni.

Il 13 settembre 1999 del cosiddetto mondo reale, nella vecchia Los Angeles, per festeggiare la ricorrenza, si tenne una ricca convention dei fan della serie chiamata “Breakaway”, come il noto primo episodio della prima stagione. Venne proiettato un cortometraggio intitolato “Messagge from Moonbase Alpha”, proposto qui in Italia nella raccolta DVD della serie tv. Tale piccolo gioiello è scritto da Johnny Byrne, uno dei più prolifici attori della serie e prodotto dai fan attraverso una raccolta fondi.

L’attrice Zienia Merton ritorna nei panni dell’analista dati Sandra Banes, in un ultimo e commovente messaggio di saluto alla Terra, spiegando che gli ospiti della base lunare Alpha devono necessariamente trasferirsi su di un pianeta battezzato Terra Alpha, abbandonando la Luna prima che essa si allontani troppo. Le riprese furono realizzate a velocità lampo nell’agosto del ‘99, nel garage di un fan della serie, ricostruendo un pannello della sala comandi e con l’uso di alcune elaborazioni digitali per le immagini dell’Aquila nello spazio. Idealmente, tale cortometraggio avrebbe dovuto costituire il preludio per un rilancio della serie, con un cast composto da una “discendenza” dell’equipaggio originario. Il progetto, come si è visto, non è stato portato avanti e il monologo dell’analista Banes costituisce il degno e accorato congedo della serie tv “Spazio 1999”.

(*) cfr Martin Landau riparte per le stelle e…

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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