Sul suicidio di Stefano Monti

Alla Procura della Repubblica di Bologna

Sul decesso del signor Stefano Monti, persona detenuta in attesa di giudizio nel carcere di Bologna

Appresa a mezzo stampa la notizia del decesso del signor Stefano Monti si espone quanto segue:

  1. Il decesso è stato attribuito dagli organi di stampa a suicidio ancorché con ricostruzioni contraddittorie della dinamica del fatto da parte di fonti diverse;
  2. Nel caso si sia trattato di suicidio si pongono alcuni interrogativi : a) se risultino atti finalizzati alla prevenzione del gesto; b) se risultano lasciati a disposizione della persona effetti personali o strumenti abitualmente utilizzati per agire condotte suicidarie, nella consapevolezza comunque di dover considerare le misure “custodialistiche” solo la’ultima risorsa possibile tra quelle da mettere in campo; c) se sia stato tracciato il profilo di rischio suicidario attraverso colloqui psicologici e attraverso la osservazione comportamentale da parte di personale specializzato e se questo risulti dalla cartella clinica della persona; d) se – nel caso della constatazione del livello di prevedibilità del rischio nell’ambito delle predette misure di monitoraggio – sia stata disposta una presa in carico della persona a livello psicologico e materiale compresa la vigilanza attiva da parte del personale e l’allertamento dei compagni di detenzione; e) se – e oltre la luttuosa vicenda che ha riguardato il signor Stefano Monti – sia attivo nel carcere di Bologna un piano specifico di prevenzione delle condotte suicidarie e autolesioniste , ispirato eventualmente alle linee guida internazionali in materia;
  3. In conclusione si sottolinea la opportunità di valutare se si ravvisino condotte istituzionali (ministeriali e locali) individuabili come omissione di misure di prevenzione la cui necessità pare fuori dubbio per persone in attesa di sentenze particolarmente gravose come quella che il signor Stefano Monti aspettava a giorni.

Al fine di contribuire al confronto sulla dinamica dell’evento e della prevenzione dei rischi che dovessero ripresentasi in futuro tra la popolazione reclusa avanziamo fin d’ora istanza di costituzione di parte civile qualora dovesse partire un procedimento finalizzato ad accertare responsabilità omissive o colpose o di altra natura penale.

Grazie dell’attenzione.

Vito Totire, medico psichiatra, a nome e per conto del circolo Chico Mendes e del Centro Francesco Lorusso – Bologna

IN “BOTTEGA” CFR Suicidio di Stefano Monti: basta col senno di poi

 

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